Healthy Vending Machine
Pubblicato: 2009/03/26 Archiviato in: Slot food 14 commentiDistributore di snacks e bibite presso l’Ospedale Regionale di Torrette di Ancona.
Uno scatto per segnalare che se fossimo in Galles, forse diversi prodotti non ci sarebbero. Infatti il ministero della Sanità del Galles ha formulato delle linee guida che vietano -da poche settimane- la vendita di alcuni snacks dolci e salati e bibite nei distributori automatici collocati all’interno degli ospedali.
Rileggendo il progetto ministeriale “Guadagnare Salute” ho scoperto che nella sezione dedicata all’alimentazione, ci si occupa anche dei distributori automatici, sempre piu’ diffusi. “Essi dovrebbero fornire una maggiore varietà di cibi compatibili con le Linee Guida per una Sana Alimentazione. Tra i punti contemplati si indica che negli ospedali dovrebbe essere evitata la diffusione di distributori automatici di cibi ad alto contenuto energetico e scarso valore nutrizionale.”
In Galles dove le nuove linee guida sono operative, ovviamente non sono mancate le reazioni, in particolare quelle della British Sandwich Association (BSA). Leggete qui.
Fonte: Wales.nhs.uk
Tag: Wales vending machine distributori automatici snacks
Sono stata in Galles proprio la scorsa estate in vacanza…muovendomi con i mezzi pubblici ho avuto la possibilità di constatare quanto lì (come d’altra parte nel resto del Regno Unito) l’obesità sia davvero un’emergenza…soprattutto notavo come le persone ovunque potessero disporre di bibite zuccherate e snack…e in effetti lì tutti giravano con qualcosa (che non era frutta o acqua ad es.) in mano…trovo questa inziativa assolutamente positiva…io che lavoro all’ulss (in Veneto) e mi occupo appunto di nutrizione ho già segnalato che proprio nel nostro ambiente ci dovrebbe essere la promozione di cibi salutari e che quindi chi si occupa dell’appalto inserisca nei capitolati che il proporre certi dtipi di alimenti dovrebbe conferire più punteggi ad una ditta piuttosto che ad un’altra…nelle nuove Linee Guida per la ristorazione scolastica del Veneto c’è rispetto alla precedente edizione il capitolo dedicato al nutrivending con tutta una serie di parametri di cui tener conto da parte della scuola qualora ci fosse una gara di appalto.
Ogni tanto qualche buona notizia, speriamo che se ne accorgano anche in italia. Purtroppo le vending machine dilagano nelle scuole e sono una calamita incredibile a cui è difficile resistere senza opportuna educazione, ma a volte non basta. Purtroppo risulta che le scuole si autofinanziano con questo metodo, le ditte che installano le macchinette infatti pagano canoni di affitto con cui la scuola si paga fotocopie, cancelleria, materiali ecc.
In qualche caso vi sono dentro frutta fresca o prodotti bio-equo, ma sono spesso nascosti e più costosi e comunque è il modello del consumo industriale che va cambiato, anche se eco-bio-equo. Tra l’altro le problematiche di salute concidono con le problematiche ambientali e di emissioni di CO2, dietro una merendina per esempio si nasconde spesso la deforestazione. dove? nell’ingrediente olio di palma, queste ultime infatti si fanno largo a scapito di foreste tropicali.
E a proposito di obesità, notiziola fra il curioso e grottesco:
http://www.corriere.it/esteri/09_marzo_24/obesi_esercito_usa_1c022d66-188d-11de-911f-00144f486ba6.shtml
Ti posso fare una domanda OT?
La ditta SuperSmart.com con sede in Lussanburgo commercializza parecchi integratori anche interessanti. Come si fa a sapere quanto sono affidabili?
C’è qualche sito, anche in inglese, che rivede le bucce agli integratori in commercio?
In effetti Luca ho avuto anch’io questa informazione riguardo a questo “autofinanziamento” (non penso che sia lecito comunque…) delle scuole…la promozione di alimenti “salutari” dovrebbe comunque rientrare in un progetto condiviso tra insegnanti,alunni,la ditta che fornisce i prodotti e operatori dell’ulss…affinchè tutti capiscano le finalità dell’avere “sottomano” un’alternativa “valida” dal punto di vista nutrizionale…
Quando un prodotto può essere definito “salutare”? esistono parametri? mi sono chiesta. Il “Nutrient Profiling Model” della FSA e i previsti “nutritional scores” che prendono in considerazione vari fattori nutrizionali di un prodotto (calorie, contenuto in grassi, carboidrati, proteine, sale,fibre,presenza di frutta) sono stati proposti per classificare gli snacks in vendita nel Regno Unito. Sarebbe interessante provare a vedere cosa esce fuori con gli snacks in vendita in Italia.
Si, sarebbe interessante.
Intanto continua il progetto fruttasnack nelle scuole, con sovvenzioni ministeriali.
http://www.fruttasnack.eu/it/index.html
@laura. Sai che ho iniziato a mettere in pratica il “Nutrient Profiling Model” della FSA? non è così semplice, non abbiamo i dati composizionali su tutti i prodotti nei vending machine.
L’argomento è di grande interesse. Le vending machines sono dilagate in modo impressionante negli ultimi anni e proprio negli ospedali. Ho provato più volte a sollevare l’interesse di qualche direttore sanitario dell’ospedale in cui lavoro (Torrette, Ancona) sul fatto che è scandaloso permettere, anzi promuovere di fatto la vendita di alimenti chiaramente non salutari proprio nella struttura che dovrebbe tutelare la salute, ma i riscontri sono stati sollevamenti di sopracciglia e allargamenti di braccia. Vorrei insistere, lo farò. E poi non è vero che si vende “quello che la gente vuole”, è come la TV: se offri roba buona la gente apprezza.
@Sandro. E’ vero. il problema però sono i costi…
E considera che spesso le strutture ricevono soldi, per ospitare le macchinette. Forse per questo trovi gli allargamanti di braccia.
@Gianna. Che difficoltà hai? Mi spieghi meglio?
@Sandro – la tua battaglia e’ giustissima! dovresti fare una denuncia alla ASL
@Laura. Forse mi sono espressa male, guarda i vari parametri necessari per calcolare il “Nutrient Profiling score”,non sempre abbiamo etichette nutrizionali così dettagliate.
http://www.food.gov.uk/healthiereating/advertisingtochildren/nutlab/nutprofmod
Salve! sono Panella Flavio, uno studente della facoltà di Economia.Io e i miei colleghi ci stiamo occupando di un progetto nel quale ci occorre sapere se le vending machine, nelle facoltà, vengono concesse con delle gare d’apparto o invece vengono stabilite delle convenzioni con gli Atenei. Nell’attesa, Vi ringrazio e Le auguro un buona serata.
La mia posta elettronica è: flapanella@libero.it
Ciao Flavio, mi informo, oviamente parli dei distributori negli spazi estermi agli istituti o dipartimenti.In questi ultimi la gestione dovrebbe essere diversa. ciao