Liqueur Carlsbade. Made in Cecoslovacchia

Lo avevo acquistatato a Praga in occasione di un viaggio di lavoro nel 1988. Dopo diciannnove anni è saltato fuori da una dispensa a casa dei miei. Secondo voi è ancora commestibile questo liquore Made in Cecoslovacchia? 😉 Intanto a qualcosa è servita questa bottiglia, a ripercorrere la storia del fondatore dell’azienda, il farmacista e grande appassionato di erbe e infusi:Johann Becher di Karlovy Vary. E come in altre occasioni non mancano le spy-stories e le battaglie legali tra eredi e ricette segrete contese.


12 commenti on “Liqueur Carlsbade. Made in Cecoslovacchia”

  1. davide ha detto:

    se serve un volontario per la valutazione della commestibilità non esitate a contattarmi…

    a proposito
    …abbiamo fatto delle prove questa settimana sulla quantità di metOH nella “testa” di distillazione (relazionato a 100 mg di alcol, come da legislazione)e sulla coda. i risultati sono sorprendentemente differenti da come me li aspettavo…
    bisogna rivedere un attimino le tabelle degli azeotropi 🙂

    buona domenica
    Davide

    per le ricette segrete… non c’è GC che tenga

  2. Grissino ha detto:

    Fosse un vino potrebbe essere diventato aceto. Essendo un liquore quindi ad alta gradazione alcolica, dovrebbe essere ancora bevibile. Al massimo poco profumato, forse?
    Hai provato Gianna?

    Davide, i tuoi post sono super tecnici e faccio una fatica a capirli… ma dopo circa 8 anni di completo digiuno, credo sia normale. Ma sono orgoglioso di poterti fare il design e supervisionare la struttura informatica dei futuri 10 uffici di Gianna sparsi per il mondo 😛

  3. Grissino ha detto:

    Gianna, business business, bisogna trovare un’idea che venda, ci faccia aprire questi 10 uffici ma soprattutto ci faccia fare un sacco di soldi!! 😀

  4. daggoo ha detto:

    WOW!!!!!!!!!!!!!!! la mitica Becherovska…
    N.B. In cecoslovacchia era ottima, ne ho portata una bottiglia qua e non si beveva….sara’ colpa della temperatura.
    Ciao

  5. Corsaro ha detto:

    Usala come combustibile, ha il pregio di inquinare meno che i soliti derivati dal petrolio. Sarà mica fatta con petrolio?

  6. Stefania ha detto:

    secondo me si, che si puo’ usare ancora, magari se non piace il gusto la puoi usare per una farcia o per altri simili usi in cucina – la aggiungi nella preparazione di una marmellata di frutta o chutney per ‘correggerla’….

  7. Gunther ha detto:

    consiglio di conservare la bottiglia chiusa, come ricordo di viaggio e se piace tenerla in salotto, in genere sono rari alcool e vini che si conservano per tanto tempo in bottiglia rimanendo inalterate le proprietà organolettiche. Molti vini dopo un anno in bottiglia sono da buttare tranne alcuni barolo e porto che dopo dieci anni danno il meglio, ma questo non mi sembra il caso, bella la storia del prodotto .

  8. davide ha detto:

    e se fosse non un distillato ma un superfermentato (like sake) da saccharomyces carlsbergensis? leggo la parola carls all’inizio del liquore…
    datemi un suggerimento sull’ignoto prodotto.

  9. Grissino ha detto:

    No, Carlsbade é una cittá.

  10. Gianna Ferretti ha detto:

    ne ho assaggiati pochi ul…:-)…Seguirò il suggerimento di Gunther. Rimarrà un ricordo di un bel viaggio.:-)

    @Grissino.Business, Business!! sono pronta!

    @Davide!Il saccharomyces carlsbergensis? neanche sapevo che esistesse! 🙂

  11. […] contaba hace algunos días, luego de 19 años trascurridos en una despensa de la casa de mis padres, salió […]

  12. […] raccontavo qualche giorno fa, dopo diciannove anni passati in una dispensa a casa dei miei, è saltato fuori […]


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