La pera Angelica
Pubblicato: 2009/09/16 Archiviato in: La borsa della spesa, La foto del giorno, Prodotti ortofrutticoli 10 commentiCon sorpresa ho trovato le pere Angelica in vendita in un piccolo market dove non mi fermo spesso. Sorpresa perchè si tratta di una varietà locale, e non capita frequentemente di trovarne. Questo frutto cresce in una zona del pesarese,il comune protagonista della sua valorizzazione è Serrungarina (PU) che le dedica anche una festa a fine agosto. Ecco qualche notizia sulla gustosissima Pera Angelica.
Gianna, che belle 🙂
Io dalle mie parti trovo solo Abate e Williams
Senti, hai mai parlato di quei lunatici sul web che sostengono che dietro il codex alimentarius c’e’ un grande complotto mondiale per sterminare milioni di persone?
Va bene, le pressioni dell’industria alimentare, ma ti risulta ad esempio che “Secondo il Codex Alimentarius ogni animale sul pianeta usato come alimento deve essere trattato con antibiotici subclinici e deve essere trattato con ormoni esogeni per la crescita” ??
Leggi qui ad esempio http://www.gennarocarotenuto.it/9533-codex-alimentarius-cos-si-risolve-il-problema-della-sovrappopolazione-mondiale/
o qui http://wwwblogdicristian.blogspot.com/2009/07/il-codex-alimentarius.html
ciao Dario
ooops, l’antispam mi ha mangiato un messaggio 🙂
ciao dario
Leggerò, grazie!
Vabbè, Carotenuto appartiene ad una categoria di giornalisti abbastanza ben definita. Tornando ad peram, poco più a nord di Serrungarina c’è il Verghereto, patria della meravigliosa pera cocomerina per la quale vado assolutamente in deliquio!
che belle! da mio suocero abbiamo le mele campanine, piccole ma squisite mele di una volta. dolcissime, sono ottime al forno, ma anche per fare torte.
Sull’articolo di Carotenuto non so esprimermi, ma per altre cose è uno dei pochi siti per avere informazioni alternative, per esempio sull’America Latina. A proposito, e l’Honduras? non se ne parla più…
“che belle”. mah. Belle mica tanto. Rugginose, qualcuna bacata, molte con un lato verde-verde che non ispira proprio bontà. Non a caso mi pare di non aver letto l’espressione “che buone!”.
Oh, Dario! “Io dalle mie parti trovo solo Abate e Williams”. Ok, lasciamo stare l’Abate, buonina, ma un po’ sempliciotta. Ma la Williams! Vorresti snobbarla? Peccato. Dico solo, ad esempio, che i distillati che si ottengono da quel frutto sono sempre sopraffini…
@Bacillus, se potessi te ne spedirei un po’..:)
@bacillus: e chi le snobba 🙂 Solo che di varieta’ di pere, al supermercato, ne trovo molte molte meno che non di mele ad esempio, dove almeno ho cinque o sei possibilita’ 🙂
Bentornato tra noi, ti davamo per disperso sul mio blog 🙂
Insomma non è solo bellezza, l’Angelica è pure buona. Mi avete convinto. Però cercate di capire questa mia diffidenza nei confronti della mania per l’ “autoctono”, per le “varietà locali”, per le “tradizioni legate al territorio”. Oggi abbiamo vendemmiato quei due filari che ho lì quasi per caso di una varietà assolutamente friulana: la Ribolla Gialla. Poca roba, 7-8 quintali. Il vino che se ne ottiene è assai di moda, ha una certa fama, è piuttosto ricercato. Eppure, l’enotecnico che è in me è inorridito! Non dovrei dirlo, ma non c’è uva peggiore per fare vino. Una ciofeca pazzesca. Qualcuno dirà: ma la tua uva non era coltivata in condizioni ideali, altri la sanno fare meglio. Certo, come no. Ma anche nelle migliori condizioni, resta una ciofeca pazzesca.
Sta di fatto che, come faceva notare Dario, sul mercato non si trova un’ampia offerta di varietà di pere. Tendenze del mercato o difficoltà tecniche di produzione? Non sono molto informato in merito, sarebbe interessante conoscere i dettagli. Nel mio pessimismo propendo per la seconda ipotesi.
slurp! altrochè se è buona l’angelica, direi che l’unica concorrente degna è la williams (e la coscia, per la quale ho un legame affettivo, del tutto personale però) e poi si mantiene a lungo
il problema è trovarla fuori dalla zona: io sto in romagna ed il mio vivaista le ha per fortuna