Il solfiti nella frutta fresca ed essiccata

Se dico solfiti, per associazione penserete al vino e a quella scritta “contiene solfiti” vista in tante occasioni sulla etichetta. L’anidride solforosa e i solfiti (E 220, E 221, E 222, E 223, E 224, E 226, E 227, E 228) sono additivi alimentari autorizzati dalla direttiva 95/2/CE e agiscono primariamente come agenti antimicrobici e di controllo delle alterazioni chimiche. I solfiti sono inclusi comunque anche tra gli “allergeni alimentari” poichè vengono riconosciuti come responsabili di una serie di reazioni nelle persone predisposte e sono stati descritti asma, arrossamento cutaneo, prurito, emicrania.

La Direttiva Allergeni del 25 novembre 2003, ha obbligato ad inserire in etichetta la dicitura “contiene solfiti” se il limite è superiore a 10 mg/l o 10 mg/Kg. I limiti massimi sono fissati dai singoli stati. I limiti per i vini in Italia sono 160 mg per i rossi, 210 mg per i bianchi e 400mg per i vini dolci, sempre espressi per litro.

Non dimentichiamo che i solfiti vengono usati in molti altri prodotti oltre al vino e li troviamo nelle etichette di frutta secca, snack alla frutta, confetture impiegate per farcire crostate, aceto balsamico. La maggior parte dei soggetti sensibili ai solfiti reagirà a quantità tra i 20 e 50 mg di solfiti, comunque non è stata stabilita la quantità minima in grado di provocare reazioni nei soggetti sensibili.

Sull’impiego dei solfiti nella frutta ci sono novità. Tra le righe della recente DIRETTIVA 2010/69/UE del 22 ottobre 2010 che modifica gli allegati della direttiva 95/2/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa agli additivi alimentari diversi dai coloranti e dagli edulcoranti, ho trovato anche note sui solfiti e uso per conservare i mirtilli. Così recita la direttiva:

Oggi il trasporto di frutta fresca è diventato molto importante, soprattutto il trasporto via mare. Questo tipo di trasporto può durare diverse settimane. L’uso di anidride solforosa e di solfiti protegge i mirtilli freschi contro la crescita di funghi. È opportuno autorizzare l’uso supplementare dell’anidride solforosa e dei solfiti per proteggere i mirtilli freschi contro la crescita di funghi, tenendo contro che questo prodotto rappresenta un mercato di nicchia. Tenendo conto delle solide giustificazioni tecnologiche per l’inclusione di queste nuove autorizzazioni, della necessità di facilitare il commercio mondiale e del suo impatto trascurabile in termini di assunzione di zolfo e solfiti, è opportuno autorizzare questo uso supplementare dell’anidride solforosa nei mirtilli al livello di concentrazione indicato nell’allegato della presente direttiva.

Da dove arriverebbero i mirtilli via nave? Ci vorrebbe Elena Pugliese e il suo Food Express! Probabilmente da paesi come Argentina, Cile e Uruguay che hanno investito molto in queste produzioni. Hanno anche unito le forze e creato il sito internet Blueberries from the South ..


Valparaiso, porto da cui partono le esportazioni di frutta cilena

Per quanto riguarda gli apporti alimentari, la Dr. Leclercq dell’INRAN ha svolto un’indagine nazionale sulla esposizione ai solfiti. Il limite giornaliero totale di solfiti consigliato per l’organismo umano è a seconda del peso, tra i 40 e i 60 mg circa al giorno (0.7 mg per Kg di peso corporeo, secondo l’OMS). La Leclercq nella sua ricerca ha osservato che la media nazionale si collocava al di sopra della soglia stabilita dall’OMS, sia per i bambini (quindi il il vino non dovrebbe essere la fonte principale ) che per gli adulti. Quindi occhio alle etichette!

Ecco la pubblicazione: Dietary intake exposure to sulphites in Italy – analytical determination of sulphite-containing foods and their combination into standard meals for adults and children C. Leclercq et al. Food Additives and Contaminants: Part A: Chemistry, Analysis, Control, Exposure & Risk Assessment, 1944-0057, Volume 17, Issue 12, 2000, Pages 979

Un significativo incremento delle notifiche di “Solfiti non dichiarati in etichetta” è stato segnalato dal RASFF per merci in circolazione in Europa nel 2009.

Se cerchiamo, troviamo traccia di Alert anche fuori dall’Europa, sempre riferite a “Solfiti non dichiarati in etichetta” come: Allergy Alert: Undeclared Sulphites in Various Thai Processed Fruit and Vegetable Products in Canada e Undeclared_sulphites_donegal_natural_food_apricots

Voi dove li avete incontrati? Oggi per esempio li ho intercetttai in questa busta di noci di Sorrento:

E curiosando tra gli ingredienti dello snack Melinda..eccoli

Fonti:

Significant-rise-in-undeclared-EU-food-ingredient-allergen-warnings

Buon senso ancora sulla solforosa

il_vino_tra_additivi_e_coadiuvanti

Chilean fruit


Etichettibus: i solfiti

A partire dal 25 novembre 2005 sarà obbligatorio indicare nelle etichette dei vini la dicitura “contiene solfiti” nel caso ve ne sia una presenza superiore ai 10 mg\l.

A cosa servono i solfiti in campo enologico? si trovano in altri alimenti?

Leggi il seguito di questo post »


Di cosa si tratta? 1,2,3..la soluzione

Per tutti coloro che pensano che i solfiti siano conservanti impiegati quasi esclusivamente nel settore enologico, ecco un esempio di prodotto che li contiene. E si tratta della soluzione del post di qualche giorno fa. Cosa fanno insieme i seguenti ingredienti?

Fiocchi di patate 59%, grassi e oli vegetali, panna disidratata, latte scremato, sale iodato, lattosio, spinaci 2,1%, formaggio fuso 2% (formaggio, siero di latte), proteine del latte, spezie (aglio, pepe, noce moscata, curcuma), siero di latte, emulsionante: mono e digliceridi degli acidi grassi, stabilizzante: sodio citrato – difosfati, antiossidanti: metabisolfito di sodio – palmitato di ascorbile – alfatocoferolo, aromi (contengono derivati del latte).

1,2,3 …Un purè, gusto spinaci e formaggio fuso della Pfanni.

Su Ingredienti e informazioni le varie fasi della preparazione.


Quali additivi sono ammessi nella produzione degli alimenti biologici?

Martedì 24 aprile sarò a Sirolo nella sede del Parco del Conero. Ho accettato infatti di supportare da un punto di vista scientifico le attività didattiche e divulgative nell’ambito del Corso di Formazione: “Le produzioni del Conero – la qualità che tutela l’ambiente”. Il tema che mi è stato affidato nel modulo formativo sulle produzioni Biologiche è: Alimentazione biologica: quali vantaggi per la salute? Indispensabile documentarsi sulla legislazione attinente. Quali additivi tecnologici e conservanti sono ammessi nei mangimi e prodotti impiegati nell’alimentazione degli animali? Quali antiossidanti? Quali sostanze sono impiegate nella produzione di alimenti biologici trasformati? I solfiti sono ammessi come conservanti? e i nitriti? E gli addensanti carragenina e gomma di guar?

Sapete tutte le risposte? Vi va di informarvi? ecco il REGOLAMENTO (CE) N. 889/2008 DELLA COMMISSIONE del 5 settembre 2008 recante le modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura e i controlli.


Le Spirulina Chips e le smartwaters

Terza tappa del viaggio di Vittorio negli USA. Dopo Memphis e Miami una sosta a Delray Beach, Florida. Una capatina all’ “organic cottage“, un piccolo negozio, con annesso bar, che vende alimenti “bio“, o “organic” in stile USA. Si trovano centinaia di prodotti,vegani ma non solo, tutto con un’impronta rigidamente salutista. Tutto anche estremamente costoso. Ecco qualche foto.

Non potevano mancare quelli che adesso vengono chiamati “superfood“. Un esempio? Le Spirulina chips, conglomerati di Organic sesamo, Organic banana, Organic cocco (conservato senza solfiti), Organic spirulina, tutto sotto forma di “chips”. Si propongono come uno snack “salutista”, apporto calorico di 400Kcal per 100g. Il prezzo? 5$ ma i fan della spirulina sono disposti a spendere per questa alga considerata una ottima fonte nutrizionale di proteine e vitamine.

Cosa bere? Per gli amanti delle cole, la Zevia Cola. Si tratta di una bevanda dolcificata con la combinazione eritritolo/stevia, combinazione che si sta affermando perchè permette di ottenere bevande dolci ma a ridotto apporto calorico. Costa il 25% in più della coca cola normale ($1.20), cosa contiene? tra gli ingredienti ci sono stevia, eritritolo, caramello naturale, acido citrico, estratto di cola, acido tartarico, acido fumarico.

Prodotti di successo negli USA sono le cosiddette “smartwaters“, ossia acqua filtrata con aggiunta di varie vitamine. Come la linea LifeWater dal costo piuttosto elevato (1,75$ per 250ml). Prodotta dalla Pepsi, è dolcificata con PureVia (estratto di Stevia – Reb A) e eritritolo come la bibita precedente.

Ho curiosato nel sito della LifeWater e tra i vari “Flavours” disponibili:


Lifewater strawberry kiwi lemonade

Filtered water, erythritol, lemon juice concentrate, natural flavor, citric acid, potassium lactate, calcium lactate, black carrot juice concentrate (color), reb a (purified stevia extract), magnesium lactate, ascorbic acid (vitamin C), niacinamide (vitamin B3), calcium pantothenate (vitamin B5), gum arabic, pyridoxine hydrochloride (vitamin b6), sea salt (sodium chloride), beta carotene (color), cyanocobalamin (vitamin B12)

Lifewater Fuji apple pear
Filtered water, erythritol, natural flavor, citric acid, ascorbic acid (vitamin C), garcinia cambogia rind extract, xanthan gum, calcium lactate, potassium citrate, reb a (purified stevia extract), modified food starch, l-carnitine, vitamin E acetate, calcium phosphate, gum arabic, calcium pantothenate (vitamin B5), niacinamide (vitamin B3), panax ginseng root extract, chromium picolinate, pyridoxine hydrochloride (vitamin B6), beta carotene (color), cyanocobalamin (vitamin B12)

Lifewater Macintosh apple cherry
Filtered water, erythritol, citric acid, potassium lactate, natural flavor, calcium lactate, black carrot juice concentrate (color), caramel color, reb a (purified stevia extract), ascorbic acid (vitamin C), magnesium lactate, niacinamide (vitamin B3), calcium pantothenate (vitamin B5), pyridoxine hydrochloride (vitamin B6), sea salt (sodium chloride), cyanocobalamin (vitamin B12)

Potenza degli aromi! Gusto Fuji Apple? Gusto Macintosh apple? vi state chiedendo se esiste davvero la varietà Macintosh? esiste, è una delle mele piu’ vendute in Canada e nel Nord Est degli USA.


Frutta snack reloaded-2

studentfutter

Ricorderete il post sul progetto Frutta Snack presentato qualche mese fa. Tra i commenti, è arrivato quello di Salvatore Facondini, uno degli imprenditori che rifornisce i distributori di snack con frutta secca o disidratata. L’ho invitato a raccontarci la sua esperienza.

Oggi Salvatore ci parla della sua esperienza personale, ci racconta della società della sua famiglia e di “Bon Fruit“, uno dei prodotti inseriti nei distributori automatici che aderiscono al progetto. Molto probabilmente se non avesse avuto l’opportunità di Frutta Snack, Salvatore avrebbe cessato la sua attività, ma questa nuova prospettiva gli ha dato il coraggio per continuare. La storia di Salvaltore è quella di un imprenditore che non si è voluto piegare alle difficoltà degli ultimi anni davanti alla aggressività dei centri commerciali e alle loro condizioni di vendita. Nata nel 1955, l’azienda Valisi per molti anni, ha confezionato frutta secca “classica” per poterla rivendere con margini dignitosi nel mercato locale. Dall’avvento della grande distribuzione le cose sono molto cambiate, i “mostri” del commercio -come li definisce Salvatore- hanno cannibalizzato il mercato e messo in concorrenza fra loro i produttori per migliorare i propri margini.

La storia di Bon Fruit inizia così: Per caso un giorno Salvatore visita un gestore locale di distributori automatici per presentargli i propri prodotti snack come arachidi, pistacchi, ecc.. Viene a sapere di Frutta Snack e del progetto dell’Osservatorio agroalimentare di Cesena volto a portare alle scuole cibi alternativi alle merendine conservate convenzionali. Si mette a studiare se può proporre un proprio prodotto per questo nuovo canale di vendita. Salvatore è partito esaminando altre iniziative di altri stati europei che come l’Italia sono impegnati nella ricerca di alternative agli snacks dolci e salati da proporre agli studenti. La sua attenzione cade su “Studentenfutter“, frutta secca a guscio ed uvetta. Dopo vari tentativi, e studiando altre combinazioni, ha ideato Bonfruit. Una tra le difficoltà più grandi è stato trovare frutta disidratata priva di anidride solforosa. Salvatore voleva questo prodotto e alla fine c’è riuscito.

Per quanto riguarda invece il rischio aflatossine, problema con cui si devono confrontare tutti quelli che producono e/o distribuiscono la frutta a guscio, Salvatore garantisce il consumatore in due modi: il primo è che ha scelto origini più sicure della frutta secca, si privilegia, quando possibile, la frutta di origine italiana (il prodotto viene stoccato in guscio e sgusciato solo quando è ordinato), il secondo è che nella miscela, solo una parte di prodotto è frutta a guscio e quindi piu’ sensibile a contaminazione. Le mandorle arrivano dalla Puglia, se manca la disponibilità, dalla California. Le nocciole provengono dalla Campania, in alternativa dal Lazio.

Ora il prodotto c’è, Salvatore è soddisfatto. Gli studenti gradiscono. Salvatore vorrebbe trovare nuovi sbocchi commerciali. Purtroppo non è facile investire in campagne promozionali. Salvatore ha puntato sul pay per click di Google che gli porta visibilità sebbene poi non si trovi il prodotto nel supermercato che chiede cifre troppo elevate (sui 5.000 € per inserimento del prodotto…nel punto vendita). Quello che si diceva prima, l’aggressività e le condizioni contrattuali della GDO e degli ipermercati.

Riusciamo a convincere Salvatore ad aprirsi un blog per parlare dei suoi prodotti e della selezione che viene attuata?


Gamberetti fuorilegge

Aumentano i consumi di alcuni prodotti ittici nel periodo delle festività, tra antipasti, cene e cenoni. Dovranno rivolgersi altrove gli importatori di aragoste surgelate provenienti da Cuba, come segnalato dall’ultimo bollettino Rapid Alert System for Food and Feed, bloccata l’importazione perchè contenevano livelli elevati di solfiti (RASF,2007).
Simile destino hanno avuto anche i gamberetti importati dalla Tunisia e dalla Cina, rispettivamente a causa di livelli fuorilegge di solfiti o per la presenza di inibitori della crescita batterica. Questo mi fa pensare che derivino da acquacoltura. Sapete chi è uno dei principali produttori di pesce da acquacoltura? la Cina. Un articolo pubblicato sul New York Times non è molto rassicurante sulle condizioni igieniche e sull’inquinamento degli allevamenti. Si concludono ‘patti strategici’ con la Cina, eppure il Financial Times, lo scorso Luglio, ha pubblicato questo articolo che denuncia il fatto che ben 750.000 persone muoiono ogni anno in Cina a causa dei livelli di inquinamento, dati ufficialmente pubblicati dall’agenzia cinese che si occupa di problemi ambientali. Oltre alla Cina anche il Vietnam sta emergendo come paese da cui si importano pesci e gamberetti allevati. Qualche giorno fa per esempio ho trovato un cartone di un misterioso pangasio proveniente proprio dal Vietnam.


Il vino tra additivi e coadiuvanti

Visto che c’è grande interesse sull’uso di conservanti e altri coadiuvanti usati in campo enologico, ripropongo un post di un esperto, Giuseppe Trisciuzzi, scritto su un numero di TRASHFOOD dedicato ai conservanti.

Leggi il seguito di questo post »