Focus su Olestra
Pubblicato: 2008/04/19 Archiviato in: Additivi, L'angolo chimico 26 commentiL’ultimo numero di Focus contiene un articolo di Amelia Beltramini sui cibi e sulle bibite light. Si parla anche di un nuovo grasso non assorbibile che è arrivato sul mercato: l’Olestra. I lettori potrebbero pensare che il nuovo grasso sia in vendita anche in Italia. Non è così.
Con il termine Olestra ci riferiamo ad un poliestere del saccarosio che è stato prodotto nei laboratori della Procter&Gamble.
Nel suo libro Food Politics, la nutrizionista Marion Nestle dedica a Olestra un intero capitolo: A 30-year regulatory saga. Pensate che la scoperta di Olestra da parte dei ricercatori della Procter & Gamble risale al 1968 ma solo nel 1997 arrivarono sul mercato degli snacks prodotti con questo composto.
Gli acidi grassi che si trovano legati al disaccaride variano da 5 a 8 molecole, per confronto ricordiamo che i trigliceridi contengono 3 acidi grassi esterificati con una molecola di glicerolo. Gli acidi grassi utilizzati nella reazione dai ricercatori della Procter&Gamble, hanno permesso di arrivare ad un prodotto che presenta proprietà organolettiche simili ai grassi e oli. La molecola dell’Olestra, per le sue caratteristiche strutturali non viene idrolizzata dagli enzimi che partecipano alla digestione dei trigliceridi e neanche dalla flora batterica intestinale. Ne risulta un apporto calorico nullo ed è per questo che Olestra si è candidato come sostituto degli oli nella produzione di snacks light.
Il sostituto dei grassi della Procter & Gamble, il cui impiego (con marchio Olean) è limitato al settore degli snacks salati prodotti in USA, ha suscitato numerose polemiche. I primi snacks immessi sul mercato dovevano riportare la scritta: “contains Olestra” avvertendo i consumatori degli effetti negativi sull’assorbimento di vitamine liposolubili e sugli effetti collaterali a livello intestinale.
Nel 2003 la FDA ha comunque autorizzato la rimozione della scritta dalle confezioni a seguito di un esame della letteratura in cui non erano emerse differenze significative sui problemi intestinali provocati da snacks normali e quelli prodotti con Olean.
Fa un certo effetto vedere sul sito di Olean, il marchio con cui viene venduto Olestra, il contatore che informa i lettori sul numero degli snacks prodotti utilizzando questo sostituto dell’olio.
Rimango dell’idea: mangiare bene e mangiare meglio. Non imbottirsi di schifezze light sintetiche.
Ho visto l’Olestra proprio un paio di giorni fa (qui a New York intendo), sulle Pringles light, e mi chiedevo cosa fosse… grazie Gianna!
C’è già il saccarosio clorurato che non viene metabolizzato, di questo passo ci ritroveremo a mangiare plastica saporita e unta.
Invece di correggere le cattive abitudini alimentari, ci si mette a correggere la natura.
@Ciao Paolo! come sono le Pringles made with Olestra?
@Gunnar, si, infatto il sucralosio (Splenda) è un derivato clorurato del saccarosio.
si – di queste cose si parla da tanto tempo ma solo da poco si e’ iniziato a comprendere i problemi che stanno creando a livello digestivo. Mi ricordo che tanti anni fa (negli anni 80) si parlo ‘ in un servizio TV di come fossero fatti certi prodotti tipo mousse e yogurth e se non erro il commentatore uso’ l’espressione ‘di plastica’ per descriverne il contenuto… non e’ andato troppo di fantasia, questo e’ quello che sono… d’altronde anche altri snacks, vi ricordate i fonzies e simili? e le ‘nuvole di drago’ dei ristoranti cinesi? anche quelle non sembrano proprio il massimo….
…Pensi davvero che le abbia assaggiate?! 🙂 non me la sentivo proprio… e non solo per l’intolleranza al lattosio!
io sono favorevole all’olestra, l’ho studiato in un seminario di nutrizione
ma non ho voglia di fare polemiche
ciao
davide
Beh, se hai motivi per essere favorevole, penso nessuno la considerera’ una polemica se ce ne parli! almeno, io non sono certo un tipo “da polemmiche” 🙂 sono in ascolto!
neanche io lo considero una polemica, ci mancherebbe altro! 😉
Gianna,
nella tua collezione di copertine di riviste sul cibo ti sei persa il supplemento della rivista “Il Salvagente” di un paio di settimane fa con tutta la storia della diossina… (partita proprio da alcune analisi de “Il Salvagente”). Un fascicoletto abbastanza corposo (non ricordo ma dovrebbero essere circa 14 o 16 pagine) tutto sul fenomeno diossina… Mi sarei aspettato un tuo commento su questo supplemento…
@Davide, anche a me farebbe piacere sapere le tue riflessioni su Olestra.
@Marco.Mi sono persa il dossier sul Salvagente in edicola.Si trova in rete il materiale?
ecco, fatemi sapere perche’ ad es. il numero del Salvagente sui grassi trasformati (da te menzionato, Gianna, sul post dei grassi) io non sono riuscita a trovarlo….
@Gianna e @Stefania
Non credo che il supplemento del Salvagente si trovi in rete (o perlomeno io non l’ho trovato). Potresti chiedere un arretrato alla redazione (http://www.ilsalvagente.it/) o alla tua edicola. Purtroppo, nonostante gli sforzi del settimanale, la distribuzione nelle edicole lascia alquanto a desiderare e infatti, per essere sicuro di trovarlo, io mi sono dovuto abbonare…
Forse a casa dovrei avere la copia cartacea ma non sono sicuro…
uh, e se trovassi proprio quell’articolo sui trans-fats, se hai accesso ad uno scanner, potresti mica ‘scannarlo’ e mandarmelo per email ? In effetti anche io l’ho cercato sul sito, e nonostante abbiano un archivio, evidentemente non ci tengono tutto…
le mie riflessioni, effettuate in apposita sede e a suo tempo(2003) mi fecero giudicare positivamente queste molecole.
non ho molto tempo in questi giorni per seguire il sito e per potere replicare, sono convinto che voi siate più contrari al fatto di “ingerire senza nutrirsi” più che al “quale molecola ingerire” per cui condivido il vostro punto di vista.
Fatta breve, non esistono enzimi nel sistema digestivo che possano attaccare queste molecole, di cui si hanno perciò solamente effetti sensoriali nel primo (e nell’ultimo!) tratto digestivo
avete notizie differenti, sulle olestre gianna oppure esistono nuovi studi al riguardo? pensi che le mie considerazioni siano totalmente sbagliate?
mi sembra che siano nate da una reazione radicalica che avviene durante la frittura, e poi implementata la forma chimica “ad hoc” per avere il massimo degli effetti “sensoriali” ed il minimo degli effetti “indesiderati”. Comunque sia è un’eccellente derivato da “ingegneria chimica”. Complimenti al suo creatore, e -mi pare che abbiate carpito esattamente la natura di questa molecola – complimenti anche a chi ne contesta l’utilizzo. Resta il fatto che io sono rimasto all’assenza di effetti tossici, ma posso sbagliarmi non aggiornandomi dal 2003 al riguardo
Ciao Davide. Ti passo un paio di idee come spunti di riflessione: per quanto mi riguarda il problema di ‘ingerire senza nutrirmi’ non e’ importante, perche’ ho bisogno di avere la certezza di nutrirmi – sopratutto perche’ ho uno stile di vita … diciamo atletico – visto che mi alleno 6-7 ore alla settimana. E so che prima di allenarmi devo ingerire quel tot di nutrienti che mi possano garantire adeguati livelli di energia durante lo sforzo fisico – eventualmente mi porto dietro una banana, un pezzo di pane, se so di trattenermi per 2 ore (non le pringles per questa ragione). Quindi, semmai vado a cercare le calorie , non le ‘non-calorie’ (questo per spiegarti l’approccio) – e non faccio uso di shakes o di integratori industriali perche’ non mi piacciono come gusto.
Se non ho questa esigenza probabilmente mangerei queste patatine per caso, perche’ magari sono in mezzo alla strada o a casa di amici per un drink e allora meglio quello di niente. Ma in entrambe le situazioni descritte stiamo parlando una persona in pieno controllo delle sue scelte alimentari. Il problema e’ che questa molecola va a finire in svariati prodotti e catene alimentari, per cui uno si ritrova ad ingerirlo piu’ volte senza saperlo. Con gli effetti ampiamente documentati a livello accademico – se digiti Google Scholar
http://scholar.google.co.uk/
trovi alcuni studi che riportano gli effetti collaterali di questo prodotto (tipo Additive gastrointestinal effects with concomitant use of olestra and orlistat).
diciamo che uno non ci muore, ma anche che non sta benissimo dopo aver ingerito questa molecola 😀
Poi naturalmente c’e’ da considerare che siamo persone differenti e che certi effetti digestivi possono quindi differire da persona a persona. Eppure c’e’ stato un aumento delle persone ‘intolleranti’ (non allergiche) a certe sostanze e ora ci si chiede come mai?! e una teoria ricorrente e’ proprio quella che le mette in relazione a certe sostanze perennemente presenti in salse, bibite e altri prodotti pronti o semipreparati e che quindi il corpo non riesce ad elminare completamente. Un altro esempio sono le farine ricavate dalla soya – finite nel cioccolato, nel gelato, nel pane (si,anche nel pane in busta o in cassetta) e in altri prodotti che non avremmo mai pensato.
@Stefania
Sai per caso dirmi su quale numero del Salvagente c’è l’articolo che cercavi?
dovrebbe essere Marzo 2006 – comunque forse ce l’ha Gianna! E’ citato in un post di quel periodo sui grassi idrogenati / trans fats. Grazie!
scholar lo conosco, e dio benedica quei santuomini di google per averlo invitato. per me problemi gastrointestinali significa che ti fa… esatto,un po’ come l’actimel, ma di fatto, come fa anche la fibra.
per essere più chiaro, la mia opinione dell’olestra è identica a quella della fibra, se non più che, come per lo zucchero esistono gli edulcoranti, per le sostanze grasse esiste l’olestra.
mi piacerebbe invece approfondire il tema della neurorisposta del cervello e il coinvolgimento dell’ormone leptina in tutto questo.
Mi trastulla,ripeto, dal 2003 l’idea che il corpo si consideri “sazio”, per il meccanismo di “fame specifica”.
in questo contesto questa molecola potrebbe essere molto più simile ad un medicinale, e, visti gli effetti, penso che possa avere un futuro. sotto prescrizione medica, s’intende
buon ponte
davide
@Davide – si, anche io ogni giorno faccio la preghierina di ringraziamento per google scholar 🙂
ma no, dai, mica l’actimel causa l’incontinenza a quei livelli descritti dal caso….
riguardo alla sensazione di sazieta’, intendi che faccia scatenare un senso di gratifica che che lo renda attraente come applicazione medica ? come una sorta di droga? Ma tutti i grassi danno un senso di gratifica e sazieta’… ?!
Vi suggerisco Pubmed per cercare articoli scientifici
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/
Buona navigazione!
si, ma il bello di Google Scholar e’ che puoi leggere anche interi capitoli di libri…. mica male… 😉
no, non come una droga artificiale, pensavo più alla regolazione ormonale, appunto che coinvolge l’ormone leptina. era un pensiero in libertà.
ciao a tutti, buon altro ponte del primo maggio
davide
comunque non potete non guardare la molecola e non emozionarvi, è una meraviglia dell’ingegneria chimica: una molecola di saccarosio in cui gli OH sono esterificati con C18:2 e co.
mi emoziono, guardandola, quasi quanto osservando il tiaminpirofosfato, l’anello benzenico, il cispentenpirofosfato.
anzi, mi convinco che forse è una delle molecole più innocue, osservatela attentamente.
altra osservazione: qualcuno inventerà la nutrizione attiva: molecole di questo tipo in cui, nella coda esterificata con la molecola centrale, si potrebbero inserire siti attivi, medicinali, zone di adsorbimento specifico per eventuali metaboliti (pro-tumorali), doping (scatena ormoni, non viene assorbito e non si ritrova, se non nelle feci).
piccolo suggerimento…qualcuno ha “forse” già studiato questa potenzialità? (www.mit.edu)
ciao
davide
@Davide, in effetti emoziona anche me..from a molecularly point of view.. pensa a cosa potrebbero fare con acidi grassi di tipo diverso, cis,trans, saturi, insaturi..;)
Ho trovato il saccarosio esterificato con acidi grassi in Gran Soleil Ferrero.
http://www.gransoleil.it/