Li chiamano prodotti dell'anno

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In rete troviamo l’elenco dei prodotti dell’anno 2007. Sono prodotti che dalle prossime settimane porteranno sulle confezioni il bollino rosso a fianco. Dopo essere stati candidati dalle aziende,vengono votati da un campione di consumatori tramite una ricerca di mercato fatta da TNS Infratest. Le tipologie commerciali sono diverse. Tra i vincitori delle categorie commestibili, ci sono la carne in scatola, crocchette surgelate e yogurth con verdure. Non si può non notare che alcuni dei prodotti vincitori del settore alimentare  sono della Nestlè come il marchio Purina  (settore pet food). Poi ci sono i pensierini Buitoni, il preparato per biscotti sempre Buitoni, Maxibon Pops e l’aranciata San Pellegrino. Quest’ultima, disponibile attualmente in diverse tipologie ( L’amara e La Rossa) è risultata vincitrice nella categoria "Bibite" con il 52,8% delle preferenze. Nella pubblicità del prodotto, si mette in risalto la provenienza delle arance siciliane e il sito si presenta anche in dialetto siculo.  Aranci maturati cu lu sole e Nun ave né culuranti né conservanti e che bisogno c’è cu chiu de 150 controlli a giornu? Come al solito non troviamo traccia degli ingredienti, ma sullo scaffale possiamo curiosare. Ecco l’etichetta della Aranciata tipologia La Rossa.

Ingredienti: acqua, succo d’arancia 12%, sciroppo di glucosio-fruttosio, zucchero e anidride carbonica, acidificanti: acido citrico, aromi, aromi, conservanti: sodio benzoato, antiossidanti Acido L-ascorbico, Coloranti E110, E122.

Ma come? non c’era scritto che non hanno bisogno di coloranti e conservanti? Per La Rossa, non sembra così.Quando si dice essere coerenti…


8 commenti on “Li chiamano prodotti dell'anno”

  1. Grissino ha detto:

    Una bella lettera al garante?

  2. gianna ferretti ha detto:

    La cosa si fa intrigante, guardate questa immagine catturata sul sito della newsfood.com che è uno dei tanti in cui si annuncia che il prodotto è vincitore..

    http://blogs.san-lorenzo.com/trashfood/triosanpellegrinonewsfood.JPG

    fatto?

    Ora, se su google c’è scritto questo:
    http://blogs.san-lorenzo.com/trashfood/larossagoogle.JPG
    La rossa,l’Amara ecc..

    guardate invece il sito della SanPellegrino

    http://blogs.san-lorenzo.com/trashfood/triosanpellegrinosito.JPG

    sul sito ci sono le clavette dell’aranciata, la dolce e l’amara

    Dove è finita la rossa?

  3. cdavide ha detto:

    che vuoi che ne capiscano questi chimici di marketing!

    il discorso è sempre e solo quello:il mercato!

    stavo facendo una riflessione più profonda, non per difendere chi l’aranciata la produce, ma per difendere le motivazioni che inducono l’utilizzo, anzi l’abuso degli additivi.

    noi, consumatori, vogliamo prodotti che siano come dei pezzi di plastica:
    non devono essere biodegradabili!!!
    Perfettamente conservabili sotto il sole estivo in condizioni tropicali per i prossimi, diciamo 24 mesi. Senza variazioni di sapore
    e di odore
    e di colore
    e nutrienti!

    carne che non marcisce, bibite coloratissime e succosissime, addirittura la granita che non ghiaccia, il latte microfiltrato che rimane “fresco” (che senso ha questa parola) per due settimane… il tonno pinne gialle, così molliccio e floscio che si spacca già solo appoggiandoci un grissino. (il nostro tonno mediterraneo elastico e saporito ce lo pappano i giapponesi. beati loro)

    in questo senso forse, (sarcasticamente parlando), hanno vinto il premio di marketing: tu consumatore vuoi un prodotto che esula dalle caratteristiche a cui normalmente noi facciamo riferimento per identificarlo e io produttore te la faccio su misura. non mi merito un premio internazionale per essere riuscito a stravolgere totalmente un prodotto edibile, venendo proprio incontro alle tue esigenze di consumatore????? CUSTOMING SATISFACTION!

    e noi consumatori siamo proprio delle canaglie!

    e ricordiamoci:

    Aranciata S@npellegrino: bevo, e sono felice.

  4. cdavide ha detto:

    posso fare un trivia?:

    molti alimenti dichiarano di essere arricchiti in vitamine, avere questa o quella proprietà benefica, magari specializzata e destinata ad una particolare classe di consumatori (anziani, bambini, ecc).

    Sapete qual’è stato il primo alimento in cui il ministero competente ha commissionato ad un’università la ricerca del profilo vitaminico tanto pubblicizzanto, tentando di capire se l’informazione dichiarata in etichetta poteva essere un abile tentativo di raggiro nei confronti del consumatore?

    La risposta, è peggiore di quanto possiate immaginare. però prima sono curioso di conoscere qualche vostra idea!

  5. Grissino ha detto:

    Gianna, la rossa è diventata la dolce… ma sugli scaffali quale c’é?
    Il sito dei premi marketing sembra una vetrina pubblicitaria, non una cosa seria!
    😦

  6. gianna ferretti ha detto:

    @Davide. Si tratta per caso di Multicentrum? dall’A allo zinco?

    @Grissino.sullo scaffale c’è La rossa, ma come è possibile che sul sito sia vestita diversamente?
    http://farm1.static.flickr.com/125/402115322_c028f176c3_m.jpg

  7. cdavide ha detto:

    no
    si tratta del cibo per cani IAMS, dedicato ai cani anziani…

    buon inizio settimana

    Davide

  8. Nino Dejosso ha detto:

    Il “Gran Premio Marketing e Innovazione” ha indubbiamente una notevole esperienza internazionale, essendo presente in altri paesi quali Francia, Gran Bretagna, Spagna e Portogallo, Polonia, Israele. Ma è solo una iniziativa a supporto dell’immagine e della comunicazione dei prodotti della grande industria. Che i prodotti vincitori siano selezionati dagli stessi consumatori può dare qualche garanzia in più? Non è forse proprio la pubblicità, anche con i suoi molteplici messaggi subliminali, che orienta e condiziona i comportamente e i gusti del consumatore? E, scusate, per quanto riguarda le aranciate, tutte schifosissime, comprese quelle premiate, non è più facile, più economico e più salutare acquistare le arance rosse o del colore che volete e spremerle in casa con un semplice spremiagrumi, anche a mano, del costo di poche lire? Noi ogni giorno, a pranzo, prepariamo la nostra autentica spremuta di arance rosse, sarde in questo caso, perchè le arance rosse non ci sono solo in Sicilia, avendo pagato la materia prima, freschissima, al costo di un euro al chilo. Succo d’arancia non al 12% ma al 100%,niente acqua, niente zucchero, niente sciroppo di glucosio-fruttosio, niente anidride carbonia, niente acidificanti, nè aromi, nè conservanti. Niente di niente. Succo d’arancia e basta. Anche tenuto conto dello scarto, quanto può costare un litro di questo autentico succo di arancia? Fate voi. Ma quanto tempo occorre? Meno di dieci minuti, compreso il lavaggio dell’utensile utilizzato. E tuttavia i consumatori preferiscono il prodotto industriale. E, senza averne tornaconto alcuno, si trasformano in uno strumento pubblicitario a costo zero per gli organizzatori del nostro “Gran Premio”. Complimenti!


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