Mangiare sano in corsia
Pubblicato: 2007/07/24 Archiviato in: Io lo leggerei 4 commentiRassegna stampa sintetica sul recente Protocollo d’Intesa tra Ministero della Salute, Slow Food e rappresentanti della Società italiana di Medicina Preventiva nell’ambito del programma Guadagnare Salute: MENU DOC IN OSPEDALE, La Turco paga Slow Food per abolire il brodino in corsia, I prodotti locali arrivano in ospedale, Brodino d’oro.
Dal sito del Ministero leggiamo che il protocollo è finalizzato alla promozione di una corretta alimentazione in ospedale e al sostegno delle produzioni alimentari locali di qualità.
La RISTORAZIONE OSPEDALIERA-Oggi
• gli appalti sono spesso assegnati con una logica del miglior prezzo senza una particolare attenzione alla qualità del prodotto e del servizio offerto.
• ancora troppo spesso il menù è unico e imposto
• tempi e luoghi dell’alimentazione del malato rispondono alle esigenze e ai tempi dell’organizzazione ospedaliera e non tengono conto dei tempi del degente
• il 50 % del cibo somministrato viene buttato via con sprechi di risorse
E domani?
• gare d’appalto che puntino al miglior rapporto costo-qualità
• una ristorazione collettiva con servizi sostenibili da un punto di vista ambientale in tutte le sue fasi: approvvigionamento, trasformazione e distribuzione.
• approvvigionamento del cibo quanto più possibile in un area di riferimento circoscritta in ambito regionale o transregionale per evitare degenerazioni della materia prima e inquinamento dell’ambiente
• un pasto consumato con più calma, riempiendo in modo piacevole i lunghi tempi che un malato ha in ospedale, dandogli la possibilità, almeno per chi non è costretto a letto anche di condividere il pasto con altre persone in modo conviviale, in luoghi più confortevoli
• l’obiettivo è invogliare il malato a consumare il pasto, nutrendolo e insegnandogli a mangiare in modo salutare e piacevole, utile anche quando lasci l’ospedale.
Qualcuno ha la memoria corta, nessuno ha fatto riferimento -almeno io non l’ho trovato- alla legge 488/1999 (Finanziaria 2000) che interveniva sull’argomento con: l’obbligo di inserire quotidianiamente nelle mense scolastiche e ospedaliere sia prodotti biologici tipici e tradizionali, tenendo conto delle linee guida e delle altre raccomandazioni dell’Istituto Nazionale di Ricerca sugli alimenti e la Nutrizione, prevedendo che negli appalti di servizi relativi alla ristorazione si attribuisse valore preminente alla qualità dei prodotti agricoli offerti.
Intanto in Emilia Romagna, stanno già avviandosi cambiamenti nei criteri degli appalti per mense, ristorazione collettiva ed ospedaliera”.
-Alimenti della tradizione locale in via di estinzione, Laboratori del Gusto e Filiera corta, sono i punti fermi della ristorazione collettiva targata CIR FOOD di Reggio Emilia che si impegna, per il territorio di Loiano, a utilizzare i prodotti locali (carni di vitellone, pecorino stagionato, ricotta di pecora, ciliegie ect.) attraverso convenzioni con fornitori della zona, in un processo che in termini di sostenibilità ambientale si definisce di “filiera corta”.
-Prodotti biologici, tipici e tradizionali e a marchio “Qualità controllata” anche grazie allaccordo tra Intercent-ER (l´agenzia regionale che gestisce gli acquisti di beni e servizi per conto delle aziende sanitarie emiliane) e la Marr di Rimini. Sono interessate in primo luogo le Aziende sanitarie locali e le aziende ospedaliere dotate di un servizio di ristorazione interno, vincolate agli acquisti tramite l´Intercent-Er, in quanto le loro risorse sono quelle del bilancio regionale. Fino ad oggi hanno aderito le Aziende sanitarie locali di Reggio Emilia e Ferrara e l´Azienda ospedaliera di Reggio Emilia. Sono in fase di adesione le Aziende sanitarie locali di Forlì-Cesena e Rimini, mentre l´Azienda ospedaliera di Parma sta perfezionando l´adesione per la fornitura di prodotti non alimentari. L´accordo siglato prevede complessivamente la fornitura di 860 prodotti. Di questi 512 sono prodotti tradizionali, che comprendono 14 Dop (Gorgonzola, Grana padano, Montasio, Parmigiano-Reggiano, Taleggio, prosciutto di Parma), 8 Igp (mortadella di Bologna, pesche a pasta gialla, pere a pasta bianca, pere Decana, pere Abate Fètel, pere Conference), 26 prodotti a provenienza regionale (come Squacquerone, salame Felino, albicocche, cachi, ciliegie, ecc.) e 38 prodotti a provenienza nazionale (fra questi, cipolla, clementine, erbe aromatiche, finocchi, fragole, limoni, mandarini, melanzane e meloni).
Altri 242 sono prodotti biologici, di cui 3 Dop (Gorgonzola, Grana padano); 4 Igp (pere Decana, pera Abate Fetel, pere Conference, pere Williams); 20 prodotti a provenienza regionale (ad esempio, albicocche, cachi, ciliegie, cocomeri, fragole, melanzane, mele, patate, peperoni, pomodori, prugne); 31 prodotti a provenienza nazionale (per citarne alcuni, cipolla, clementine, erbe aromatiche, finocchi, fragole, limoni, mandarini, melanzane, meloni, ortaggi a foglia, patate, peperoni, pere, pomodori, zucchine, carote, cetrioli).
Links:Ministero della Salute.it (1,2)
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Le persone che si occupano di alimentazione e nutrizione sono sempre piú richieste in futuro. Continuate cosí. Ciao Simona