La sconfitta di Kokopelli
Pubblicato: 2008/02/02 Archiviato in: Not Only Food 4 commentiIl nome Kokopelli non è sconosciuto a tutti gli appassionati di vecchie varietà di frutta e ortaggi. Infatti vendere, distribuire, scambiare sementi in difesa della biodiversità erano delle attività dell’associazione. Purtroppo in Europa queste attività sono considerate illegali e in Francia l’associazione Kokopelli ha ricevuto dal tribunale 35.000 € di sanzioni per aver commercializzato e diffuso varietà non iscritte ai registri. Da alcuni giorni sul sito capeggia un documento che inneggia: Citoyens, au semences! (Cittadini, alle sementi!). Da una parte trattati internazionali per la difesa della biodiversità e dall’altra si ostacola una associazione che ha come finalità quella di conservare una collezione vivente di 2.500 varietà. Gli accusatori? Una grande compagnia sementiera la Baumaux e l’associazione delle ditte sementiere francesi, che incasseranno i danni oggetto della sanzione comminata a Kokopelli.
Fonte: biodiversita.info
mi chiedo quante finalità politico-economiche vi siano dietro questo evento.
resto perplesso soprattutto perchè si sia voluto procedere ad una sanzione
1) che abbia creato un precedente per i futuri tentativi di conservazione delle biodiversità
2) con l’intento preciso di essere da monito a chi osi minacciare meccanismi, ormai noti, della diffusione di sementi unicamente attraverso il canale delle multinazionali.
sono generalmente a favore delle multinazionali, ma rispetto chi combatte per la biodiversità.
Questo evento mi preoccupa per quanto le finalità “dei pochi” siano perseguite all’interno delle istituzioni “di tutti”.
si infatti – li’ dipende anche dal giudice che ha seguito l’istanza. Mi chiedo: non hanno cercato di fare lobby anche con altre associazioni (tipo Slow Food) – non conosco il caso …
Da alcuni anni lo Slowfood si impegna per la libertà nella gestione dei semi.
Non é assolutamente possibile che i contadini del mondo intero debbano piantare solo i semi venduti loro dalle multinazionali. I rischi di questo scempio sono altisimi: dalla scomparsa di varietà, all’estinzione di specie animali. Questo precedente é grave e ci dimostra quanto la UE sia succube delle multinazionali e quanto l’EFSA sia sorda e cieca. Per esempio nel settore vinicolo molti produttori piantano le barbatelle comprate nei vivai, cloni delle solite varietà, e pochissimi innestano. Ne consegue che le viti sono sempre più deboli ed esposte a malattie che una volta le piante stesse sopportavano. E quindi non resta che abbondare con la chimica…
Non capisco una cosa: se l’accusa è “aver commercializzato e diffuso varietà non iscritte ai registri”, perché le compagnie sementifere “incasseranno i danni oggetto della sanzione”? Avrebbe senso se avessero commercializzato varietà iscritte e di proprietà di una compagnia…