Espansioni…

Mentre la campagna sulla crisi energetica e alimentare si intensifica a ritmi asfissianti, i dibattiti su ambiente e cibi genuini, obesita’ e dieta si moltiplicano nel tentativo di trovare soluzioni che siano efficaci e a lungo termine, mentre scienziati ed esperti ci avvisano che il ritmo di crescita dell’obesita’ e malattie ad essa associate e’ piu’ veloce rispetto al passato e che andra’ a colpire sopratutto i paesi meno affluenti (Popkin & Gordon-Larsen: Nutrition Transition : worldwide obesity dynamics and their determinants; International Journal of Obesity, 2004, 28), che cosa mi capita di leggere nelle varie newsletters dell’industria alimentare? Che l’italiana Socib, a gestione familiare, verra’ assorbita dalla ellenica Coca-Cola Bottling Company per E270 milioni. La societa’ ellenica e’ convinta che questa acquisizione aiuti ad migliorare gli affari in Italia di almeno il 25%. Gli ellenici possiedono gia’ altre societa’ in franchise in Italia centrale e settentrionale, e l’acquisizione di Socib rafforzera’ la loro presenza anche nel sud e nelle isole.

Vado a curiosare nel sito di Socib, e leggo con interesse il discorso ‘acque di scarico’ (consideriamo per un attimo che gli stabilimenti sono in Campania, prov. di Caserta, Calabria, Puglia e Sardegna). Cito:

Qualunque produzione di dimensioni notevoli, produce un proporzionale impatto ambientale, ma alla SOCIB il rispetto dell’ambiente è faccenda di primaria importanza.
Ecco perché si effettua la depurazione delle acque di scarico con un processo esclusivamente biologico.
Le acque reflue passano attraverso una serie di vasche che ne consentono l’ossigenazione grazie al trattamento con alcuni reagenti; si producono cosi dei fanghi destinati ad essere usati come fertilizzanti, mentre l’acqua, ormai pura, viene eliminata senza conseguenze biologiche.

E che dire della faccenda bottiglie? le ‘preziose‘ bibite (La Coca Cola ha gia’ avvertito che aumentera’ i prezzi dei propri prodotti; gli analisti pensano che tale aumento riguardera’ solo il concentrato che viene venduto alle aziende imbottigliatrici, a causa degli alti costi delle commodities utilizzate per produrla, ovvero mais / sciroppo di mais, a cui si e’ accennato spesso su questo blog) vengono imbottigliate in bottiglie PET e lattine. Sui vari siti aziendali non si parla pero’ dell’impatto che la produzione e l’uso di queste bottiglie ha sull’ambiente. Ricordo inoltre che in questi stabilimenti, oltre la Coca Cola, vengono prodotti anche i marchi Sprite, Fanta, Powerade, Minute Maid, Nestea, Burn e Beverly.

Negli Stati Uniti, dove il vuoto della bottiglia di plastica e la lattina viene rimborsato dal commerciante (la raccolta dei vuoti infatti e’ diventata l’occupazione di molti nullatenenti), l’azienda ha deciso di rilanciare la produzione limitata di bottiglie di vetro vintage, nella speranza di incentivare il mercato dei soft drinks. Altre strategie riguardano, come gia’ discusso su questo blog, l’introduzione di acque ‘funzionali’. Non scordiamoci inoltre il forte giro d’affari creatosi in occasione delle Olimpiadi che si stanno svolgendo a Bejing.

E la faccenda dieta? Una lattina di Coca Cola (330 ml) ha circa 139 Kcal, e oltre al peso di queste calorie ‘vuote’ (perche’ prive di valore nutrizionale), oltre al problema delle carie sopratutto fra i giovanissimi, la comunita’ scientifica ci ha da tempo avvisato che questo tipo di bibite interferisce con l’assorbimento del calcio durante la crescita, a causa del contenuto di caffeina…

Che dire… ma non e’ piu’ semplice bere acqua?

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2 commenti on “Espansioni…”

  1. Gianna Ferretti ha detto:

    HO letto che la Coca COla proprio alle Olimpiadi ha sperimentato un nuovo sistema d refrigerazione che permette di ridurre le emissioni di anidride carbonica, il tutto con le congratulazioni di Greenpeace.

    http://www.commondreams.org/news2007/0917-09.htm

  2. Stefania ha detto:

    Si, per quanto riguarda le macchinette automatiche – in effetti non si pensa mai a quante emissioni producano anche i frigo industriali. Poi in US hanno proprio la fissa di servire tutto praticamente ghiacciato.


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