Pubblicità o product placement?

La settimana scorsa nello zapping domenicale mi sono imbattuta in un episodio della serie “Il Medico in famiglia” con riferimenti così espliciti a prodotti alimentari che mi sono chiesta se si trattasse di pubblicità occulta. Invece no…anche nelle fiction italiane è arrivato il product placement

Cos’è il product placement? Vedremo sempre più spesso prodotti di ogni genere nelle trasmissioni televisive. Il tutto è frutto della nuova direttiva della Commissione Europea per il mercato tv, in vigore già dal dicembre 2009. La direttiva permette che la televisione possa usufruire del meccanismo del product placement, meglio conosciuto come pubblicità indiretta, ovvero la possibilità di ‘rendere’ visibile, e tacito, lo sponsoring di prodotti all’interno delle trasmissioni tv così come accade per il cinema. In poche parole le aziende possono ‘acquistare degli spazi’ nelle trasmissioni tv, ma non sotto forma di telepromozioni o televendite, bensì come una specie di fornitura di prodotti.

Tornando alla fiction, come previsto, in coda è apparso l’elenco delle aziende oggetto della promozione.

A qualcuno altro -non solo a me – però è rimasto qualche dubbio sulle modalità della promozione.

Pubblicità o product placement? Giudicate voi. Ecco la sequenza a cui mi riferisco. Avete già capito di cosa si tratta vero? 🙂

Fonte:


21 commenti on “Pubblicità o product placement?”

  1. Roberto La Pira ha detto:

    Cara Gianna,
    dopo ben tre richieste all’ufficio stampa Rai per avere chiarimenti sul Product Placement, venerdì sono riuscito ad avere due indicazioni utili.Presto telefonerò alla Sipra e al curatore del programma per avere informazioni e conoscere le modalità del sistema.
    Roberto

  2. mammafelice ha detto:

    E qui:
    http://www.marketing-below-the-line.info/articoli/una-cucciolata-di-promozioni-per-cameo-ovs-e-regione-veneto/
    Non trovo il pezzo del video incriminato, ma ho visto il lungometraggio ed il prodotto cameo è chiamato per nome (muu muu) e ne sono esplicitamente decantate le proprietà, definendolo come la migliore merenda o preferita… In una seconda scena un personaggio, dopo averlo mangiato, ritrova forza e sprint superando tutti gli altri!!!!
    Se non è pubblicità questa.
    E a differenza del dado, pur essendo una animazione, è perfettamente leggibile più volte il nome CAMEO.
    Secondo me ci si dovrebbe proprio lamentare, tantopiù che si tratta di un film destinato ai bambini e non voglio nemmeno andare a cercare gli ingredienti del muu muu, anzi no, sembrano essere questa accozzaglia di schifezze: atte intero 83%, sciroppo di ZUCCHERO INVERTITO , Cioccolato magro in polvere 6,1% Amido Modificato , zucchero , latte scremato in polvere , ADDENSANTE : CARRAGENINA , sale , vanillina come AROMI , COLORANTE : beta-carotene .
    Mah….

  3. cecco ha detto:

    La cosa paradossale è il fatto che vengano permesse queste subdole infiltrazioni commerciali e poi venga pribito di parlare del referendum di giugno.

  4. monica ha detto:

    Pubblicita’ allo stato puro…vedremo come va a finire…

  5. Davide ha detto:

    Gianna, a me sembra che questo si faccia già da annnnnni (ti ricordi i ragazzi della 3°C che mangiavano il Cuore di Panna?)…
    ultimamente mi è capitato di vedere parte dei Cesaroni con una mamma che dice alla figlia: ti sei ricordata di mettere (non mi ricordo che additivo della dash ma era pubblicizzato proprio in quei giorni).
    Ed ancora, durante la sigla di Amici vi era l’esplicita dicitura che “in questo programma possono esserci degli inserti ai fini promozionali ecc ecc)…
    Insomma, troppo importante il product placement. Ma anni fa, con i film in bianco e nero, non lo si faceva addirittura con le sigarette???? bah!

  6. Wyk72 ha detto:

    Nanni Moretti ci vedeva lungo:

  7. Lucia ha detto:

    “Boris” insegna: si chiama “azione autoriferita ” 🙂

    Ciao

  8. […] Gianna Ferretti sul suo blog  dice che forse la presenza di prodotti sponsorizzati  dovrebbe essere comunicata con maggiore evidenza, per fare capire a tutti che quando compare un marchio in primo piano nel film o nel programma si tratta di pubblicità a pagamento, non di una libera scelta del regista. […]

  9. Alessandro Donato ha detto:

    Il Product Placement è stato liberalizzato nei programmi tv italiani a partire dal marzo 2010.
    Il c.d. Decreto Romani autorizza l’inserimento di prodotti (Product Placement) in opere cinematografiche, film e serie per la tv, programmi sportivi, programmi di intrattenimento leggero con esclusione di quelli per bambini.
    Stabilisce il principio di salvaguardia dell’integrità del programma
    e vieta che venga concesso ai prodotti un indebito rilievo e ne venga promosso l’acquisto.
    Impone infine che i telespettatori siano chiaramente informati dell’esistenza dell’inserimento di prodotti medianti avvisi all’inizio e alla fine della trasmissione, nonché alla ripresa dopo un’interruzione pubblicitaria.
    Lo strumento del Product Placement, come dimostrano anche le indagini di mercato effettuate da StageUp (oltre che da altri istituti), garantisce generalmente agli investitori un’alta efficacia a costi competitivi.

    Alessandro Donato
    Strategic Planner StageUp – Sport & Leisure Business

  10. cecco ha detto:

    Letto l’articolo di Roberto in merito. Mi sento fortunato a non avere la televisione.

  11. Wyk72 ha detto:

    “Impone infine che i telespettatori siano chiaramente informati dell’esistenza dell’inserimento di prodotti medianti avvisi all’inizio e alla fine della trasmissione, nonché alla ripresa dopo un’interruzione pubblicitaria.”

    Non vedo niente di simile nel filmato qui proposto. Se c’era scritto sotto “informazione pubblicitaria” non avrebbe fatto né caldo né freddo a nessuno. Questo è più che altro un esempio di messaggio pubblicitario subdolo, furbetto.

  12. Mauro Ronci ha detto:

    L’onnipresenza del marketing mi lascia continuamente senza parole. Adoro il saper comunicare un messaggio in tanti modi nuovi e diversi. Ma in questi modi subdoli lo trovo davvero terrificante. E non dovrebbe essere a norma di legge il marketing così…

  13. mammainverde ha detto:

    Volevo complimentarmi per questo meraviglioso blog…. E’ veramente interessante. Complimenti!

  14. mammainverde ha detto:

    Naturalmente non volevo complimentare me stessa, ma te!!! Ops!!

  15. meristemi ha detto:

    Diciamo che, stanti i tagli al settore, la produzione audiovisiva non è messa meglio di quella scientifica e deve raccattare denari anche in questo modo. Il FUS, il fondo pubblico per lo spettacolo, è diventato un finanziamento virtuale e per chi opera in questo settore l’unico modo per raccogliere i soldi necessari a fare film (leggasi: a campare) è quello di lavorare sugli sponsor e sul product placement. Si tratta di una prassi in realtà presente nel mondo cinematografico da un bel pezzo, soprattutto nel campo dell’abbigliamento (pensate al look dei protagonisti delle serie TV per ragazzi) e degli accessori (quanti occhiali a goccia della nota marca americana sono stati venduti dopo Top Gun?).

    Niente di nuovo sottoil sole dunque e lo si fa anche in campo turistico: ogni regione ha una “film commission” con un suo budget che viene assegnato a produzioni televisive e/o cinematografiche che vanno a girare nella zona, promuovendo con le immagini il territorio.

  16. Stefania ha detto:

    Il product placement e’ da diversi anni utilizzato da molti cantanti (non so italiani ma certamente americani) nei loro video musicali. Il primo esempio che mi viene in mente e’ la Alguilera in un video dove viene inquadrata una bella bottiglia di Campari (se non erro). Campari per campare, appunto.

  17. meristemi ha detto:

    Anche i cantanti italiani: in un video recente di un noto rapper di Senigallia appare una ancor più nota bibita energizzante. Anche il mobilio e le suppellettili nelle scenografie fanno parte del product placement.

  18. Stefania ha detto:

    stavo proprio per chiedermi se il caso di Jamie Oliver potesse corrispondere ad un product placement, visto che lui e’ la ‘faccia’ di Sainsbury’s … quindi gli standard dicono che non c’e’ niente di male se usa i prodotti del supermercato ma non puo’ fare pubblicita’ al servizio di pagamento autonomo (ora molti supermercati sono cosi’, fai tutto da sola. Che piccola ipocrisia… per non parlare poi degli altri non cuochi tipo Nigella o Martha Stewart che sono sempre in tv a fare i programmi con le ricette delle proprie pubblicazioni.

  19. lucia PN ha detto:

    Vorrei il link del filmato proiettato in occasione della sua visita a Pordenone (Terra é) dove si vede un giovane al ristorante al quale viene presentato il conto delle sue scelte alimentari (glicemia, colesterolo ecc.)
    Grazie
    Lucia Pn


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