FibreSSe
Pubblicato: 2008/05/05 Archiviato in: Fibre alimentari 7 commentiSe la Barilla propone Alixir regularis® anche la Parmalat risponde con nuovi alimenti “funzionali” per contribuire a regolarizzare la “naturale” attività intestinale: ho trovato lo yogurt e il latte Fibresse che contengono il principio attivo Regoplus®.
Regoplus®? È una combinazione di fibre naturali, vitamina E e biotina– si legge sul sito dell’azienda.
Di quali fibre naturali si tratta? Ormai la risposta la conosciamo, dall’etichetta leggiamo che Regoplus contiene frutto-oligosaccaridi (FOS).
Come ho già scritto, la nomenclatura delle fibre alimentari è cambiata da alcuni anni. Ripropongo l’evoluzione del termine “fibre” negli ultimi decenni. Con questo termine, non si indicano solamente i componenti di natura polisaccaridica presenti nei vegetali, ma anche carboidrati “non digeribili” e la lignina. La definizione “non digeribile” include ora molte sostanze che in passato non erano considerate fibre, ne sono esempi l’amido resistente (resistant starch,)inulina e oligosaccaridi che non vengono digeriti dagli enzimi intestinali.
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Evoluzione del concetto di fibra alimentare
Anni 70 – Materiale della parete secondaria delle cellule vegetali
Anni 80 – Polisaccaridi non amidacei (cellulosa, emicellulose, pectine, gomme, mucillagini)
Anni 90 – Oligosaccaridi e amino-zuccheri non digeribili naturalmente presenti negli alimenti. Oligosaccaridi di sintesi chimica. Frazioni di amido resistenti alla digestione ( resistant starch)
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Tra i nuovi brevetti di frutto-oligosaccaridi ho trovato Actilight®. Disponibile in polvere o in forma liquida a concentrazioni dal 55% to 95%, è prodotta dallo zucchero di barbabietola attraverso l’azione di alcuni enzimi tra cui la beta-fructo-furanosidasi estratta dal fungo Aspergillus niger.
Questo post lo inserisco nella categoria “fibre vegetali” ma non ho cambiato idea, considero sempre fuorviante che frutto-oligosaccaridi a corta catena siano inseriti tra le fibre alimentari. La scritta “con fibre” su molti prodotti alimentari, può contribuire ad un falso senso di sicurezza nutrizionale e non invita a scelte consapevoli da parte dei consumatori.
Tags: fibre alimentari,prebiotici
L’ennesimo prodotto che non comprerei mai visto che se uno mangia sano, non deve ingurgitare alimenti troppo sintetici e pastrugnati.
😛
Chissá quanto costa…
@Grissino.Costa qualche centesimo di euro in piu’ rispetto agli altri. Ormai i FOS (frutto-oligosaccaridi) si trovano ovunque. Tu non li dai alla dalmata? 🙂
sono d’accordo con la definizione di “non digeribile”, ma probabilmente è lo stesso discorso dell’olestra.
ci sono grandi potenzialità in questa branca di prodotti, e non è detto che non abbiano effetti ormonali
ciao
Davide
Se uno yogurt viene adizionato con prebiotici, perche non mettere anche i fermenti probiotici?
rimango dell’idea – yogurt(probiotico o meno) bianco fatto in casa e un frutto – FOS, vitamine e frutta fresca in concentrazioni da far impallidire Parmalat. E senza pagare per i brevetti.
Io credo che semplicemente i responsabili marketing di questa gamma di prodotti si siano fatti prendere un po’ troppo la mano dall’entusiasmo. A guardare i dati di mercato più recenti i prodotti a base di FOS e compagnia potrebbero avere già saltato lo squalo, soprattutto per colpa di claim un po’ troppo “intensivi”.
http://www.brandrepublic.com/News/805363/Cynicism-halts-functional-growth/
In alcuni casi, vedi Activia negli USA, l’accelerazione in avanti si sta traducendo in pericolosi effetti boomerang e non solo in senso mediatico…
http://www.nutraingredients-usa.com/news/ng.asp?n=82785-danone-dannon-probiotic
[…] Le fibre prebiotiche di Actilight® per esempio, sono usate in Fibresse. […]
[…] Problemi intestinali? ci sono le fibre in polvere (destrine di frumento) da aggiungere ai pasti, Benefiber c’è anche la versione “Con calcio” o “Vitamine per la salute del cuore“. Ma il massimo è stato veder proporre nello stesso sito anche compresse masticabili di Benefiber. Preferite il gusto arancia, kiwi o fragola? Mi chiedo che senso ha tutto questo e ripenso al mio post un po’ datato ma sempre attuale sulla nomeclatura delle fibre alimentari e loro impiego nell’alimentazione tra fabbisogni concreti e marketing. […]