Le brutte sorprese della Befana

Ieri i soliti collegamenti del TG a intervistare i bambini tra le bancarelle in attesa della notte del 6 gennaio. Sembra che quest’anno abbia prevalso il made in Italy. Non ne sono molto convinta. Marta Strinati, giornalista de Il Salvagente, ha fatto una indagine sui contenuti in dolci e caramelle di alcuni tipi di calze confezionate. Ci eravamo sentite mentre stava preparando il suo articolo in cui ha elencato i numerosi coloranti usati nei prodotti destinati a riempire le calze. L’articolo è su Il salvagente in edicola, ecco in sintesi alcuni prodotti che ha esaminato.


2 commenti on “Le brutte sorprese della Befana”

  1. Avatar di Grissino Grissino ha detto:

    Mah, che la calza sia fatta in Cina direi che é normale e in fondo non é un problema. Invece coloranti e aromi, insomma dolciumi di bassa qualitá venduti a 26 euro al chilo sí che sono una cosa su cui riflettere. Quando sarebbe costata una calza fatta in casa (su un sacco di siti internet ci sono i progetti per farle ma credo si trovino anche di carta o da riempire se uno si dá da fare) con dentro cioccolatini e caramelle di qualitá? Secondo me stesso prezzo ma qualitá infinitamente migliore.

  2. Avatar di Grissino Grissino ha detto:

    Per calza intendevo proprio solo la calza… cioé il “pezzo di stoffa”.


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