Professione gastro-photoreporter. Hai mai visto un sandwich di marshmallow?
Pubblicato: 2013/07/22 Archiviato in: Additivi, Aromi, Coloranti, La foto del giorno 1 CommentoCosa fanno insieme, sciroppo di glucosio-fruttosio, zucchero, destrosio, proteine del latte idrolizzate, gelatina di suino, acidificanti, aromi e coloranti vari?
fanno questo sandwich di marsmallows avvistati in autogrill da Fabio in veste di gastro-photoreporter.
La foto del giorno
Pubblicato: 2012/12/07 Archiviato in: Conservanti, La foto del giorno Lascia un commentoTempo di agrumi. Tra gli scaffali troviamo arance provenienti da vari paesi. Corrado Vigo ci spiega cos’è l’ortofenilfenolo, conosciuto anche come E231.
La foto del giorno. PepsiCo & Ferran Adrià
Pubblicato: 2011/06/17 Archiviato in: La foto del giorno 3 commentiQuasi stentavo a credere alla foto. Ferran Adrià & PepsiCo insieme per creare “new snackable foods, breakfast options, and convenience alternatives.” Spherified fritos? Cap’n Crunch foam? 🙂
Comunque la partnership non è nuova, anzi già nel 2005, il celebre chef aveva offerto la sua consulenza a PepsiCo Spain’s per la produzione di zuppe surgelate (Alvalle brand) e per le chips Lay’s Artesanas, ne avevo parlato qui.
Fonti e immagini foodnavigator.com Etaer.com
La foto del giorno. Alla faccia del colesterolo
Pubblicato: 2011/06/03 Archiviato in: Io lo leggerei, L'angolo chimico, La borsa della spesa, La foto del giorno 8 commentiFolcloristico Claim salutistico avvistato tra le bancarelle di prodotti enogastronomici presenti alla Fiera di San Ciriaco, patrono della mia città. I claims contagiano anche gli artigiani?
Ma qual è il livello di colesterolo (mg/100g p.e.) nel latte di capra? La risposta ci arriva dalle Tabelle di composizione degli alimenti:
Latte vaccino in polvere, intero 109 mg/100g
Latte di pecora 11 mg/100g
Latte vaccino pastorizzato, intero 11 mg/100g
Latte di capra 10 mg/100g
Latte di vacca parzialmente scremato 7 mg/100g
Quindi non ci sono differenze rilevanti tra i vari tipi di latte.
Buona occasione comunque per trattare gli approcci per ridurre i livelli di colesterolo dagli alimenti che lo contengono.
Il colesterolo svolge ruoli fisiologici importanti (è un componente delle membrane cellulari e della mielina, è il precursore degli acidi biliari e degli ormoni sessuali femminili e maschili e degli ormoni che regolano il metabolismo dei sali minerali e dei glucidi), tuttavia un aumento dei suoi livelli nel sangue è considerato un fattore di rischio per l’insorgenza delle patologie cardiovascolari. Questo ha contribuito ad una sua demonizzazione partita parecchi decenni fa in seguito alla formulazione dalla “Lipid hyphotesis” . Nonostante le nostre conosenze sui meccanismi molecolari alla base dell’aterosclerosi e delle patologie cardiovascolari si siano ampliate includendo anche altri protagonisti ( radicali liberi, antiossidanti, omocisteina, LDL-colsterol, HDL-colesterolo ecc…) e nuovi markers biochimici siano stati introdotti, tra cui alcuni legati all’instaurasi di eventi infiammatori, il ruolo negativo attribuito al colesterolo alimentare non è mai calato. Al contrario sono aumentati i prodotti che contengono ingredienti funzionali -come i fitosteroli e fitostanoli con l’obiettivo di ridurre la colesterolemia. Ai drink con fitosteroli aggiungiamo l’ingresso dei beta-gucani.
In che percentuale il colesterolo esogeno (apportato con gli alimenti) contribuisce al colesterolo circolante? la maggior parte di quello che possediamo in circolo, deriva dalla sintesi del fegato e non da quello che introduciamo con l’alimentazione – questo andrebbe spiegato ai consumatori. Inoltre è’ importante sottolineare differenze individuali, in media possiamo affermare che la maggior parte del colesterolo circolante (circa il 75%-80%) viene sintetizzata dal fegato e solo il restante 20-25% deriva dall’alimentazione.
E’ possibile rimuovere il colesterolo dagli alimenti che lo contengono?Eccoci alla innovazione in campo alimentare. Nonostante si riconoscano ruoli fisiologici importanti al colesterolo e -come detto in precedenza- si sappia che il livello di colesterolo nel sangue è modulato solo in piccola parte dall’apporto con l’alimentazione, nel corso degli ultimi anni, diversi metodi sono stati sviluppati per ridurre il colesterolo nei cibi comunemente consumati con l’obiettivo di ridurre l’apporto del colesterolo alimentare.
Gli approcci sono di vari tipi: biologici, (microrganismi, enzimi), chimici (estrazione solido-liquido, estrazione con solventi organici, uso di ciclodestrine) o fisici (distillazione, cristallizzazione, Estrazione con fluidi supercritici).
Mentre l’applicazione di tali procedure per alimenti di origine animale, in particolare per i prodotti lattiero-caseari, è tecnicamente realizzabile, il contributo relativamente piccolo di colesterolo alimentare per il colesterolo plasmatico sollevato non sembra tuttavia giustificare i costi o essere del tutto scientificamente motivate.
Fonte:
– Heart Disease: Understand the Difference between Truth and Myth, Part I
– Cholesterol Removal From Animal Food—Can It Be Justified? R. Sieber Lebensmittel-Wissenschaft und-Technologie Volume 26, Issue 5, October 1993, Pages 375-387
Alfa amilasi. Una storia di farina, lieviti, enzimi e indici di qualità delle farine
Pubblicato: 2010/12/22 Archiviato in: Additivi, Educazione alimentare, L'angolo chimico, La borsa della spesa, La foto del giorno 19 commentiTra gli ingredienti di un Buondì, ho trovato l’alfa amilasi. Di cosa si tratta? di un enzima che idrolizza l’amido, ne abbiamo già parlato. Perché si trova tra gli ingredienti di un prodotto da forno? Questa è una storia di farina, lieviti, enzimi e di indici di qualità delle farine come l’indice di Caduta di Hagberg (FN,Falling Number).
L’impasto di base per preparare pane, biscotti, pasta e merendine consiste in farina, acqua, lievito, sale, zucchero e grassi. La farina contiene principalmente amido, proteine, zuccheri e grassi. I lieviti iniziando a fermentare gli zuccheri, producono alcool e anidride carbonica e queste modificazioni composizionali provocano l’aumento del volume dell’impasto. Durante la lievitazione si forma anche il glutine grazie alle interazioni che si creano tra le proteine presenti. Tutto qui? A quanto pare c’è dell’altro e nella panificazione sia a livello industriale che artigianale, o nella produzione di altri prodotti da forno, è anche una questione di enzimi.
Una lunga fermentazione permette ai lieviti di scindere l’amido in zuccheri, l’ alfa amilasi è un enzima che idrolizzando l’amido, produce maltodestrine e zuccheri semplici che vengono utilizzati dai lieviti per la fermentazione. Un obiettivo quindi dell’aggiunta dell’alfa amilasi è quella di accelerare la lievitazione.
Altri enzimi possono essere impiegati, basta dare uno sguardo ai numerosi studi che hanno investigato l’effetto dell’amilasi e di altri enzimi sulle proprietà organolettiche dei prodotti da forno e alle proposte di varie ditte che distribuiscono lipasi, xilanasi, proteasi e alfa amilasi. Tutti gli enzimi proposti ai panificatori direttamente o indirettamente modificano la composizione della farina,dell’impasto, del network del glutine che si forma durante la lievitazione e modificano la qualità del pane e altri prodotti.
Sull’alfa amilasi c’è altro da dire, è proprio valutando l’attività dell’enzima che si può analizzare la qualità della farina. Ho imparato diverse cose preparando queste righe. Ho letto che l’ enzima alfa amilasi è quindi incluso tra gli agenti che migliorano la lievitazione del pane e si colloca tra i bread improvers e tra gli “agenti di trattamento della farina”.
Ho imparato anche che l’ enzima alfa-amilasi è presente negli strati esterni del germe di grano. Pioggia,condizioni meterologiche avverse durante il raccolto possono causare danni al frumento e provocare il germogliamento dei chicchi. Quando avviene la germinazione, l’enzima contenuto nel chicco, entra in attività. Anche una piccola percentuale di grano germogliato (5%) può danneggiare la qualità della farina. Il parametro che può essere valutato per analizzare questi aspetti è il “Falling number, FN” (indice di caduta).
Qualche valore del FALLING NUMBER (FN, indice di caduta) :
FN > 300 attivita’ alfa amilasica molto debole
200 < FN < 250 attivita’ “normale”
FN < 200 attivita’ molto elevata
La farina è venduta con l’indicazione del “Falling number”. In sintesi se una farina ha una bassa attività, si può mescolare con altre ad attività maggiore in modo da ottenere una farina che abbia determinate caratteristiche. La quantità di enzima presente ha infatti un impatto diretto sulla qualità del pane prodotto. Le immagini che ho trovato sono eloquenti:
-I valori ottimali di FN per la panificazione sono compresi fra 200 e 250.
-Più alto è il FN, minore è l’attività alfa-amilasica della farina. Valori di FN maggiori di 300 indicano una attività alfa amilasica debole e si può intervenire aggiungendo malto o farine maltate, per incrementare l’attività enzimatica.
-Valori di FN inferiori a 200 sono tipici di attività alfa amilasica elevata e l’impasto di panificazione potrebbe risultare molle e appiccicoso.
Come si ottiene l’enzima?
l’ alfa amilasi è un prodotto biotecnologico ottenuto da colture fungine (es. dal fungo Aspergillus oryzae), o batteriche come il “Bacillus subtilis.”
La Novozymes è tra le aziende piu’ attive nel proporre enzimi da impiegare in vari settori. Esistono anche alfa amilasi che rallentano la retrogradazione dell’amido (anti-staling alpha mylase), e quindi aumentano la shelf-life dei prodotti.
Alcuni studi recenti hanno dimostrato che l’enzima potrebbe essere responsabile di allergie e di asma occupazionale nei lavoratori.
Fonti:
– Enzimi-e-biotecnologie-nella-vita-quotidiana-farine-e-amido-idrolizzato-enzimaticamente
– Amylase
–Exposure to inhalable dust, wheat flour and alpha-amylase allergens in industrial and traditional bakeries. Ann Occup Hyg. 2004 Jan;48(1):57-63.
Sfatare il mito del panino McDonald's che non ammuffisce
Pubblicato: 2010/11/09 Archiviato in: La borsa della spesa, La foto del giorno 3 commentiL’esperimento che avrei voluto fare anch’io per capire se i panini con hamburger preparati in casa si comportano come quelli del McDonald’s, lo hanno già fatto. E come è andata a finire? lo trovate qui
Fonti:
Professione gastro-photoreporter: Mangiare a bordo treno
Pubblicato: 2010/10/14 Archiviato in: Additivi, Aromi, Filiere, La borsa della spesa, La foto del giorno 7 commenti“.
Comprare panini mentre si è in viaggio è una esperienza che in molti evitano. Ecco la composizione del panino servito a bordo del treno Eurostar Milano-Ancona. Al prezzo di 3,50 euro un panino Prodotto italiano
Ingredienti: Farina di grano tenero tipo 0, acqua strutto, olio extra vergine di oliva, olio di sansa di oliva, lievito naturale latte magro in polvere, farina di cereali maltati,destrosio,emulsionante: E 472
Prosciutto cotto: Suino,acqua, sale, amidi, saccarosio, destrosio, proteine di soia, aromi, spezie, stabilizzante: E 407 esaltatore di sapidità E 621, gelatina alimentare, antiossidante E 301, conservanti E 250-E252.
Etichette di pane e prosciutto cotto da archiviare, tra stabilizzanti, gelatina e amidi ci offrono l’occasione per un bel ripasso tra i meat extenders and fillers. Sapete di cosa si tratta vero? e che funzioni svolgono? ecco una lettura iluminante “Meat products with high levels of extenders and fillers”
Cartoline dalle vacanze in Val Pusteria
Pubblicato: 2010/08/22 Archiviato in: La foto del giorno, Not only trashfood 2 commentiChe panorama dal balcone della pensione Marchnerhof, base delle mie vacanze a Terento in Val Pusteria.
Escursioni, riposo, passeggiate nel bosco, sono tornata a casa dalle vacanze con il ricordo del verde dei prati, l’accoglienza degli alto atesini che ho incontrato, i profumi e i sapori dei vari tipi di pane preparati con le diverse farine arricchite di semi di girasole e papavero. Proprio sul pane la vallata ha puntato con una serie di iniziative rivolte ai turisti al fine di far conoscere meglio le varie fasi della produzione. Nonostante la mia libreria strabordi di libri di ricette, ho acquistato alcune pubblicazioni dedicate ai pani dell’Alto Adige,alle ricette altoatesine e ai prodotti del territorio. Mi cimenterò prossimamente con canederli vari, grostel e frittata tirolese.
Come consuetudine, gli ultimi giorni sono stati dedicati alla ricerca di prodotti enogastronomici e souvenir da portare a casa.
Indirizzi da segnalare:
–Bergila, il giardino delle erbe aromatiche e piante officinali con annessa distilleria di pino mugo. Da acquistare anche alcuni tipi di semi delle piante coltivate oltre alle numerose erbe essiccate per gli appassionati di tisane.
-A Valles ho scoperto il caseificio Untergerrer. Richard, il proprietario, ci ha fatto visitare il suo allevamento di capre e nel laboratorio annesso, ci ha spiegato che i suoi formaggi sono a latte crudo, Abbiamo assaggiato e acquistato alcune forme a varie fasi di stagionatura (2 -4 mesi).
-Altra sosta a Chienes presso il caseificio Gatscher. Ci ha accolto Micaela nel punto vendita e ci ha raccontato delle sue 10 mucche allevate senza insilati. Ci ha parlato delle tante idee, tra tradizione innovazione sono nati infatti il formaggio fresco all’erba cipollina, il formaggio al ginepro, al pepe. Tutti i prodotti sono ottenuti con latte crudo.
– Da visitare in zona il museo etnografico all’aperto di Teodone, vicino a Brunico. All’ingresso troverete la residenza signorile Mair Am Hof, con diverse collezioni interessanti da visitare. Il museo esterno da l’opportunità di avvicinare la vita agricola sudtirolese nel corso dei secoli. prendetevi il tempo necessario perchè il museo si estende su una superficie di 4 ettari dove incontrerete masi contadini, officine artigiane, una ventina di edifici rurali dal XV al XVIII secolo riedificati che rappresentano le tipologie abitative delle diverse vallate sudtirolesi. Da visitare anche l’orto e il giardino. Mai visto le piante di grano saraceno? eccolo.
”
-Se doveste passare a Brunico prossimamente, il Venerdì troverete il Mercato del contadino dove ho acquistato sciroppo di sambuco e vari tipi di pane. Il mercato nella Via Bastioni aggrega diversi contadini e potrete trovare anche frutta e verdura, marmellata, e formaggi. Che spettacolo i ribes!
-Da non perdere i castelli in zona, tra tutti il Castello di Campo Tures dove visse Margherita, sfortunata ultima discendente dei Taufers, a lei è dedicata quella che ancora oggi si chiama “la stanza degli spettri“.
Questi invece sono i porcini locali, raccolti nei boschi durante una mattinata, ce n’erano pochi causa condizioni metereologiche non favorevoli. Mi hanno spiegato che in questi casi, per sostenere la richiesta, vengono importati non solo dal Trentino ma anche da paesi dell’est, Romania, Latvia.
Altre foto nel set Vacanze in VaL Pusteria.
La foto del giorno. Junk food generation
Pubblicato: 2010/07/12 Archiviato in: La foto del giorno 30 commentiSnacks dolci e salati, fries, fast food consumati in un anno da bambini tra 4 e dieci anni nel Regno Unito.
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