Il costo delle arance

Si chiama proprio così:Arance piccole, il nuovo sito web nato dall’esperienza dell’agronomo siciliano Corrado Vigo. Tutto quello che c’è da sapere sulle arance siciliane e sulle filiere produttive, perchè quest’anno sono di pezzatura medio-piccola? Quanto costa produrle? Quanto costa raccoglierle? e quanto incassa il produttore? Buona lettura e rinnovo i complimenti a Corrado Vigo per la sua passione e impegno.


Cartocci

Cosa c’è dentro? tutta da leggere la divertente cronaca Cotto-scartato-assaggiato  con i suoi annessi risvolti culturali. Dedicato a  tutti quelli che: Cucinare? è tempo perso!

Fonte: La cucina di qb


Hello Kitty sotto zero

Avvistata la vaschetta del gelato della linea Hello Kitty. Non è la prima volta che la Motta-Nestlè dedica alla micetta Kitty alcuni gelati, sono già arrivati la coppetta e lo stecco dedicati a quella che viene chiamata “kidult generation.”

Cosa c’è dentro la new entry? il gelato al gusto di vaniglia e gelato alla fragola con cereali ricoperti al cioccolato?

Ingredienti: latte scremato reidratato, olio vegetale, zucchero, sciroppo di glucosio, acqua, purea di fragole (7,2%), siero di latte in polvere, cereali ricoperti al cioccolato bianco [zucchero, burro di cacao, latte intero in polvere, emulsionanti lecitine (di soia), aromi) (45,25 corrispondente a 1,2% sul totale del prodotto), zucchero, farina di mais e di malto d’orzo (18,2% corrispondente a 0,5% sul totale del prodotto), emulsionanti mono- e digliceridi degli acidi grassi, agenti di rivestimento gommalacca e gomma arabica, colorante cocciniglia, aromi, sale, grasso vegetale, alcool, sciroppo di glucosio, correttore di acidita’ acido citrico] (2,8%), succo di limone, aromi, addensanti gomma di guar, farina di semi di carrube e alghe euchema trasformate, emulsionanti mono- e digliceridi degli acidi grassi, colorante rosso di barbatietola, acidificante acido citrico. Può contenere tracce di frutta a guscio e uova.

Tabella nutrizionale Per 100g di prodotto
Valore energetico Kcal 218
Proteine 2,5 g
Carboidrati 25,1 g
Di cui Zuccheri 22,3 g

Grassi 11,7 g
Di cui Saturi 7,5 g

Fibre Alimentari 0,2 g

Sodio 0.05 g

Fonte immagine


De Kit Kat gustibus non est disputandum

Stamattina passando davanti ad un distribuore automatico dislocato nella scuola di mia figlia ho notato i Kit kat tra gli snacks in vendita. Ho ripensato alla protesta di cui ho scritto qualche giorno fa. Sapete quanti sono i gusti in vendita? piu’ di un centinaio.
Per esempio, pensate che sia frutto di photoshop l’immagine? vi sbagliate, esiste veramente il gusto grilled corn, del Kit Kat. Uno dei trend alimentari seguiti dalle principali aziende negli ultimi anni è declinare prodotti ai gusti e sapori locali. La Nestlè per dire ha proposto recentemente addirittura 19 nuovi gusti in Giappone dove lo snack è decisamente un prodotto di successo tra i giovani. Il motivo? sembra che sia dovuto proprio al nome perchè è molto simile alla frase “kitto Katsu“, che è un saluto bene augurante.
I nuovi prodotti in edizione limitata saranno in vendita in regioni diverse dello stato. I gusti sono davvero strani e bizzarri come “salsa di soia“, “caramello”, “patata dolce,“patata al burro”, “Roasted Green Tea”,”Aceto di mele”, “Uva moscato,” “castagna“. C’è anche il gusto “Ramune soda“, ho imparato che Ramune è il nome di una bevanda analcolica frizzante diffuse in Giappone. Non manca il gusto “miso“, il condimento derivato dai semi di soia.
De gustibus..

Si trovano delle recensioni ma in nessuno dei blogs che ho visitato, sono inseriti gli ingredienti che restano quindi misteriosi. Commenti e critiche ai vari gusti su Breaktown.com Pockywatch, The impulsive buy e su Japanese snack reviews.

Jenkens kit kat blog poi è dedicato esclusivamente a recensioni dei kit kat.

Fonte


This is why you're fat

fat

L’abitudine di fotografare il cibo, non solo quello che prepariamo in casa ma anche quello che ci capita di vedere, osservare, ordinare quando siamo fuori a pranzo, al ristorante, al fast food, per strada, ha generato tantissimo materiale, basta guardare nei vari social network. Il materiale che hanno raccolto Jessica Amason e Richard Blakeley, i due autori del blog “This is why you’re fat”, è ad altissimo indice aterogenico, ne è uscito anche il libro This Is Why You’re Fat: Where Dreams Become Heart Attacks.

Adatto solo ad un pubblico dallo stomaco forte…soprattutto a quest’ora del mattino.

This is why you’re fat,


Fancy Fast Food

mosaicfastfood

L’obiettivo è trasformare gli ingredienti e dare un volto nuovo a quello appena acquistato al fast food. Acquistate e giunti a casa, siete liberi di dissezionare, tagliare, frullare, mixare, ricombinare, evaporare.. la Coca cola per esempio, avete mai pensato di usarla per preparare una salsa? Ricordate la Fried Coke? Rigorosamente vietato aggiungere altri ingredienti per abbellire. Via ovviamente anche piatti e bicchieroni di plastica. Tutto questo nel blog Fancy Fast Food.

Come trasformare i Popeyes Bonafide spicy fried chicken dinner? la Coke e altre salse? nella foto il risultato. 🙂


Starbucks. Il buono e il cattivo del caffè

Un libro su Starbucks? Esatto. L’autore è Taylor Clark, un giornalista d’inchiesta che per anni ha lavorato al Willamette Week, settimanale di Portland, città che insieme a Seattle è stata fra le prime investite dall’espansione di Starbucks. Clark ripercorre quindi la storia del brand, l’idea percorsa dal fondatore Howard Schultz, indaga in dettaglio la cultura aziendale, le cause della sua espansione e le ragioni per cui è amata e avversata in egual misura. Nel libro si trovano interviste ai protagonisti di Starbucks e ai suoi concorrenti, fra cui Illycaffè. Quali sono le ragioni del successo dei suoi prodotti, il latte e i frappuccinos?

Altri dettagli li trovate nel blog dedicato alla pubblicazione.

Via.


Grasso che cola al fast food?

A dieta da McDonald’s

Cosa hanno in comune Chris Coleson, Doug Lagelais, Merab Morgan e Morgan Spurlock? Tutti e quattro per tempi diversi hanno deciso di mangiare esclusivamente al fast food, scegliendo combinazioni varie nel menu del McDonald. Sappiamo cosa è accaduto al regista Morgan Spurlock diventato famoso con il suo documentario Super Sized me in cui ha dimostrato gli effetti di una alimentazione non troppo equilibrata sul suo peso corporeo e sul metabolismo.

Gli altri tre forse pensavano di diventare ugualmente celebri,storie completamente diverse poichè hanno dichiarato di essere dimagriti dopo periodi di 30 o 90 giorni a base di pasti Mcdonald’s. Per la verità hanno ammesso pubblicamente di aver evitato patatine e salse e di aver scelto piatti a base di insalata, grilled chicken e snacks di frutta, complessivamente circa 1200-1400 kcal al giorno. Forse speravano di raggiungere una notorietà maggiore ma la McDonald’s non ha voluto sapere delle loro storie.

Doug Lagelais, l’ultimo della serie, aveva annunciato anche che avrebbe raccontato la sua esperienza nel suo blog Mcdoug.blogspot.com , ma a vedere il suo diario, non lo ha aggiornato troppo, però alla fine del suo periodo di dieta è stato ospite nello spettacolo della trasmissione “Rachel Ray Show“.

Con quali titoli è stata accolta la notizia della dieta di Mr.Lagelais?

Mangiare da McDonald’s fa dimagrire

Vuoi dimagrire? Mangia da McDonald’s

Non ci entusiasmiamo troppo. Come mostra il video trasmesso durante la trasmissione, Mr. Lagelais ha abbinato il periodo ipocalorico all’attività fisica. Quindi nessuna sorpresa che ci sia stato un calo ponderale.

A proposito di diete, come non ricordare Grasso che cola, il blog messo in piedi dal mio amico Antonio Tombolini quando decise di dimagrire 10 kg in 30 giorni?


Fooducate

Oggi vi segnalo un blog che è entrato nei miei bookmarks. Mi è piaciuto subito, forse per l’affinità con gli argomenti che tratto su Trashfood. Si tratta di Fooducate.Eat a bit better.

E date uno sguardo anche al Food comparison tool.


Pimpinella e altre erbe di campo in rete

Mi ha scritto Laura un po’ di tempo fa per segnalarmi l’azienda di famiglia in cui si coltivano erbe di campo che poi vengono confezionate. I loro prodotti quindi appartengono alla IV gamma e sono già in vendita in diversi centri commerciali delle Marche. Il valore aggiunto di questi prodotti è che non si tratta di insalate comuni, ma erbe di campo dimenticate come caccialepre, crespigna, pimpinella,tarassaco. Le erbe coltivate sono state selezionate in collaborazione con agronomi e botanici e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si è dimostrato particolarmente ricco di queste varietà. Con Laura abbiamo parlato insieme della loro attività, ho anche assaggiato i loro prodotti arrivati in perfette condizioni in una speciale confezione nonostante il caldo estivo. Ho suggerito loro di aprire un blog in cui raccontare la loro attività. Qualche giorno fa Laura mi ha riscritto informandomi che aveva deciso di buttarsi e di iniziare a scrivere il blog. E allora uso questo spazio per dare loro dei suggerimenti.

Cosa dovrebbero fare Laura e sua sorella per convincermi a continuare a leggere il loro blog aziendale?

-Fatevi conoscere, tu e tua sorella. E poi presentateci tutti coloro che si occupano della coltivazione, raccolta, lavorazione, tutti coloro che lavorano e hanno un ruolo nella filiera.

-Dopo le persone, descrivete i luoghi, inserite foto della zona in cui si coltivano le varie erbe, il paesaggio. Una mappa sarebbe utile, se qualcuno vuole venire a trovarvi può farlo?

-Raccontateci i prodotti, come è avvenuta la selezione? Successi e difficoltà.

-Non ho tempo di scrivere! È La giustificazione che mi è capitato di sentire piu’ spesso, tutte le volte in cui chiacchierando con imprenditori che avevano già un sito internet, suggerivo loro di cimentarsi nel blog. Avete deciso di iniziare? Bene. Aggiornate con frequenza accettabile, almeno un post a settimana.

-Il blog è solo uno dei social media che potrete usare, altri social network possono essere collegati.

-Siate pronte a rispondere ai commenti e anche alle critiche.

-Vi posso suggerire dei food producer blogger come esempi? La parte agricola della rete. Carlo Zaccaria con il suo riso. Carlo è anche finito in prima pagina su Repubblica un anno fa. Un blog sulla pastorizia,Pascolo vagante curato da Marzia Verona. Fienile in fermento di Andrea Bezzecchi, 50% avvocato,100% Balsamico. Gianpaolo Paglia, produttore e comunicatore di vino. Francesco Travaglini, l’inventore dell’orto digitale. Templum Chrisae curato da Giovanni Trovati,specializzato nella coltivazione e trasformazione di pesche tardive di Leonforte. Andrea e il suo Orto del Pian del Bosco. Vino e olio sono raccontati anche da Andrea Pagliantini. Persone da seguire e con cui confrontarsi

Buon lavoro!

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