Oli di pesce e acidi grassi omega 3
Pubblicato: 2008/03/15 Archiviato in: L'angolo chimico, La borsa della spesa 14 commentiNew entry nel banco frigo. Un nuovo latte della Parmalat a cui piacciono gli acidi grassi omega 3 nonostante uno degli ultimi prodotti, il latte Parmalat Omega 3, sia finito nel mirino dell’Istituto di autodisciplina pubblicitario e le dichiarazioni salutistiche in etichetta siano state dichiarate messaggi fuorvianti.
Il latte è molto utilizzato per produrre alimenti “funzionali” arricchiti di acidi grassi omega 3. L’evoluzione dei precedenti tipi di latte Parmalat contenenti omega 3 si chiama Omega 3 Plus. Rispetto alla versione precedente, Parmalat Omega Plus contiene un insieme di fattori a cui è stato dato il nome di Carditop, oltre alla Vit E, ci sono la Vitamina C e B6, la vitamina B12 e l’acido folico. Carditop: “aiuta la salute del cuore”, viene dichiarato sulla confezione.
La Parmalat è stata tra le prime aziende a mettere in vendita diversi anni fa, un latte UHT contenente l’acido docoesaenoico (DHA) e l’acido eicosapaentenoico (EPA) che sono tra gli acidi grassi poliinsaturi omega 3 piu’ studiati. Ci sono centinia di articoli scientifici sul loro ruolo nella maturazione del sistema nervoso durante il periodo fetale e neonatale. Altro settore attivo è lo studio dell’effetto degli acidi grassi omega 3 sui livelli di lipidi plasmatici e sulla prevenzione delle dislipidemie. Le principali fonti alimentari di questi acidi grassi sono i prodotti ittici, ma alcuni loro precursori sono contenuti anche in altri alimenti tra cui oli vegetali e la frutta secca. Ma non pensiamo agli aspetti salutistici, vi siete mai chiesti come si ottengono gli acidi grassi omega 3 e quali trattamenti vengono attuati per arricchire il latte?
Produzione degli oli di pesce e degli acidi grassi omega 3
Gli acidi grassi omega 3 vengono estratti in prevalenza dall’ olio di pesce, meglio conosciuto fish oil.
Nella tabella sono riportati alcuni numeri sulla produzione di fish oil nel mondo. L’olio di pesce è un importante derivato dell’industria ittica e per le sue caratteristiche nutrizionali e funzionali è utilizzato in diversi settori industriali. I principali paesi produttori sono Cile e Perù che contribuiscono per oltre il 50% alla produzione mondiale. Negli ultimi anni, a fronte di una progressiva riduzione dell’offerta di olio sul mercato mondiale, si è osservata una crescita della domanda soprattutto nel settore dell’acquacoltura. Questo comparto, infatti, impiega più dell’80% di olio come costituente dei mangimi per l’allevamento dei pesci, mentre la restante parte è utilizzata dalle industrie alimentare, farmaceutica e chimica.
Il ruolo delle biotecnologie. Per evitare il rischio di contaminazioni da metalli pesanti, negli ultimi anni, grazie a biotecnologie adeguate, è stato possibile ottenere la sintesi dell’acido docoesaenoico (DHA) da alcune micro-alghe. Il DHA ottenuto dall’alga Schizochytrium s. è stato autorizzato come novel food in Europa e in altri stati. Nella figura è schematizzata la produzione di acidi grassi polinsaturi dalla fermentazione algale. Come indicato, queste filiere, permettono di ottenere anche altre molecole utili come i carotenoidi.
Come avviene l’arricchimento del latte con l’olio di pesce?
I primi tipi di latte con omega 3 non hanno riscontrato un gran successo nei consumatori per le sfavorevoli proprietà organolettiche. Con il passare degli anni sono state apportate delle modifiche nei processi produttivi. La DSM ha introdotto alcuni anni fa una tecnologia che aggiunge gli acidi grassi omega-3 al latte durante i passaggi finali del confezionamento, grazie ad una apparecchiatura Tetra Pak AromPak.
Esistono delle alternative per arricchire il latte di acidi grassi omega 3? In alcuni studi, si è intervenuto sull’alimentazione delle bovine con mangimi arricchiti di fish oil. In questo caso il latte bovino che si ottiene, contiene livelli piu’ elevati rispetto a quello che si ottiene nelle bovine alimentate senza fish oil anche se esistono dati contrastanti sull’efficacia dell’intervento.
Ottenere i fish oil è costoso, è giusto alimentare dei ruminanti con l’olio di pesce? solo per aumentare il livello di acidi grassi omega 3?
Ecco l’etichetta nutrizionale di Omega 3 Plus che riporta in dettaglio non solo il livello totale di acidi grassi omega 3, sono indicati anche i contenuti di DHA e di EPA e delle vitamine.
Prossimamenente altri dettagli sulla produzione degli acidi grassi omega 3, sulle fonti alimentari e altri prodotti a confronto.
Gianna, é tutto molto interessante ma, da consumatore finale, la domanda é: se mangio pesce una volta alla settimana posso fare a meno di questo latte integrato o ci apporta cosí tanti benefici che va comprato?
(detto in parole povere: é una fregatura? 😀 )
ma scusa, gianna, non pensi alla salute delle vacche che migliora?
vita sedentaria, lavori forzati, anche la domenica. Mi sembra il minimo integrare nella loro dieta un po’ di omega3 …
…io ho un’idea da diversi anni, confermata da un microbiologo molto importante, se vuoi farci i soldi o se conosci che riesce a lucrarci su ciò fai pure, mica è il mio campo l’alimentare…:
mi piacerebbe riuscire a calcolare la superficie frattale delle pareti cellulari dei batteri lattici, come dicevamo, alcune centinaia di miliardi a litro.
E ricordare la semplice regoletta che man mano la temperatura scende, per garantire la corretta permeabilità del mosaico fluido, aumenta il tenore in acidi grassi insaturi…
bene: io selezionerei fermenti lattici criofili.
forse il problema del latte omega tre non lo risolvo (ma se io addittivassi il latte, non ci sarebbe maggiore resa del somministrarlo alle vacche?) però ho creato un prodotto “naturalmente” più salutare.
altra alternativa sarebbe modificare geneticamente una vacca. Che produce latte ricco in omega tre – sei – nove – dodici – quindici. Col sapor di cioccolato, per favore
@Davide. hai letto la storia di Marge?http://scienceblogs.com/insolence/2007/05/dairy_cows_read_the_writing_on_the_wall.php
@Grissino.Il DHa e l’Epa non sono acidi grassi essenziali, vengono sintetizzati dall’acido alfa-linolenico. Può interessare avere qualche dato?
Interessante e sconcertante scoprire che le mucche vengono alimentate con fish oil per aumentare il contenuto di omega 3 del latte!
Complimenti per il lavro di ricerca e informazione.
Marco
Ma invece di addizionare il latte con prodotti che alla fine sono di sintesi, non è meglio assumere omega 3 da altre fonti? Tipo l’olio di lino spremuto a freddo.
Credo che si tratti una trovata pubblicitaria per cercare nuove fette di mercato e aumentare il prezzo del latte.
La centrale del latte di Firenze (www.mukki.it) ha ben 4 tipi diversi di latte addizionato e li sta spingendo a forza di concorsi a premio e raccolte punti. E’ inutile dire che si tratta di confezioni da 500ml che costano (paragonando il prezzo al litro) molto più del latte fresco di alta qualità.
Personalmente cerco di assumere gli Omega3 col pesce e le vitamine con frutta e verdura fresche. Se proprio dovessi assumere delle dosi aggiuntive di Omega 3 opterei per il classico olio di fegato di merluzzo (in capsule).
Vi consiglio di cercare in rete un vecchio spettacolo di Beppe Grillo in cui, parlando del latte con gli Omega3, faceva colazione… inzuppando un baccalà in una tazza di latte…
Io assumo direttamente omega 3 in capsule o direttamente in olio. Credo sia importante che la quantità assunta giornalmente non sia infinitesima per avere effetti benefici.
Ciao
sono con Marco. Il tutto fa parte della grande rivoluzione dei ‘super foods’ che da qualche annetto ha fatto breccia sul mercato. Questi addizionamenti (?) stanno gia’ dando da pensare. In UK, ad es. , per legge il pane e farine devono essere addizionate di acido folico, peccato che questo crei problemi ad es. a chi e’ carente di vitamina B12 – puo’ mascherare un’anemia che porterebbe a gravi problemi al sistema nervoso. Ma possibile mai che il concetto di ‘dieta variata’ sia cosi’ difficile da accettare?
Sull’importanza di arricchire la dieta con omega 3 non vi sono piu’dubbi; anche se per ottenere un effetto preventivo nella gestione del rischio cardio-vascolare sarebbe opportuno assumere un preciso Pattern di omega 3-6-9 nel rapporto 1:6:7 in quanto il migliore possibile per osservare gli effetti preventivi degli acidi grassi insaturi e dei loro metaboliti attivi.Inoltre dovrebbero essere assunte vitamine: B6 funzione coenz. nel metabolismo dei carboidrati,lipidi e proteine e eccellente protezione della parete vasale. B9 contrasto degli stati anemici e controllo dei livelli ematici di Omocisteina che ben sappiamo essere uno dei principali fattori del rischio cardio-vascolare.Detto questo, mi permetto di richiamare l’ attenzione di colleghi medici e biologi su un altro importantissimo aspetto che mi pare, leggendo il forum assolutamente trascurato, ovvero l’ uso di oli di pesce; vorrei ricordare che i processi di ossidazione non sono arrestabili e che l’ assunzione di oli perossidati, comporta un aumenti esponenziali dei livelli di radicali liberi extra ed intra cellulari. per non parlare poi del mercurio contenuto nel pesce ( p. spada tonno ecc)che neanche i piu’ sofisticati sistemi di depurazione riescono ad eliminare del tutto!! Mi sembra veramente un rischio-beneficio troppo sbilanciato.Allo stato dll’ arte la letteratura mondiale propone in alternativa agli oli di pesce l’ estratto secco dei semi di Baob. i quali possono fornire nella forma farmaceutica di compressa masticabile tutti gli apporti omega senza rischio di ossidazione e tossicita’ da mercurio. Nhella speranza di aver stimolato un po’ di curiosita’ in tal senso, ed in attesa di pareri graditissimi, saluto tutti cordialmente. Giorgio
intervento molto interessante, Giorgio, grazie. Oltretutto il problema degli oli di pesce e’ fortemente legato al discorso ecoequilibri globali: e’ giusto esaurire le fonti ‘naturali’ di pesce o, ancora peggio, creare ulteriori problemi di inquinamento ambientale con l’acquacultura solo per soddisfare il bisogno di Omega3? Per quanto riguarda l’estratto di semi di baobab, rimane (correggetemi se sbaglio) un’alternativa ma non al pari dell’omega 3 di origine animale, piu’ efficace perche’ viene metabolizzato in maniera diversa. Vorrei aggiungere un paio di osservazioni di carattere legale. Negli US la regolamentazione che riguarda queste sostanze funzionali e’ inclusa nel Dietary Supplement Health and Education Act. La Food and Drug Administration tratta queste sostanze come cibi ma non come sostanze medicinali e curative nonostante vengano poi commercializzate come tali. Le ditte produttrici non sono tenute a provare l’effettiva veridicita’ delle qualita’ pubblicizzate nel prodotto. Il che mi fa pensare subito alla class action in corso in California contro i prodotti Activia etc. perche’ (giustamente) accusati di pubblicita’ ingannevole. La direttiva europea precede che tali sostanze siano sicure per la salute – sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Sappiamo bene che l’apporto di grosse quantita’ di vitamine e’ o inutile (perche’ il corpo non ne assorbe piu’ di tanto) o pure dannose. L’ UK, si e’ da sempre opposta alla regolamentazione di queste sostanze, pur incontrando le proteste di molti in nome della benedetta ‘scelta’ del consumatore. La questione e’ rimbalzata di tribunale in tribunale, e il generale approccio e’ tuttora quello della prudenza. Da tanti medici continuo a sentire sempre che e’ opportuno parlare con il proprio medico di fiducia prima di imbottirsi di vitamine o supplementi di alcun tipo. Peccato che poi l’industria alimentare faccia quello che gli pare e la gente comune continui a confondersi le idee.
giorgio, l’inquinamento da mercurio riguarda uno scandalo alimentare molto antico e circoscritto, dovuto soprattutto alla presenza di miniere e industrie che lo lavoravano in giappone, non ricordo nemmeno la zona dato che ho solo letto questo scandalo.
concordo con te sui rapporti tra gli acidi grassi però ricordo che non è possibile assumere quantità industriali proprio per il livello di ossidazione che, nemmeno l’ascorbico può riparare e potrebbero portare a dei danni piuttosto che dei vantaggi.
invece vorrei porre l’attenzione su un altro aspetto, tipico della nutraceutica, che io considero interessante. io non mi metterò mai, nella mia vita, a bere un cucchiaio di olio di lino al giorno 1) perchè non so se mai nessuno di voi lo ha assaggiato 2) non esiste punto e basta, non lo bevo.
nel latte che, da persona benestante, potrei acquistare, è possibile che unisco l’alimentazione alla salute, ed in questo contesto ha un senso cercare e ricercare prodotti nutraceutici.
guardate che non è sbagliata l’ottica, soprattutto americana e dei paesi anglosassoni di unire la medicina all’alimentazione e quest’ottica della prevenzione.
si discute sull’impiego di additivi negli alimenti, ok
costoro hanno deciso di non usare additivi, ma produrre un latte più ricco in omega tre…ha un senso in questo contesto la loro scelta. come ho scritto qualche settimana fa, io non la condivido a pieno, però pensandoci bene… potrebbero inventare un’erba modificata geneticamente che stimola il metabolismo degli omega tre, questo, ingerito dalle mucche…produce latte arricchito… no?????? 🙂 🙂 🙂
uh, ma non lo stanno gia’ facendo, Davide? in Nuova Zelanda stanno producendo latte cosi’ ma non ricordo se sia la dieta delle mucche che lo determini – se non erro e’ una mutazione genetica…
per riallacciarci all’omega 3 – dal wall street journal (Fish-Oil Doses Can Be Hard To Swallow;
… the federal National Institutes of Health concluded after a massive review three years ago that consuming omega-3 fatty acids cuts the risk of death from heart attacks and other cardiovascular causes, can reduce the joint pain of rheumatoid arthritis and “appears” important for proper brain development and function.
Because of news like that, the market for fish-oil supplements is booming. U.S. omega-3 supplement sales reached an estimated $600 million last year, up 20% from a year earlier, says the Global Organization for EPA and DHA Omega-3s, a Salt Lake City trade group. (The two key omega-3 fatty acids are called EPA and DHA.) Omega-3 fatty acids now rank as the fifth-best-selling dietary supplement, behind multivitamins, calcium and vitamins C and E.
….
Fish may good for you, but you can get risky doses of mercury and other toxins by consuming lots of it. That is one reason the American Heart Association recommends that people who need to lower triglycerides to ward off heart attacks take omega-3 capsules. The suggested dose is two to four grams of EPA and DHA a day, which supplements can provide toxin-free. For healthy adults seeking merely to cut cardiac risks, the heart association says eating fatty fish, such as salmon, at least twice a week is probably enough.
But how much omega-3 should you take if you are trying to ease the joint inflammation of rheumatoid arthritis? Or ward off Alzheimer’s disease? Or alleviate depression?
Unfortunately, there aren’t enough clinical data to give firm answers. But the omega-3 literature affords hints. Results in various rheumatoid-arthritis trials indicate that you need to take more than two grams, perhaps 10 typical capsules, of omega-3 fatty acids a day to significantly curtail joint inflammation and pain.
For maintaining brain health, the overall data on omega-3’s potential are inconclusive, according to the NIH. But a recent Dutch study showed that about 400 milligrams of EPA and DHA a day — which you can get from two typical omega-3 capsules — helped elderly men maintain mental acuity. The study found that the more omega-3 ingested, the greater the benefit.
All this suggests that you may have to take a half dozen or more typical omega-3 pills a day to get the kind of benefits observed in clinical trials with fish oil. But soon it may get easier to get such hefty doses without taking so many pills. A growing number of foods are fortified with omega-3, everything from yogurt to orange juice, including more than 1,200 such products launched in 2006 alone, according to the London-based market researcher Datamonitor. Such foods typically don’t contain much omega-3 — a fortified egg might contain half as much as a typical capsule. But as more fortified foods come to market, it will be easier to get omega-3 in your diet.
There is another reason popping fish-oil capsules by the fistful may be overkill. Many scientists believe omega-3’s benefits flow primarily from its ability to damp low-level inflammation, which is thought to be a key culprit in just about every major scourge of aging, from clogged arteries to Alzheimer’s. Studies over the past few years suggest that taking small doses of aspirin daily, which many people do to prevent heart attacks, magnifies the anti-inflammatory effect of taking fish oil.
Indeed, some of the most dramatic evidence of fish oil’s heart benefits came from a 1999 Italian study in which patients who had recently had heart attacks showed a 45% reduction in subsequent “sudden cardiac death” when given modest fish-oil doses (the amount in about three typical omega-3 capsules). The supplements’ striking effectiveness may well have been magnified by the fact that many of the patients were also taking aspirin daily.
Interessante come l’industria usi solo l’informazione che ritiene piu’ vantaggiosa per commercializzare questi prodotti.
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