Informazione alimentare e media : bocciati o ..quasi.

Nel web-surfing alla ricerca di notizie, mi  sono imbattuta nel "Rapporto sull’Informazione alimentare". Il rapporto pubblicato un paio di anni fa, fu commissionato dal Ministero per le Attività Produttive al Dipartimento di sociologia e comunicazione dell’Università la Sapienza di Roma, e fu basato su un monitoraggio di cinque mesi di quotidiani, periodici e televisioni ed integrato da un ciclo di focus group con i consumatori di alcune città italiane. Tra i settimanali visionati Panorama l’Espresso, Famiglia Cristiana, Gente e Donna moderna…Dalla sintesi della ricerca emerge che la quantità delle informazioni agroalimentari veicolate dai media è molto alta ma la qualità è scarsa, fermandosi spesso ad un livello superficiale delle notizie. La maggior parte delle informazioni alimentari trasmessa in televisione risulta, infatti, diffusa per il 20 per cento da programmi di intrattenimento e spesso per questo spettacolarizzata, mentre solo l’8 per cento viene trattata dai telegiornali. I quotidiani offrono, invece, un’informazione più obiettiva e ragionata e gli argomenti maggiormente affrontati sono la qualità e la sicurezza dei prodotti e notizie sui cicli produttivi. Viene da chiedersi come mai Internet non sia stato considerato tra i media da prendere in esame.  Chi mi aiuta a fare un esame dei siti internet, blogs e newsletters che diffondono informazione sull’alimentazione? lo facciamo?


3 commenti on “Informazione alimentare e media : bocciati o ..quasi.”

  1. Stefania ha detto:

    provo a darti una risposta in base alla mia percezione da lontano e in base a quello che sento dire. E’ vero quanto si dice della TV e l’enfatizzazione che l’alimentare ottiene nei programmi di basso livello culturale – basti pensare agli chefs che vanno in TV e alle siglette e canzoncine abbinate a quel dato prodotto o programma. Non sono invece d’accordo sui quotidiani – che secondo me danno un’informazione sul cibo approssimata (a meno che non si tratti di eventi specifici, ad es. il Salone), ma sono tuttavia ancora letti da alcune categorie. Mi verrebbe da controbattere, se l’informazione sulla carta fosse davvero cosi’ ragionata e obiettiva, perche’ ogni volta che c’e’ stato un allarme rosso (vedi influenza aviaria) tanti, troppi consumatori non sapevano che fare e tra vedere e non vedere NON hanno mangiato pollo ? e il panico che si e’ verificato in Italia non c’e’ stato in altri paesi.

    Internet viene ancora considerato un media ‘pericoloso’ , beh, diciamo poco rassicurante. Intanto perche’ lo si associa ad un giocattolo, quindi se stai su Internet e’ perche’ hai tempo da perdere. Basti pensare che tanti uffici della pubblica amministrazione non hanno neppure un servizio di intranet – per evitare che gli impiegati ne approfittino (cosa che succede anche all’estero, solo che diversamente dall’Italia, il meccanismo del licenziamento e’ efficace)

    Poi perche’ … vogliamo inchinarci a ‘sta dannata tecnologia? e infine perche’ … e’ roba da giovani … ‘io e la tecnologia non ci pigliamo proprio’ – eccetera eccetera… c’e’ anche da dire che la sovraesposizione di servizi, newsletters, magazines, blogs e interfaccia vari porta il lettore ad un’enorme scelta, tanto grande da spiazzare. E’ come quello che entra in un hypermercato e non sa dove trovare quello che cerca. Tanto, troppo, spesso urlato – tanti webmaster rinunciano all’interazione proprio per via dell’azione di disturbo dei soliti ignoti, altri invece rinunciano … perche’ sono finiti i denari per la manuntenzione del sito e quindi si va avanti solo per iniziative personali. Tutte ragioni che portano quindi a sminuire quanto di positivo ci puo’ essere in questo prezioso mezzo di comunicazione.

  2. Stefania ha detto:

    ad esempio io trovo che questo articolo sul Corriere sia incompleto

    http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_gennaio_25/mais_ogm_costi_a7be3cf2-cb34-11dc-9e0e-0003ba99c667.shtml

    non ho letto il rapporto di Nomisma, ma purtroppo il giornalista trascura un dato molto importante che ha determinato l’aumento dei prezzi: gli incentivi che il governo americano ha dato al mais e al grano per la produzione di benzine verdi. quindi queste colture diventano colture per produrre energia piuttosto che alimento. Invece qui si vuol ‘vendere’ la convinzione che l’unica soluzione ai rincari sia produrre OGM. Immaginate quindi cosa dovra’ fare chi l’OGM non ce l’ha o non la vuole…

  3. Miki ha detto:

    Non vorrei essere banale, ma la colpa e’ dell’ ignoranza della maggior parte delle persone. In TV danno informazioni inesatte e incomplete (o magari non le danno proprio) solo perche’ il pubblico e’ costituito per la maggior parte da persone che non si accorgono delle mancanze o non gliene importa un fico secco, tanto non cambiera’ mai nulla.
    Quelli che vogliono uscire da questo guscio di pigrizia/rassegnazione/ignoranza le notizie se le vanno a cercare su Internet, su siti indipendenti non manipolati da nessuno. Certo, il rischio e’ di trovare informazioni contrastanti, di trovare bugiardi in buona e cattiva fede, anche in Internet ci puo’ essere un po’ di approssimazione, ma avendo un panorama ampio di versioni sullo stesso argomento uno puo’ farsi un’ idea critica propria invece che seguire solo il campanile TG1, TG5 o chicchessia. In Internet se hai voglia di sbatterti puoi risalire potenzialmente alle fonti di quasi qualsiasi notizia.

    L’ importante e’ sempre citare le fonti quando si parla di qualcosa, cosa che chi si occupa di scienza e’ abituato a fare e trova assolutamente irragionevole il contrario. Io metterei una regola in tutti i dibattiti politici/culturali/sociali della televisione: vietato dare numeri e statistiche o risultati di test, sondaggi ecc… se non viene presentato il documento o la pagina web da cui si e’ presa la notizia. Troppo facile strumentalizzare numeri, cifre o percentuali estrapolati dal loro contesto e non raccontare tutto cio’ che c’e’ dietro.
    Saluti e complimenti al tuo blog.
    Mik


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