Fritto misto contest
Pubblicato: 2007/05/11 | Autore: Gianna Ferretti | Archiviato in: Grassi idrogenati |
Mi sono abbonata un po’ di tempo fa alla PotatoProNewsletter e nell’ultima ho trovato notizia di un sito FryTest.com, tutto dedicato agli oli per friggere french fries, crocchette, fish and chips. Negli Usa è obbligatorio riportare i livelli di acidi grassi trans sulle confezioni ed è stato vietato l’uso di oli contenenti grassi idrogenati nei ristoranti di alcune città. È nata cosi’ FryTest.com, una compagnia che si è costituita per fornire informazioni sugli oli "zero trans fat’: Si chiamano così gli oli che che contengono < 0.5 g di acidi grassi trans a porzione. In collaborazione con la Texas University, sono state condotte delle prove di frittura con oli diversi prodotti da varie aziende come FryChef (palm olein, high oleic sunflower blend), Cargill: Clear Valley (high oleic canola) e Cargill: eLitra (high oleic canola) e ConAgra: Wesson Smart Choice (cottonseed, canola blend).
Com’è andata?
Si comincia a friggere!

Dr. Alam e i membri del progetto intenti alla cottura delle French fries. Dr. Alam è a capo del Fats and Oils Program del Food Protein R&D Center alla Texas A&M University. Ogni olio è stato usato per friggere le patatine circa 300 volte per 13 giorni per determinare quali fossero i piu’ resistenti. Come controllo si è usato un olio di soia parzialmente idrogenato.

Controllo della temperatura e valutazione dei compost polari, un utile marker per valutare le modificazioni della composizione degli oli.

Assaggiatori all’opera. Si valutano le caratteristiche organolettiche delle patatine fritte.
Tutti promossi gli oli in esame. I risultati finali? Ecco la Contest page.
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Mi sfugge il tuo commento finale. Nel senso che non c’è…
Ciao Alessandro. Farò un Fritto Misto contest-seconda puntata per parlare dei vari oli testati..olio di canola,girasole ecc..sto raccogliendo il materiale..
il problema è un po’ più complesso, in quanto le variabili in gioco non sono solamente di natura salutistica.
parlando con un produttore di margarine,nel lontano 2001, mi raccontò che i principali fornitori di oli insaturi (e saturi) degli USA erano determinati paesi esotici.
quando gli stati uniti sono riusciti ad avere la sussistenza per il mercato degli oli e degli oli da idrogenare, la lobby dei produttori di tali prodotti ha iniziato a parlare del livello di isomerizzazione trans sapendo che i loro prodotti, per oscuri motivi, davano, in seguito ai trattamenti industriali, un minore livello di questi componenti.
Quindi è partita una battaglia “salutistica” con notevoli ripercussioni sul mercato mondiale. Nonostante sia completamente d’accordo sulla battaglia, mi chiedo seriamente quando degli interessi economici (e la capacità di portarli avanti a scapito di questa o quella nazione) possano far prevalere alcune tematiche di ordine salutistico su altre, completamente dimenticate…
dello stesso ordine di importanza furono (e ne do testimonianza diretta in quanto ho dovuto leggermi alcuni articoli scientifico – economici proprio l’anno scorso a corollario della stesura della tesi) le tematiche del tonno DOLPHIN-SAFE e della carne di pollo senza antibiotici… tutte tematiche uscite allo scoperto circa 50 anni dopo della stabilizzazione di un’industria che non portava, probabilmente, ad alcuni paesi gli introiti ipotizzati…una sorta di “scossa” al mercato…
buona settimana
Davide
@Davide. sono daccordo la vicenda è complessa e aspetti economici e salutistici si intrecciano. La campagna contro i grassi idrogenati ne è un esempio. Tra l’altro alcuni degli oli presentati come alternativa (contengono piu’ oleico), sono di origine transgenica come quello ottenuto dalla soia Vistiva di cui ho parlato in precedenza.
Grazie Gianna, sei sempre mitica!
🙂