L'alimentazione mediterranea non abita più qui

ROMA (4-5-2008)— Petto di pollo invece della pasta, frittatona al posto della verdura, formaggio anziché frutta. Niente pane, poco vino e tanti saluti alla dieta mediterranea. Sembra la lista della spesa di uno squattrinato studente fuori sede. Purtroppo è l’Sos che arriva dalla trincea del supermercato, quella dove ogni giorno milioni di italiani combattono il caro euro e gli aumenti di tutto ciò che si porta in tavola. È stata la Cia, la Confederazione italiana agricoltori, a fare un confronto tra il 2007 e il 2006, con l’aggravante che quest’anno la situazione potrebbe peggiorare ancora. Calano gli acquisti di tutti i prodotti simbolo della nostra cucina tradizionale. A picco il pane (-6,2 per cento), e la verdura (-4,2).In calo la pasta (-2,6 per cento) e la frutta (-2,5), ma anche la carne bovina e di maiale. Quello che si risparmia viene investito in proteine low cost. Corriere della Sera

Qualche considerazione al volo. L’alimentazione mediterranea non abita piu’ a casa degli italiani? Non sono molto convinta che si tratti solo dell’austerity come si scrive sul Corriere della Sera a commento dell’indagine della Cia di qualche mese fa.

Cambiamenti nelle abitudini e nei consumi degli italiani sono già in atto da diversi anni.

Le cifre sono da prendere con le pinze, su che campione sono stati ottenuti i dati?

Ma torniamo all’alimentazione mediterranea, definizione coniata in relazione agli studi del biochimico Ancel Keys. Se ne parla spesso, credo ci sia da fare un po’ di ordine.

In calo il consumo di verdure e ortaggi? Però aumentano gli acquisti di ortaggi della IV gamma. E i surgelati?

Meno frutta? Ma cosa diciamo dei succhi e delle bibite?

Meno pane e pasta? Cosa c’è da dire dei sostituti del pane e dei piatti pronti?

-In calo la carne? Bene! nel modello della dieta mediteranea la carne bovina dovrebbe essere presente solo una volta a settimana.

-Alzi la mano chi a colazione tutte le mattine non ha dolci o biscotti a tavola insieme al caffè latte.

Quante volte i legumi sono nel menù settimanale? Dovrebbero esserci tutti i giorni sulla base del modello di alimentazione mediterrane.

– E le bevande alcoliche?- Un bicchiere di vino durante i pasti.

P.S 1. E’ la prima volta che vedo le proteine dell’uovo definite proteine low cost.

P.S 2. Ho sentito parlare di nuovo della proposta di includere il modello della dieta mediterranea tra i patrimoni dell’Unesco.

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26 commenti on “L'alimentazione mediterranea non abita più qui”

  1. Grissino ha detto:

    Se nel modello della dieta mediteranea la carne bovina deve essere presente solo una volta a settimana, non la faró MAI!

  2. Stefania ha detto:

    io quando leggo questi articoli che non spiegano niente di niente (parlo del Corriere) se non le solite cose, mi viene un po’ di sconforto. A parte il fatto che chi sta seguendo l’inflazione sa bene che anche il pollame e le uova sono aumentati di prezzo perche’ dipendono dalla filiera del mais. E poi sono stufa di sentire che ‘non si puo’ stare senza pane e pasta’ perche’ come diceva il dietologo dell’intervista sul Corriere – in verita’ si mangiano molto meno i carboidrati complessi – che sono contenuti nei tuberi, legumi etc.

    Ho fatto una relazione su questo argomento, Gianna. E poi c’e’ da chiedersi: come mai tutti protestano per i rincari ma fanno scelte alimentari COSTOSE (un succo costa di piu’ che non un pezzo di frutta).

    la storia del vino e’ particolarmente interessante, perche’ qui in UK siamo in pieno boom: a Maggio si tiene la piu’ grossa fiera del vino a livello internazionale (perche’ davvero arrivano da tutte le parti del mondo)- tutti intenditori, tutti bevono vino quasi ogni sera etc etc. Tant’e’ che alcuni rappresentanti della GD hanno iniziato a venderlo, e a proporre vino a prezzi sempre piu’ stracciati. Il mercato e’ invaso di vino e alcolici a basso prezzo (e anche di bassa qualita’) – ce n’e’ per qualsiasi portafoglio, e cosi’ tanti ragazzini gia’ dall’eta’ di 12 anni hanno iniziato a procurarsi facilmente alcol e fra vino, alcopops ora ci ritroviamo con un problema sociale che ancora una volta si riflettera’ su tutti i contribuenti….

  3. gunther ha detto:

    credo che sono pochi quelli che veramente sanno o hanno idea di cosa è una dieta mediterranea, prima di parlarne credo che si dovrebbero documentare almeno un po’. Sono un po’ basito su questa necessità di inserire la dieta mediterranea nel patrimonio dell’Unesco l’ho letto anche io, in Francia hanno già avviato un iter. Non vorrei essere frainteso è un modello alimentare importante ma non comprendo dove si vuole andare a parare.

  4. Momotaro ha detto:

    Mi sembra improbabile che qualcuno compri il formaggio al posto della frutta per risparmiare, un chilo di mele costa quasi un decimo meno di un chilo di formaggio.
    Ma mitica dieta mediterranea quanto era effettivamente seguita da noi?

  5. Stefania ha detto:

    Infatti, Momotaro – e’ proprio quello che intendevo dire io: la transizione alimentare NON e’ dovuta al rincaro, ma ha radici piu’ profonde che hanno inizio parecchi anni fa. E’ legata principalmente al diverso stile di vita. Che non vuol dire solo ‘non ho tempo percio’ prendo il sugo in barattolo’ ma piu’ che altro ha a che fare con la mancata ‘trasmissione’ di un modello alimentare corretto da genitori ai figli. Nel discorso femminile, poi, in tante donne (in Italia come altrove, ben intenderci – la transizione e’ simile in tutti i paesi), c’e’ la voglia di distaccarsi da quei modelli tipicamente ‘domestici’ e tipici della famiglia italiana. E’ ora consuetudine (io lo vedo qui molto anche fra le 30enni neo arrivate da paesi tipo Australia, Sud Africa etc – ) e pure una sorta di piacere dire ‘io non cucino perche’ sono troppo impegnata e non mi interessa, sono manager e lavoro tot ore al giorno, non ho voglia di pensarci’ etc etc.

    Per rispondere invece al dilemma di gunther – la spiegazione e’ semplice: ha a che fare con gli obiettivi e le linee guida che si e’ preposta la WHO per combattere l’epidemia di obesita’ e malattie legate alla alimentazione scorretta. Parliamo non solo di malattie cardiovascolari, ma anche di diabete di tipo 2 e le forti carenze vitaminiche, che non sono tipiche solo dei paesi sottosviluppati. Infatti i consumatori di pasti pronti etc tipicamente NON mangiano frutta e NON mangiano verdura (se non le solite insalate pronte che essendo lavate in una soluzione che contiene cloro, vengono private dei loro valori nutritivi). Devi capire che ora anche paesi come Cina e India stanno adottando il modello di dieta alimentare occidentale e quindi l’esigenza di mandare certi messaggi e’ sentita in maniera forte. Quindi il valore di questa iniziativa lo si deve interpretare semplicemente con la volonta’ di rieducare quei tanti che hanno ancora tanti dubbi e che non hanno capito che certe malattie le si possono prevenire mangiando alimenti ‘veri’ e solo qualche volta alimenti poco nutrienti, e non il contrario. Ne parlavo da poco con un collega greco e lui ha fatto una battuta che mi ha fatto ridere : ‘What a big Discovery ! Exaclty what people were eating 50, 100, 1000 years ago…..”

  6. gianna ha detto:

    sono tentata di fare dei calcoli su quanto si spende se si segue la dieta mediterranea.

  7. Stefania ha detto:

    si, dai – perche’ non lo facciamo? 😉

  8. Gianna Ferretti ha detto:

    Facciamo, dai chi fa la lista della spesa settimanale?

  9. Stefania ha detto:

    spesa fresca? Per due persone? includendo colazione, pranzo e cena?

  10. gianna ha detto:

    si, io oggi inizio! date uno sguardo alle porzioni!

  11. Stefania ha detto:

    allora, forse la colazione e’ facile da prezzare – ma non conosco i prezzi al consumo in Italia :
    (a testa)
    – 2 fette di pane tostato con un velo di burro (dimensione tipo fette biscottate)
    – yogurth casereccio con frutta fresca (diciamo 1 kiwi? mezza banana?)
    – 1 tazza di tea o caffe’

  12. Grissino ha detto:

    E quella sarebbe la colazione mediterranea?! Da quando gli italiani mangiano lo yoghurt a colazione?! E il pane tostato?! Ma se almeno il 50% mangia cappuccio e brioche da SECOLI. 😀

    O sbaglio?

  13. Paolo ha detto:

    Beh i greci lo yogurt lo mangiano eccome… o sbaglio?!
    Ricorda che mediterraneo non significa italiano!

  14. gianna ha detto:

    Ecco la piramide mediterranea

    e la mia spesa, in attesa di fare il calcolo delle porzioni

    lo yogurth certo che ci può stare!

  15. Paolo ha detto:

    E la mia è sul mio blog! 🙂 Certo che calcolare i costi per pasto è un pasticcio… provero’ un calcolo su base settimanale…

  16. Stefania ha detto:

    si Paolo anche per me e’ un po’ difficile calcolarlo…

    @Grissino… 🙂 non lo so cosa si mangi ora (sono circa 15 anni via dall’Italia), sicuramente molte piu’ merendine o brioche preparate da quello che vedo in TV. Pero’ in tanti posti nel Mediterraneo lo yogurth (chiamato gioddu in Sardegna) e’ un alimento importante. Il pane? conosco persone che mangiano pane e latte a colazione e a volte anche a cena (in Italia). Penso che molto dipenda dal tipo di giornata che uno ha. Io personalmente non bevo neanche latte, solo yogurth. Come dice Paolo, mediterraneo non significa affatto italiano. E inoltre la piramide italiana ha due errorini (non quella che ha pubblicato Gianna, ma quella che e’ su piramide.it) … vediamo chi nota quali sono… 😀

  17. Paolo ha detto:

    Sei sarda?! Pure io! Solo che a Sassari lo yogurt lo chiamiamo “mizzuraddu” 🙂
    A parte questo… piramide.it non sembra funzionare come link!

  18. Gianna Ferretti ha detto:

    @Paolo, il link di cui parla Stefania è questo:

    http://www.piramidealimentare.it/

    Si tratta di un sito i cui contenuti sono stati curati sotto la supervisione del Prof. Carlo Cannella. Ne avevo parlato quando è stata presentata

    https://trashfood.com/2006/10/daitutti_a_giocare_con_la_pira.html

    Stefania dove hai trovato imprecisioni? indizi? 🙂

  19. Stefania ha detto:

    @ Paolo – si, scusa, il link e’ quello che dice Gianna (ps si sono casteddaia 🙂 )

    @Gianna – esatto! ci sono 2 – anzi 3 alimenti ad essere precisi – che non dovrebbero starci, che sono stati introdotti diciamo negli anni di benessere economico. Ho scritto una relazione su come le istituzioni dovrebbero promuovere la dieta mediterranea visto il disastroso trend che sta verificandosi in Italia, di transizione della dieta.

  20. gianna ha detto:

    Urge un confronto tra piramidi!:)

  21. tfrab ha detto:

    In tema di alimentazione mediterranea: siamo proprio sicuri che l’elevato consumo di pasta che abbiamo in italia sia così “mediterraneo”? Perché anche Grecia e Spagna, ad esempio, sono nel Mediterraneo, mi sa però che dipasta ne consumano meno.

    Ricordo anche una proposta di piramide alimentare a cura di due autori su scientific american, dicembre 2002

  22. Stefania ha detto:

    infatti, la pasta non corrisponde proprio alla corretta applicazione della dieta mediterranea – il boom della pasta e’ arrivato negli anni 70-80. Diciamo che l’industria alimentare ha saputo giocare bene la carta della ‘mediterraneita’ ‘ nel commercializzare la pasta in tutte le sue .. varianti (secca, in scatola, precotta, pseudo-fresca etc)..

    Qui trovate una mappa con i vari prodotti (e’ in inglese) e la sua evoluzione

    Fai clic per accedere a padilla-2000-evo_med_diet.pdf

  23. beatrice ha detto:

    salve a tutti…
    anche se non ho mai quantificato al centesimo il risparmio nel seguire una singola dieta mediterranea rispetto ad altre diete… vi posso dire che attraverso un’esperienza di ristorazione collettiva, ho potuto apprezzare che scegliendo un modello di dieta in cui le proteine animali sono ridotte a favore di proteine vegetali, che prevede l’alternanza tra carne, pesce, legumi, uova, formaggi in porzioni modeste, che favorisce il consumo di frutta anche negli spuntini, che a mio avviso può iniziare a definirsi dieta mediterranea… permette di risparmiare o comunque non è più costosa della dieta che ormai si tende a seguire in italia. il costo elevato di una dieta mediterranea in genere è imputabile all’acquisto di frutta e verdura…tutti vedono i prezzi di frutta e verdura come improponibili… ma se guardiamo cosa l’italiano medio acquista al supermercato nel settore ortofrutta, così come nella bottega di ortofrutta sotto casa… vediamo molti prodotti fuori stagione… che costano più… o necessariamente frutta di grosso calibro, sempre di prima categoria… Io credo che il risparmio sia possibile con piccole ma importanti attenzioni…

  24. Stefania ha detto:

    sono d’accordo con Beatrice. E addirittura mi spingo dicendo che non e’ tanto la quantita’ di certi alimenti (ad es. proteine animali vs vegetali), quanto la varieta’, la vera carta vincente della dieta mediterranea. Che include, ricordiamolo, anche tagli ‘poveri’ (trippa, carne per stufato etc) o le erbe ‘amare’ (cicorie, bietole etc). E che si basa sull ‘uso di alimenti genuini (nel senso di prodotti artigianalmente ) – ovvero il burro o l’olio ev di oliva anziche’ il grasso trasformato per fare i biscotti (avete visto cosa c’e’ nella pasta sfoglia/frolla pronta di una marca nota venduta al supermercato)?

    L’utilizzo di certi prodotti pronti – tipo la pasta frolla, o i biscotti del mulino degli orrori, come lo chiamava un altro blogger qui – porta inoltre a mangiarne di piu’, proprio perche’ piu’ facilmente accessibili. Per molti pagare un premium per un prodotto ‘goloso’ pronto o semipronto costituisce una sorta di gratificazione dopo una giornata di lavoro o fuori casa. Quindi e’ facile far cadere la scelta su certi prodotti anziche’ su altri. Penso che se si pensasse a quali siano davvero gli alimenti indispensabili (succo vs frutta fresca, philadelphia magro vs burro / olio, verdure in busta vs verdure di stagione) , allora forse si riuscirebbe a fare scelte piu’ giuste. Considerando poi il fatto che i prodotti pronti non hanno un’etichettatura facile da interpretare. Ad es. in Italia in tanti mangiano le fette biscottate, ma… ce n’e’ davvero bisogno? non sarebbe piu’ semplice mangiare pane tostato (avanzato) ?

  25. […] considerazioni, le avevo già scritte qui, e non faccio che riproporle, convinta che non si tratti solo di una conseguenza all’aumento […]

  26. […] considerazioni, le avevo già scritte qui. Non ho cambiato le mie riflessioni sulle cause del cambiamento degli stili alimentari degli […]


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