Dimmi come mangi, la GDO e la Grossa Distribuzione

GDO buyers day

‘Dimmi come mangi’, è il titolo della ricerca Nomisma sul pasto fuori casa degli italiani. Saranno indagate le abitudini, le frequenze, i luoghi nei quali gli italiani consumano pranzi e cene di lavoro e/o per divertimento. Sarà indagata anche la spesa sostenuta per i pasti. I risultati dell’indagine saranno diffusi in apertura della Mostra Internazionale dell’Alimentazione di Rimini a febbraio 2008. Previsto anche il 1° GDO Buyer Day, una giornata dedicata ai buyer della grande distribuzione organizzata (GDO) con forum, tavole rotonde, business meeting con le aziende. Inoltre in programma una conferenza dibattito sulla gastronomia di seconda generazione. Segnatevi questi termini Fast-Foods ribattezzati in Fast-Goods, e le formule time-extended-opening-hours. Ogni volta che leggo la parola GDO, mi torna in mente Antonio Tombolini e il suo post sulla Grossa Distribuzione, scritto nel 2002, ma vale la pena leggerlo, è sempre attuale.

Torniamo a Dimmi come mangi, abbiamo bisogno di una nuova indagine da affidare al Nomisma? non conosciamo già i risultati? scommettiamo che risulterà che gli italiani mangiano sempre piu’ spesso fuori casa? Che aumentano i consumi in ristoranti, pizzerie e bar e mense? che spendiamo meno tempo a tavola? Che aumentano i consumi di piatti pronti? che la famiglia si trova riunita solo a cena? che è in aumento la spesa alimentare extradomestica?


4 commenti on “Dimmi come mangi, la GDO e la Grossa Distribuzione”

  1. gunther ha detto:

    sono daccordo non abbiamo bisogno di una nuova indagine da affidare a Nomisma, le tendenze sono note, quanto semmai di un osservatorio che nel corso del tempo individui le modifiche dei cambiamenti delle scelte dei consumatori. Di questa ricerca/indagine ne ha bisogno la manifestazione per accreditarsi come punto di riferimento. Sono le aziende quelle italiane ai quali questi dati dovrebbero essere più utili per venire incontro ai gusti e “bisogni” dei consuamtori. Una sola attenzione i buyer GDO alimentare, diversamente degli istituti di ricerca e da altri settori, hanno sottomano i valori reali, sanno perfettamente in base alle vendite del proprio gruppo, le tendenze e le abitudini dei loro clienti e come soddisfare e prevederle in tempi ridottissimi.

  2. Corsaro ha detto:

    Sono tendenze di cui la responsabilità non credo che sia come al solito da dare alle richieste di mercato, cioè al consumatore affamato e trash. I meschini (gdo) propongono quello che a loro interessa, creando le richieste di cosa possono offrire a buon mercato e al massimo guadagno, per loro.
    Ecco: fatta la ricerca!

  3. paolo ha detto:

    Il fresco proviene dall’estero, perché costa meno, il resto é tutto industriale.
    Teniamo presente anche che le centrali d’acquisto della GDO italiana si contano sulle dita di una mano.
    Il solo pensare che la salute degli italiani, volenti o nolenti, sia in mano a così poche persone fa venire i brividi.

  4. […] scritto sulla Grande Distribuzione di Tombolini che mi e’ capitato di leggere per puro caso ( via Gianna Ferretti ), e sul quale mi trovo totalmente d’accordo, avrei una […]


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