Non è un sandwich. Non sono lasagne. Ma cos'é? il Lasandwich

Si narra che sia stato un inglese nel 1762, Sir John Montagu, quarto conte di Sandwich, a inventare il sandwich. Sir John era un uomo sempre molto occupato e trascorreva lunghe ore nel suo ufficio. Ed ecco l’idea di un pasto sul luogo di lavoro. I biografi comunque non sono molto concordi su questa paternità. Comunque dopo 238 anni sempre in terra d’Albione, è stato inventato il lasagna sandwich, ribattezzato Lasandwich. In vendita da Tesco dove pare siano davvero orgogliosi della genialata così descritta:

“Between two thick slices of white bread, you’ll find a generous filling of diced beef in a tangy tomato and herb sauce, layered with cooked pasta sheets and finished with a creamy cheddar, ricotta and mayonnaise dressing.”

Aggiungiamo la Lasagna sandwich alla lunga lista di prodotti che portano nomi che suonano italiani (italian sounding), ma che italiani di origine non sono affatto?

Grazie a Paolo per l’assist!


Professione gastro-photoreporter: McItaly, Pubblicità e prodotto a confronto

Ebbene sì, Luca Zaia e la nuova linea McItaly mi hanno portato stasera all’ingresso del fast food. Dopo averne tanto sentito parlare eccolo davanti a me: il McItaly a cui è stato concesso il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole. Le immagini dell’interno parlano da sole.
Il formaggio Asiago è irriconoscibile.
L’insalata Batavia non ha sopportato troppo bene lo stress termico.
Il confronto con l’immagine della pubblicità è impietoso.

Edit: I numeri dell’intera operazione sul sito del ministro Luca Zaia.


Scopri di cosa si tratta

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Vediamo chi conosce questo prodotto.


La pera Angelica

Con sorpresa ho trovato le pere Angelica in vendita in un piccolo market dove non mi fermo spesso. Sorpresa perchè si tratta di una varietà locale, e non capita frequentemente di trovarne. Questo frutto cresce in una zona del pesarese,il comune protagonista della sua valorizzazione è Serrungarina (PU) che le dedica anche una festa a fine agosto. Ecco qualche notizia sulla gustosissima Pera Angelica.


Mangiare e bere al Summer Jamboree

summer Jamboree

Si è concluso due settimane fa il Summer Jamboree 2009. E dire che per dieci anni,nonostante Senigallia non sia lontana da Ancona, non ero mai stata a visitare il il Festival internazionale della musica e della cultura dell’America anni ’40 e ’50. Leggendo le impressioni e i commenti di chi ha vissuto questa manifestazione fin dai primi anni emergono alcuni problemi. Il festival, complice il successo che ha avuto negli ultimi tempi,si è trasformato ed è diventato piu’ commerciale. I proprietari di auto d’epoca quest’anno erano meno numerosi, tenuti alla larga dalla gran massa di pubblico. Gli appassionati arrivati appositamente per ballare hanno fatto fatica a trovare spazio in pista.

Quest’anno ci sono andata in due diverse occasioni. Per me era tutto nuovo anche se non ho potuto non notare che tra le bancarelle del vintage market c’erano espositori che c’entravano poco, è stato comunque divertente camminare accanto a giovani e meno giovani vestiti o addobbati con accociature impomatate a simulare quelle di 40 anni fa.

Summmer Jamboree non è solo il Festival internazionale della musica e della cultura dell’America anni ’40 e ’50, è anche l’ opportunità -secondo gli organizzatori- di viaggiare attraverso sapori e aromi dell’America multietnica del passato e di oggi.

Non potevo non soffermarmi sulle proposte gastronomiche, così sapete cosa vi aspetta nel caso decidiate in futuro di partecipare.

Ho deciso di provare la novità del Diner 2009, oltre al Pancake con sciroppo d’acero, ho ordinato il Navajo Fried Bread, un piatto che ricorda l’assedio subito dal popolo Navajo e che rappresenta una tradizione. La storia racconta che originari delle terre tra le quattro montagne sacre fra Arizona, Utah, Colorado e New Mexico, i Navajo subirono feroci aggressioni e furono imprigionati per numerosi anni. Il Governo statunitense mandò loro soltanto farina, sale, zucchero e lievito. Da questi ingredienti poveri nacque il Navajo Fried Bread. Eccolo al prezzo di 6 euro, una untuosissima frittella su cui erano adagiati fagioli e foglie di insalata.

Quest’anno, come negli anni precedenti c’era il menù del Cajun e Tex Mex Diner aperto tutti i giorni. Si potevano assaggiare i piatti del fast food e della quotidianità statunitense accanto ad altri espressione dell’America multietnica. In menu’ ho visto il Souwestern Barbecue, il Chili con carne y frijoles negros, Chicken Sticks, Onion Rings e il Kentucky Fried Chicken.

Che cos’era il misterioso Cajun Jambalaya? Jambalaya si usa per definire un miscuglio di ingredienti, zafferano,pomodori, prosciutto.

Tra le proposte anche il Chicano’s Burrito, un piatto tipico della cucina ispanica,le Blue and red corn tortilla chip, tortillas di mais blu e rosso derivate dalle pannocchie di quei colori.

Anche quest’anno si trovava il Giant Swing Burger. e il Poor Boy, un panino italo americano con polpa di granchio fritta, pomodori, lattuga, cipolla e tabasco nato il giorno in cui una signora di un chiosco impietosita da un piccolo emigrante affamato che guardava i panini disse “C’mon give a sandiwich to this poor boy!”

Per chi nonostante tutto non se la sentiva di rinunciare agli spaghetti e ai sapori mediterranei, c’era il menù “Tu vuo fà l’americano” che proponeva spaghetti cacio e pepe, spaghetti all’amatriciana, frittura di mare, fritto misto all’italiana con verdure in pastella.

Ubiquitarie le patate fritte.

Non mancava la piada con la Nutella (?)

In menu anche il kebab marchigiano con porchetta.

E non vogliamo parlare del bere e delle bibite analcoliche?. Ovunque bottiglie della linea Vintage Abbondio sponsor della manifestazione con le sue bottiglie con sorridenti e ammiccanti pin -up e di cui vale la pena dire qualcosa..(continua)..

Ecco qualche immagine per respirare l’atmosfera che si vive in quei giorni a Senigallia..cliccate per vederle ingrandite.

Alcune immagini sono tratte da VivereSenigallia.it e da Flickr (Album di Pandemia, The Andy Branca Show).


Scatti ad alto indice glicemico

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Macaroni&cheese and go!

Macaroni&cheese

Sapete resistere cinque minuti prima di cercare su Google? vero o falso questo prodotto, esempio di “portable convenience foods”?


Questa settimana su Trashfood

Abbasso il colesterolo. I messaggi fuorvianti della Danone e di Unilever Chiedete in giro. Chi è a conoscenza della sentenza dell’Autorità garante per la Pubblicità che ha dichiarato ingannevoli le campagne pubblicitarie dei due prodotti Danacol (Danone) e di Pro Activ (Unilever)? Qualcuno se ne è accorto?

Professione gastro-photoreporter. Sandwich ad alta quota Stavolta è Nicola che mi scrive e mi racconta la sua esperienza gastronomica mentre era in viaggio su un vettore della compagnia di bandiera elvetica.

Do you Kogy? yes, I twitter
“Kogi”, un fast food ambulante,è diventato case hystory per il particolare modo di fare pubblicità sullo snack. Se dico 140 caratteri al massimo, cosa vi viene in mente? Bravi, proprio Twitter.

La caffeina nel chewingum Quanta caffeina è contenuta nelle gomme in vendita? e cosa succede se si masticano troppe gomme in poco tempo? Se ne occupa Lancet.


Abbasso il colesterolo: i messaggi fuorvianti della Danone e di Unilever

Pro Activ

La notizia non è piu’ una novità, l’Autorità garante per la Pubblicità ha dichiarato ingannevoli le campagne pubblicitarie dei due prodotti Danacol (Danone) e di Pro Activ (Unilever). Cosa si contesta alla Danone e alla Unilever come riassunto nel blog “Il futuro dei consumi”?

Si contesta il fatto che la pubblicità non ci dice che:

-una dieta corretta può ugualmente contribuire a ridurre il livelli del colesterolo del 5%.

– che se si interrompe l’assunzione di Danacol i valori di colesterolo-LDL tornano a quelli precedenti.

La sentenza è molto grave perchè Danone (e anche Unilever) hanno condotto una campagna basata su informazioni scorrette e ingannevoli che hanno convinto le persone all’acquisto dei loro prodotti.

Già in precedenza una pubblicità di Danacol era stata censurata dall’Istituto di autodiciplina pubblicitaria. Se guardiamo sentenze emesse in passato, ci accorgiamo che la pubblicità di diversi prodotti Danone sia in Italia che in altri stati sono stati considerati ingannevoli. Ad esempio lo spot televisivo di “Actimel“. Anche l’acqua minerale Vitasnella della Danone è stata censurata perchè vantava una leggerezza inesistente. Negli USA simile destino hanno avuto gli gli yogurths Activia e DanActive prodotti dalla Dannon (Danone USA).

E la Unilever? negli USA è impegnata proprio in questo periodo in una class action. Nel mirino i messaggi pubblicitari considerati fuorvianti dei drinks SuperShots

Purtroppo le sentenze che riguardano Danone e altre aziende, anche se verranno riprese dai media, temo che non faranno cambiare idea ai consumatori abituati al messaggio-tormentone veicolato dagli spot delle due multinazionali.

P.S. Il sito dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato con tutto l’archivio delle precedenti sentenze è questo.


Mignonettes

Mignon

Nel vecchio garage di mio padre ho trovato un centinaio di mignon di vari liquori. Alcune etichette non sono ben conservate. In rete ho scoperto che esiste anche l’associazione che riunisce gli appassionati collezionisti.

La maggior parte delle vecchie mignon sono di liquori Tombolini, azienda paterna del patron della Simplicissimus Book Farm.

Chi ha mai visto il liquore amaro MayKamp? esiste ancora? La boccetta “ORO Tre stelle”, contiene estratti da ricostituire in alcool, zucchero e acqua. Estratti colorati con E102 (tartrazina), E124 (rosso Ponceau) e E132 (indigotina). Un vero reperto storico.