Scandalo melamina
Pubblicato: 2008/09/18 Archiviato in: Te lo do io l'alert 40 commentiScandaloso. Non c’è altro da dire per descrivere le contaminazioni da melamina. Dopo i mangimi per animali domestici che dalla Cina sono stati esportati in altri stati, latte in polvere e altri prodotti del settore caseario -si parla di yogurt– sono risultati contaminati in queste ultime settimane.
A che scopo aggiungere melamina a latte in polvere o altri prodotti alimentari? al fine di aumentare fraudolentemente -alle analisi di controllo- il livello di sostanze azotate.
Che cosa ho imparato in queste ultime ore?
Ci sono 4 bambini deceduti, spero tanto che non ci siano altre vittime, si parla di piu’ di 6000 neonati che manifestano sintomi a livello renale, indice che sono venuti a contatto e hanno assunto il latte contenente la melamina.
Sembra che la vicenda fosse nota dai primi di agosto, qualche giorno prima della inaugurazione delle Olimpiadi.
Il gruppo caseario San Lu, coinvolto nella vicenda è stato acquisito per il 43% dalla multinazioanle neo-zelandese Fonterra, che ovviamente non sta facendo un figurone.
La Fonterra è uno dei piu’ grande fornitori di prodotti lattiero-caseari, esporta il 90% dei suoi prodotti lattiero-caseari in 140 paesi.
Un altro marchio straniero probabilmente coinvolto si chiama Kocci, una joint-venture tra Cina-Australia.
Finora nessun problema è stato riscontrato tra gli altri partner commerciali stranieri che si forniscono di latte in polvere tra cui Abbott, Meadjohnson, Nestlè, Wyeth o Dumex.
Tra i marchi cinesi sulla lista nera ci sono Yashili, Yili, Mengniu, e Shengyuan. Tra tutti i prodotti contenenti melamina, il latte in polvere della San Lu è quello in cui è stata evidenziata la qunatità maggiore di melamina (2563 mg per kg). Il contenuto di melamina in altri marchi è risultato tra 0,09 e 619 mg per chilogrammo.
La melamina non è stata trovata in campioni di prodotti lattiero-caseari forniti durante le Olimpiadi di Pechino.
Ci sono degli indagati, tra questi un rivenditore di melamina, è ritenuto responsabile di aver venduto il composto ad alcuni fornitori di latte della San Lu.
Fonte: chinastakes.com
Tag: melamina melamine milk China San Lu Fonterra
Uhm, per la serie “meno cose cinesi si mangiano e meglio é”?
😛
Effettivamente secondo me giá da noi non si puó assicurare la qualitá di certi prodotti (vedi lo scandalo dei formaggi andati a mele e riciclati), figurarsi la Cina dove probabilmente oltre alle nostre problematiche hanno anche meno controlli e forse é piú facile corrompere gli ispettori (ma anche qui era stata corrotta la ASL se non sbaglio)
[…] Continua […]
Sai in effetti è molto facile “falsare” i test sapendo quali sono e dovendo per forza essere a campione, l’unico modo e quello di creare una filiera blindata di fornitori fidati e non strozzarli troppo sul prezzo.
Non so come sia la giustizia in Cina per queste cose, ma se applicano la stessa “punizione” come per altre questioni, credo che i colpevoli potrebbero non poter rifare lo scherzetto, come invece succede dalle nostre parti.
Giá… in Cina con la legge ci vanno pesante e forse non sempre é un male.
Comunque mi chiedo come possa venire in mente a certa gente di colpo di mettere delle sostanze che non c’entrano nulla con gli alimenti, dentro a un prodotto per modificarlo. Ma capita regolarmente ovunque. Ma non c’é nessuno che “ci capisce qualcosa”?! Evidentemente c’é qualcuno che pensa solo ai soldi.
@Grissino Vedi almeno in Italia aggiungiamo magari un pò di metanolo, zucchero, calce, olio “strano”…. ma non materiali del tutto estranei e velenosi !!!
Si è vero che sono sempre sofisticazioni e truffe ma in confronto con quella del latte sono decisamente più artigianali, anche se per il metanolo se non ricordo male ci sono stati morti e menomazioni varie.
Però qui i colpevoli possono migliorarsi nelle prossime sofisticazioni mentre li no, almeno non gli stessi.
Dal vicino di blog leggo anche del riso contaminato in Giappone.
http://cairoli.simplicissimus.it/2008/09/mikasa-foods-panico-sulle-tavole-dei-giapponesi.html#comment-5940
[…] -Scandalo melamina. Si torna a parlare di contaminazioni da melamina. Dopo i mangimi che dalla Cina sono stati esportati in altri stati, latte in polvere e altri prodotti del settore caseario -si parla di yogurt-sono risultati contaminati. La melamina veniva aggiunta a latte in polvere o altri prodotti alimentari al fine di aumentare fraudolentemente -alle analisi di controllo- il livello di sostanze azotate. […]
Ma qualcuno ai gionalisti RAI (che hanno perfino un loro sindacato, i’USIGRAI, quasi a suggerire che loro sono più giornalisti degli altri) lo ha detto che lo scandaslo latte in polvere di produzione cinese ha a che vedere con la MELAMINA e non con la melanina?
Solo per dire dell’ultima perla!!!
@Franco
Una volta i giornalisti facevano informazione, ora fanno disinformazione utilizzando in modo improprio parole di cui “magari” non sanno neanche il significato… per cui la melamina diventa melanina che è più conosciuta vista l’estate e l’abbronzatura !!!
Poi non ci formalizziamo su una M o N sono quasi uguali, trattino più o meno.
Credo tu ti sia perso le ultime caldaie murali con rendimento del 106% !!
ciao gianna
vengo sempre più raramente ,ma ti assicuro leggo sempre con piacere e curiosità i tuoi posts, con i quali mi piace sempre confrontarmi.
io non ci credo a questa “motivazione ufficiale”.
secondo me vi sono altre motivazioni, ma mi vorrei prendere qualche mese per capire il ruolo biochimico possibile di tale sostanza, perchè mi sembra troppo idiota che sia stata usata per aumentare il tenore in sostanze azotate.
mi spiace ma questa motivazione ufficiale è troppo idiota. non ci credo.
ti sei fatta un’idea sul ruolo alternativo che potrebbe avere tale sostanza?
buon lavoro,ripreso i corsi universitari?
ciao
davide
Ciao Davide, per ora quei gruppi aminici della melamina non mi dicono altro, ma ci rifletterò sopra. grazie! i corsi riprendono a ottobre.
@Davide e Gianna – anche io, pur non essendo chimica, sono rimasta un po’ perplessa per la giustificazione ufficiale data alla questione. Ho invece pensato … non e’ che c’e’ finita semplicemente perche’ si e’ voluto addizionare il latte con un colorante (se non erro la melamina e’ usata anche per colorare) – e’ / era consuetudine colorare margarine e prodotti low fat di giallo anche in Europa; oppure perche’ c’e’ entrata perche’ stava da qualche parte nei contenitori usati per la pastorizzazione? o dopo, nella fase di impacchettamento? Qui in UK da tanti anni si usano le bottiglie di plastica per il latte… e se avessero usato contenitori non idonei?
Anche all’epoca della contaminazione dei cibi per animali domestici, si parlò di aggiunte intenzionali per aumentare la quota di azoto. Comunque brainstorming!
htthttp://www.usatoday.com/money/industries/2007-04-19-pet-food-usat_N.htm
I responsabili andrebbero macinati vivi e messi nel ripieno dei ravioli al vapore
Notizia di oggi:
Latte cinese, sequestri in Italia
Controlli a tappeto in varie città italiane. Analisi in corso su alcuni prodotti requisiti a Firenze e a Milano…..
http://www.corriere.it/cronache/08_settembre_23/latte_cinese_sequestri_milano_8dcd1f9c-8967-11dd-8235-00144f02aabc.shtml
come vedete se il latte era stato contaminato prima delle olimpiadi ci sono nel mondo parecchi prodotti contaminati.
Mi è venuto un piccolo dubbio: Ma quanto latte è stato contraffatto vista l’estensione del problema ????
non è MELANINA, ma MELAMINA Stefania
io un’idea me la sono fatta: secondo me ha la stessa azione della formaldeide nei confronti dei clostridi butirrici.
aspetto una formula chimica chiara del polimero per capire se le dosi sono adeguate alla mia idea.
tu che dici gianna?
@Giorgio. Questo e’ il tipico problema della catena alimentare lunga. Prima di scoprire chi e quanto ce ne vuole (vedi anche il recente caso dei pomidoro in US). E inoltre, in questo caso, dipende dalle informazioni che vengono date alla fonte, che come gia’ discusso in passato, peccano di sincerita’.
Passo il link di un articolo di ieri del FT
http://www.ft.com/cms/s/0/0657cdf6-88b7-11dd-a179-0000779fd18c.html?nclick_check=1
il caso ha gia’ portato alle dimissioni del responsabile del controllo qualita’ in Cina. Ovviamente in Europa scattano comunque i controlli, visto e considerato che tante merci finiscono sui banchi dei negozi quaggiu’.
Qui invece trovate una sorta di cronologia dei disastri combinati
http://www.ft.com/cms/s/2/66084a16-4b49-11dc-861a-0000779fd2ac,dwp_uuid=9c33700c-4c86-11da-89df-0000779e2340.html
@Davide, … ho letto che la melaMina e’ usata per il pigmento giallo 150 , un colorante usato nelle plastiche e negli inchiostri!
fra l’altro quando Gianna sblocca un messaggio in moderazione, ho inserito un link dell’FT che dice qualcos’altro sul possibile uso della sostanza nel latte: per addensarlo e cammuffare la sua eccessiva trasparenza dovuta al fatto di essere mischiato con acqua
anche su WHO si giustifica con gli alti livelli di nitrogeno contenuti nella melamina che passerebbero per proteine – copio incollo qui
WHAT IS MELAMINE?
Melamine is an organic base chemical most commonly found in the form of white crystals rich in nitrogen
WHAT IS MELAMINE GENERALLY USED FOR?
Melamine is widely used in plastics, adhesives, countertops, dishware, whiteboards and fertilizers.
WHY WAS MELAMINE ADDED INTO MILK AND POWDERED INFANT FORMULA
In China, where adulteration has occurred, water has been added to raw milk to add to its volume. As a result of this dilution the milk will have a lower protein concentration. Companies using the milk for further production (e.g. of powdered infant formula) would normally check the protein level through a test measuring nitrogen content. Therefore the addition of melamine – because of its rich nitrogen content – could increase the level of nitrogen, which again masquerade as falsely high protein levels as the standard protein test only measures nitrogen content. This means that the adulterated milk would have an artificially high nitrogen level, which would be interpreted erroneously as a ‘normal’ or ‘high’ protein level.
Addition of melamine into food is not approved by the FAO/WHO Codex Alimentarius (food standard commission), or by any national authorities.
interessante, davvero interessante…
La melamina viene aggiunta alle farine proteiche per aumentare il tenore di azoto.In pratica per capire quante protiene ci sono in un cibo si conta la quantità di azoto presente e si moltiplica per un fattore. Il metodo di indagine non è però in grado di distinguere l’azoto proteico da quello non proteico, quindi tutto quello che contiene azoto passa per proteina. Le frine proteiche vengono pagate in base al contenuto di proteine e quindi d’azoto. Quindi tutto ciò è stato fatto per poter vendere a maggior prezzo le farine proteiche da cui è stato fatto il latte in polvere. Tutto ciò era già successo con prodotti destinati agli animali con molti cani morti in usa e canada per prodotti fatti con farine cinesi. Quello che ho letto su proprietà conservanti e coloranti non c’entra nulla.
grazie, mr Kjeldahl.
per me è una palla colossale la motivazione che gli han dato, non il fatto che l’azoto si ritrovi con il tuo metodo.
l’esempio più banale è l’arricchimento in alcol delle brioches destinate al mercato musulmano, senza questa dichiarazione in etichetta: inserendo “aromi” deve essere dedotto dal consumatore che, se questi sono inseriti in matrice alcolica, questa sia presente nel prodotto.
la cosa non succede, tanto che molti musulmani peccano ignorando di peccare.
questo è il motivo per cui l’etichettatura degli alimenti non è una soluzione plausibile all’asimmetria informativa del consumatore nei confronti del produttore. discorso vecchio, già inserito anche in questo sito.
per quanto mi riguarda deve essere presente una rete istituzionale o volontaria che controlli, e l’etichetta “pulita” lo deve essere in tutti i senti (nome prodotto, prezzo, codice a barre).
non Deve essere il consumatore a informarsi su cosa mangiare o cosa no, deve essere una proprietà di un prodotto che viene commercializzato
nobile idea, la tua, Davide. Ma l’etichettatura come abbiamo visto, e’ una scelta del produttore – gli standards sono auto-regolamentazioni, tant’e’ che ad es, in UK ancora non si sono messi d’accordo se sia piu’ efficace il sistema rappresentato dai semaforini, oppure quello che ti propone i dati relativi alle quantita’ massime dei nutrienti (che poi in tanti non sanno come interpretare). E’ un gran dibattito qui in UK – qui potete leggere i dettagli e sopratutto notare come l’industria si sia sbizzarrita con varie soluzioni, che , ovviamente non hanno fatto altro che confondere e poi gradualmente disinteressare il consumatore
http://www.eatwell.gov.uk/foodlabels/trafficlights/
pensa che inizialmente c’e’ stato perfino chi ha lanciato i semaforini con colori diversi!! tanto per confondere ancora di piu’…
Avrei pero’ pensato che nel caso dei consumatori musulmani, l’etichetta ‘halal’ (o simile) fosse usata di piu’ , un po’ come la Kosher, ma ripensandoci, ho notato che tante madri musulmane danno ai bambini le patatine in busta per merenda, e queste hanno tipicamente molti aromi (e quindi contengono solventi)… quindi evidentemente non sanno di peccare come dicevi tu…
L’alcol presente nei vari prodotti da forno non è certo portato dagli aromi, esso viene volontariamente agiunto perchè inibisce la crescita di funghi e muffe. E’ un conservante, non un aroma.
parlo degli aromi usati per le patatine: bbq, formaggio e cipolla e altre prelibatezze varie. In genere hanno un gusto piuttosto forte. Anche in questo caso vengono usati come inibitori di muffe etc oppure e’ un uso fine a se stesso?
mauro, concentrati sul significato del discorso che stiamo facendo: spesso non sappiamo di mangiare ciò che stiamo assumendo, è un po’ lo scopo probabilente di questo blog e delle nostre discussioni.
io sostengo che spesso non assumiamo cibi, pensando che alcuni suoi ingredienti facciano male, senza sapere che assumiamo dosi massicce di tali ingredienti da vie traverse.
E, ho fatto l’esempio degli aromi con cognizione di causa: ciò che ho detto dei “vettori” degli aromi sono parole non mie, ma di uno che commercializza tali prodotti. E anche le motivazioni da me “supposte” non sono proprio così campate per aria.
comunque sia, prima della trasparenza in etichetta deve esistere un codice etico. detto questo, il consumatore non deve allarmarsi per la presenza di alcune sostanze, magari dell’ordine di microgrammo per tonnellata…fino a due generazioni fa si beveva l’acqua dei fiumi. un po’ di moderazione del consumatore e un po’ di etica del produttore, e penso che l’industria alimentare possa proseguire tranquillamente per altri cento anni, senza scandali ma soprattutto senza vittime sulla coscienza
La melamina è stata usata come colorante sicuramente. Ma x colorare che cosa?
Si ma aromi e alcol sono due cose ben diverse. Prendete una bottiglia di alkol puro e annusatela, non sa di nulla. Gli aromi possono venire sciolti in una soluzine alcolica perchè si sciolgono meglio che in una soluzione acquosa, ma ciò non vuol dire che tutti gli aromi sono veicolati da alcol. Gli aromi della patatine citati viaggiano con le sostanze grasse con cui vengono cosparsi questi prodotti. L’acol che invece è presente nei prodotti da forno ad alto tenore di umidità (pane in cassetta, brioches ecc)non ha nulla a che fare con gli aromi, ma è un conservante anti-muffa, aggiunto intenzionalmente a parte e non con gli aromi. Ma ciò in etichetta è riportato tra gli ingredienti. Se invece temete di trovare alcol solo perchè leggete aromi è un timore infondato. Tenete anche conto che l’alcol a 70 gradi evapora, quindi anche se gli aromi sono veicolati in un mezzo alcolico con la lavorazione la componente di alcol etilico evapora, mentre rimane l’aroma.
@natale. La melamina NON è un colorante, anche perchè è bianca come sostanza. E’ una plastica usata tra l’altro per fare le stoviglie da campeggio usa e getta e il motivo per cui è stata usata negli alimenti è per aumentare in maniera fraudolenta il contenuto di proteine delle materie prime usate nell’industria alimentare.
indubbiamente l’alcol evapora (completamente?), ma cio’ non toglie il fatto che il suo uso dovrebbe porre delle questioni di natura etica al produttore… probabilmente il consumatore medio di religione musulmana non comprerebbe quei prodotti sapendo che sono fatti con quelle sostanze (non so, la mia e’ una supposizione)… La melamina non e’ un colorante ma e’ usata per produrre tinte e inchiostri per creare l’effetto ‘laccato’ , questo lo si legge un po’ ovunque … piuttosto, ricollegandomi al discorso dei controlli a livello internazionale, il Canada ha richiamato diversi prodotti tipo miscele di caffe’ e bibite (quindi penso soluzioni liofilizzate) contenenti melamina…
http://www.cbc.ca/consumer/story/2008/09/22/f-melamine-faq.html
Ma qui il punto era più la salubrità del prodotto che non l’etica. Penso che una persona musulmana sia più propensa a prendersi una brioches che contiene tracce di alcol piuttosto che una senza, che potrebbe però contenere delle micotossine. Inoltre non penso che i musulmani non possano mangiare alimenti contenenti tracce di alcol etilico, in quanto questa sostanza e comunissima in natura ed è presente naturalmente in molti prodotti e utilizzata in molte lavorazioni. Ad esempio la bresaola che è uno dei pochi salumi che i musulmani consumano, nella sua lavorazione prevede un passaggio in vino.
Penso quindi che un isalmico non consumi un prodotto della fementazione alcolica, ma non dovrebbe aver problemi in prodotti che contengono tracce di alcol etilico.
si ma l’alcol si ottiene in due maniere: da fermentazione e dall’industria del petrolio. deduci tu da quale delle due vie arriva l’alcol utilizzato nell’industria alimentare (suggerimento: anche l’acido acetico si ottiene dalle due vie…)
comunque sia non è una questione di pareri, un musulmano non vuole assumere alcol così come un celiaco non vuole assumere glutine e un allergico alle arachidi non vuole assumere prodotti contenenti tali prodotti.
il discorso non è sul cosa “faccia bene o male” Mauro, anche perchè la mia posizione sugli additivi alimentari è molto moderata, anzi, attribuisco al consumatore la colpa di pretendere cibi che non degradino al caldo, che si conservino per mesi.
quello che voglio che sia chiaro però, quando compro un prodotto è che se io ho la promessa che questo non contenga determinate sostanze (e sono disposto a pagarlo di più per questo motivo) non voglio dopo che mi si venga a raccontare che le medesime sostanze sono presenti perchè coformulanti di ingredienti secondari. E su questo non transigo, e nemmeno la maggior parte dell’opinione pubblica. Senza demagogia, semplicemente perchè deve esistere un codice etico ma soprattutto normativo. Già i regolamenti in vigore dal 24 novembre 2005 hanno fatto qualcosa, ma non bastano.
la cina fa schifo in tutto di cosa vi meravigliate,vi dico la verita’ morissero pure tutti i loro neonati che bello cinesi in meno.
Se era una brutta battuta non ha comunque senso
Davide ha reso perfettamente l’idea del tipo di dibattito in corso per quanto riguarda il discorso etichettatura. Infatti in generale il consumatore medio nell’etichetta va a cercare la sicurezza alimentare; fino a poco tempo fa bastava sapere che quel prodotto X aveva una certa durata temporale etc ma ora tutto si e’ complicato, proprio perche’ tante cose sono cambiate. ad es. la ns salute ; l’incredibile aumento dell’incidenza di obesita’, le malattie cardiovascolari, che sono ancora causa di tante morti in Europa… l’insorgenza di tante intolleranze, etc ha fatto si che tanti cerchino nell’etichetta non piu’ solo dettagli sulla sicurezza alimentare, ma vogliono essere rassicurati anche su altre cose, spesso senza successo. Quindi questo ha posto dei dubbi etici sull’efficacia dell’etichettatura negli ambienti politici e nell’industria. Fra l’altro l’industria si appella al diritto di ‘segretezza’ che concerne la ricetta / formulazione del proprio prodotto, quindi … la strada non e’ facile…
Oggi, 28 sett., pare che abbano trovato in Piemonte alimenti per animali contenenti melamina. Come al solito non dicono le marche prima di concludere le indagini, ma non le diranno neanche dopo.
Ci si ritrova con i costosissimi prodotti tra le mani davanti a un animale già malato, e non si sa che fare.
armadioblu,
>Oggi, 28 sett., pare che abbano trovato in Piemonte alimenti >per animali contenenti melamina. Come al solito non dicono le >marche prima di concludere le indagini
si sa almeno se si tratta di crocchette o mangimi in scatola? Un mio cane è morto di una roba terribile e ho sempre sospettato si trattasse del mangime…:-(
@Armadio blu, pare? se hai delle fonti per favore potresti citarle? io non ho trovato traccia di questa notizia che se fosse vera, sarebbe davvero grave.
ho trovato la notizia citata dal TGCom, la riporto qui, data 28/9, non sono riuscita trovare l’articolo sulla Stampa online
Latte cinese, indaga procura Torino
Trovata melamina in cibo per animali
Tracce di melamina nel cibo per cani e gatti. Le ha trovate, secondo quanto riferisce il quotidiano la Stampa, l’istituto zooprofilattico del Piemonte, che ha prelevato dagli scaffali piemontesi 145 campioni. Il procuratore vicario di Torino, Raffaele Guariniello, ha aperto un fascicolo d’inchiesta, che potrebbe allargarsi anche agli alimenti per l’uomo. Guariniello ha ordinato una serie di controlli paralleli a quelli del ministero della Salute.
Le ipotesi di reato formulate dal magistrato, famoso per le sue inchieste sulla sanità, vanno dal commercio di sostanze alimentari nocive alla frode in commercio.
Sono due i prodotti per animali in cui sono state trovate tracce della resina nociva, la stessa sostanza contenuta nel latte cinese contraffatto. Un problema già noto da due anni negli Stati Uniti, dove si calcola che la melamina abbia ucciso 2.200 cani e 1.950 gatti.
Al momento non sembrano esserci problemi per l’uomo. “E’ improbabile – si legge in un dossier dell’istituto zooprofilattico – che l’uomo possa venire in contatto con livelli di contaminazione quali quelli rilevati nei mangimi per animali”.
anche la Cadbury ha iniziato a ritirare delle partite di cioccolato in Cina, Hong Kong, Taiwan e Australia. Notizia riportata dalla BBC oggi.
@Davide – per quanto riguarda il discorso etichettatura: e’ notizia di oggi della Food and Standard Agency UK che un nuovo studio sull’efficacia dell’etichettatura nutrizionale dei cibi verra’ intrapreso per capire proprio quale fra i 3 sistemi attuali funzioni meglio. Lo studio verra’ intrapreso da un team di esperti indipendenti, e terra’ in considerazione proprio gli studi sinora svolti nel campo delle scienze sociali, per capire quanta confusione ci sia fra i consumatori. Oltre ai dubbi circa l’uso dei colori nei vari metodi di etichettatura, anche un’altra faccenda spinosa, quella della porzione e della difficolta’ di interpretare e usare le informazioni numeriche offerte. Lo studio completo sara’ pronto la primavera prossima, se non erro.
i dettagli completi di questa prima fase del progetto sono qui
http://www.food.gov.uk/foodlabelling/signposting/signpostevaluation/pmpanel/pressrelease
come accennavo sopra, attualmente i sistemi utilizzati in UK dall’industria sono 3:
– sistema monocromatico che offre la percentuale delle dosi giornaliere in una porzione di cibo
– sistema dei semafori colorati, che indica il livello nutrizionale per 100g in una porzione di cibo
– sistema ‘misto’, che offre sia i colori del sistema dei semaforini, sia la percentuale della dosi giornaliere presenti nella porzione