Remake Santal:scopri le differenze
Pubblicato: 2008/09/08 Archiviato in: La borsa della spesa, Messaggi fuorvianti, Prodotti ortofrutticoli 8 commentiSucchi Santal Parmalat.
Ecco come si presentano sugli scaffali dopo il remake delle confezioni.
Questo il packaging prima della pronuncia di pubblicità Ingannevole poichè l’azienda non fornì documenti idonei a sostenere i claim pubblicitari e i benefici effetti sulla salute.
I claims contestati erano questi: “5 mix che rinforzano la frutta con i principi della frutta e moltiplicano l’effetto salute”. “Verde per la vista, rosso per la pelle, blu per la circolazione, giallo per le difese naturali“, che associavano alle cinque bevande di colore diverso precise e determinate azioni a favore dell’organismo.
Chi scopre le differenze?
Tag: Santal, Parmalat, succhi di frutta, pubblicità ingannevole, fitonutrienti
Beh, il bollino mix era in basso a destra piccolino… per il resto mi sembrano molto simili.
Ma perché la gente non compra i succhi “freschi” nel banco frigo? Senza zucchero e 100% succo di frutta?
Ah, qui fra l’altro alla mattina i supermercati fanno le bottiglie di succo centrifugando frutta e verdura freschi e li lasciano nel ghiaccio (tipo pesce) cosí la gente arriva, li compra e li beve, magari in pausa pranzo.
E che dire del bollino sulla maionese Calvè…”Fonte NATURALE di Omega3″
E’ noto a tutti che la maionese sgorga dalla fonte…
Saranno gli oli vegetali?
Saranno le uova di gallina alimentate a scarti di pesce?
Sbaglio o è apparso il logo di un centro di ricerca della Sapienza? Ma il garante lo accetta come il famoso “approvato dall’associazione italiana medici dentisti?”
La nuova confezione SAntal oltre a modifiche dei testi, porta anche il logo del CIISCAM, Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sulle Culture Alimentari Mediterranee,diretto dal Prof.Carlo Cannella, Università La sapienza, Roma.
Quindi Santal Parmalat finanzia qualche progetto del suddetto centro?!
@Stefania. Non tutte le aziende alimentari hanno un centro di ricerca clinica, quindi perchè sorprendersi se una azienda alimentare, come accade per le farmaceutiche, affida delle ricerche a centri universitari?
@Gianna – si, quello si, solo che non avrei pensato mai proprio a … Santal.