Sai cosa mangi? La scienza dei marshmallow e della sparkler spice.
Pubblicato: 2009/07/26 Archiviato in: Food design, Io lo leggerei, Senza categoria 15 commentiHo iniziato a leggere il libro Sai cosa mangi? la scienza del cibo traduzione del libro Food Bites.The Science of the Foods We Eat . Gli autori sono il Prof. Richard W. Hartel, Food engineering e la studentessa AnnaKate Hartel.
Cosa mangia l’America nell’era moderna? Probabilmente molte delle cose che mangeremo anche noi nel prossimo futuro.Inizia così la prefazione del Prof.Donegani,tecnologo alimentare. Hamburger e Coca Cola sono solo due simboli di un modello di consumo che, con diverse sfaccettature, ha definitivamente contaminato la nostra cultura del cibo. Non solo le giovani generazioni sentono irresistibile il richiamo del cibo made in USA. Del resto il Parmigiano Reggiano e lo Speck dell’Alto Adige negli hamburger di McDonald’s sono già una realtà ed è un dato di fatto che i banchi del supermercato si arricchiscano ogni giorno di nuove proposte alimentari sempre più tecnologiche. Snacks ed estrusi che hanno l’aspetto e il sapore del bacon o del formaggio, sapore impartito da aromi, sono dei must dell’happy hour. Sono già un successo gli energy drink dal gusto dubbio.
I piu’ piccoli -aggiungo io- adorano le “ice cream beads” che in edizione limitata sono già in vendita da noi.
Cosa dobbiamo attenderci? -continua Donegoni- sempre di più a fare i conti con prodotti come i Marshmallow,le famose caramelle spugnose a forma di cilindretto, magari in versioni addomesticate per sposarsi meglio con il gusto mediterraneo? .
Perchè alcune caramelle come le Jell-O hanno una consistenza gommosa? merito della gelatina e degli addensanti e dei loro passaggi di stato.
E’ meglio il burro o la margarina? occasione per parlare dei grassi trans e dei grassi idrogenati.
Perchè la crosta dei pretzel è marrone?
Sapevate che c’è chi soffre di arachibutirofobia? Ecco alcuni temi trattati nel libro che mi ha avvicinato a prodotti inconsueti.
Conoscevate i marbit? Il nome è una abbreviazione di “marshmallow bits” componenti colorati aggiunti ai cereali per la colazione.
E i Pixy Stix?
Che sapore hanno i Circus Peanuts?
Questi sono solo alcuni esempi di come oltre il piacere, oltre il nutrimento, il cibo possa diventare per alcuni un gioco, ricerca tecnologica, sfida scientifica, desiderio di stupire e di distinguersi premiando economicamente i suoi creatori.
Il prodotto che mi ha sorpreso di piu? La sparkler spice polverina da spargere sulle verdure in cui la base della gomma da masticare effervescente viene unita a dei sapori da condimento. Disponibile in gisti diversi, barbecue, formaggio o burro, sono un condimento per insalata che frizza in bocca e solletica il palato.
In conclusione, nelle 236 pagine, 60 paragrafi, appendice e glossario finali che compongono il libro si affrontano alcuni aspetti legati alla produzione di alimenti-simbolo negli USA, casi di successo di marketing, ci si interroga sulle tecnologie alla base di alcuni prodotti, sugli ingredienti e sulle loro funzioni. Il linguaggio è semplice, comprensibile, in alcuni paragrafi mi sarei aspettata qualche approffondimento in piu’ e meno entusiasmo nel commentare il ritorno dei Fizzies, pastiglie effervescenti che sciolte nell’acqua le impartiscono colori e aromi diversi, ce n’è per tutti i gusti.
I Fizzies come uno sviluppo dell’ Idrolitina del Cavalier Gazzoni ??…..
E’ venuta prima l’Idrolitina o i Fizzies? urge un aricostruzione storica 😀
Certo che sembra cibo degno dei “Pronipoti”!
Anche dei nipoti. i ragazzi impazziscono per i marsmallow, vere schifezze che ho scoperto esistere per la prima volta in Florida alcuni anni fa. allora scoprii anche questa catena
http://www.ihop.com/
che per fortuna qui non ha e credo non prenderà piede. colazioni con pancake enormi, farciti e ricoperti di panna e sciroppo d’acero…
Ma no… questa sera mi sono fatto 5 marsmallow con tanto di passata sul gas per farli caramellare !!!
Ora mi sento “in colpa” !
Ma si ogni tanto qualche schifezza me la concedo anch’io !
Gianna, ti ricordi quando i ragazzini si infilavano in bocca la polvere (coloratissima) effervescente? parlo di parecchi anni fa, era diventato un divertimento. La vendevano in bustine – questo fizzies mi ci ha fatto pensare…
Ho fatto una breve ricerca a riguardo delle polveri “effervescenti”.
Idrolitina nata nel 1901 a Bologna dalla Gazzoni
La diretta concorrente di Idrolitina era probabilmente la
Cristallina nata nel 196x a Alba(Torino)dalla Ferrero
Prima pubblicità 1969
ed inoltre
Idriz nata nel 19xx a Ozzano Taro(Parma) dalla Carlo Erba
Prima pubblicità nel 1941
Le date di nascita di due prodotti non sono ben chiare ma si potrebbe supporre percedenti di 3-4 anni alla prima pubblicità.
Visto che non c’è limite alle fantasie dell’industria alimentare potrebbe, a breve, arrivare anche questo
http://www.affaritaliani.it/economia/coca_cola_latte_frizzante280709.html
per fortuna si stanno espandendo i distributori di latte crudo
Da quando lo scorso inverno è uscita fuori la storia della bollitura del latte crudo, dalle mie parti i pochi distributori presenti hanno diminuito le vendite ed uno ha addirittura chiuso…
Il latte crudo no, il latte con le bollicne si… che schifo!
@Marco
L’industria del latte doveva trovare qualche “idea” per uccidere la vendita di latte crudo, che costa “solo” il 40% meno, quindi la bollitura era perfetta ricordando la vecchia pratica per bere il latte.
L’ignoranza della gente a volte provoca danni incredibili !!!
@Giorgio,
l’industria del latte dalle mie parti è legatissima alla politica: infatti anche la centrale del latte è di proprietà degli enti locali… I distributori di latte crudo non li possono proprio vedere!
Fortunatamente io riesco comunque a comprare il latte crudo attraverso i G.A.S. (Gruppi di Acquisto Solidale) e quando sono solo soletto nella mia casetta me lo bevo fresco di frigo senza bollire… il tutto alla salute dell’industria del latte e dei politici al seguito!
A proposito di latte crudo, non mi sarei aspettata la bordata del prof.Cannella
http://sapermangiare.mobi/1/ultimaparola/l_ultima_parola.htm
Ha ha ha! A meno che l’esimio Prof. Cannella sia vegan (cosa di cui dubito viste le sue elucubrazioni sul vegetarianesimo) non penso possa permettersi di scrivere: “mangeresti qualcosa che è stato preparato in una stalla”?
Credo che buona parte della sua dieta sia nata in una stalla e prima ancora nei campi di mais ogm irrorati.
Il latte non è “preparato in una stalla, per quanto pulita”, il latte è fatto dalle mucche, così come la carne e così come le uova, che, secondo il suo ragionamento, posso ben dire che escono dal ….. delle galline. Scusate, ma terminare in questo modod un articolo su portale tanto ufficiale, lo trovo quantomeno ridicolo.
sono d’accordo con gli ultimi interventi. E’ solo una questione di percezione del rischio e trovo questa campagna contro il latte crudo davvero irritante. Quei batteri di cui si parla nell’intervento si trovano anche in altri alimenti, e il rischio e’ esattamente lo stesso, ma stranamente non se ne parla mai. Prendiamo gli spinacini in busta, che in US e qui in UK sono diventati una commodity – vengono venduti gia’ puliti, ma guardacaso negli ultimi anni stati sequestrati svariate volte perche’ c’erano andate a finire feci. Ne ha scritto pure Pollan di questo problema. Allora, la certezza del cibo ripulito da batteri pericolosi non ce la da’ mai nessuno. Ma la tracciabilita’ di un prodotto come il latte crudo ci permette di identificarne immediatamente la fonte e arginare il problema. Mentre il latte che viene dai cartoni o dalle bottiglie tanto pubblicizzate, non dimentichiamocelo, viene acquistato dalla fabbrica casearia ovunque in Europa, e mischiato. Ne abbiamo pure parlato con Biola nell’intervento sul latte crudo di tempo fa, ricordate?
>>1) Il latte avviato agli impianti di trattamento industriale e’ un latte di raccolta , cioe’ proveniente da molti allevamenti , NON sempre Italiani , con condizioni di allevamento ed igienico sanitarie estremamente eterogenee .
Il latte e’ pastorizzato, omogenizzato e titolato
La relazione e’ molti Produttori a molti Consumatori .
2) Il latte crudo erogato dai distributori DEVE provenire da un solo allevamento , che abbia i requisiti igienico sanitari di legge , e viene erogato sotto la responsabilita’ del produttore .
Il latte NON e’ processato.
La relazione e’ un Produttore a molti Consumatori.
Il Consumatore che ha disagi con l’industriale si rivolge al crudo e trova una digeribilita’ maggiore .
…>>
che si trova qui
https://trashfood.com/2008/12/latte-crudo-intolleranza-al-lattosio-e-un-esperimento-da-pianificare.html
>A proposito di latte crudo, non mi sarei aspettata la bordata del prof.Cannella
se googlate cannella + unalat ( ass categoria industriali latte ) vedrete che un certo ‘apparentamento’ tra i due soggetti esiste ,
e’ anche membro del consiglio superiore dell ISS
che vuoi di piu’ dalla vita ? 🙂