Novità nelle etichette alimentari: grassi trans naturali e artificiali?
Pubblicato: 2010/06/18 Archiviato in: Filiere, Grassi idrogenati, Io lo leggerei, La borsa della spesa 10 commentiSono stata un giorno fuori e al mio ritorno mi sono ritrovota tra le polemiche sulla Nutella-Ue con appelli e i proclami per scongiurare che diventi fuori legge. Mi sorprendo sempre, dovrei saperlo invece che uno degli sport preferiti di alcuni è alzare la voce senza sapere bene di cosa si sta parlando e senza leggere cosa effettivamente è stato proposto. E di cose interessanti ce ne sono nelle proposte del parlamento europeo in tema di etichettatura nutrizionale. Cose che però sono state taciute.
Il Parlamento Europeo si è opposto al metodo a “semaforo” che voleva indicare con simboli colorati di verde, giallo e rosso la quantità relativa di energia, di grassi e di zuccheri contenuti negli alimenti.
Al tempo stesso il Parlamento europeo ha approvato nuove regole sull’etichettatura.
-Si è proposto che diventino piu’ completi i profili nutrizionali, che vengano indicati oltre ai carboidrati totali anche gli zuccheri semplici e il contenuto in sale, fibra e proteine. Nessuna novità per questo, sono dati che leggiamo già in molte etichette.
-Si è proposto l’obbligo dell’indicazione delle quantità non solo dei grassi totali ma anche degli acidi grassi saturi. Si chiede inoltre che siano indicati i grassi trans. Mi sembra una proposta condivisibile, un bel risultato. E’ evidente che chi tra i produttori privilegia l’uso di grassi vegetali saturi come olio di palma, olio di cocco o grassi idrogenati non sarà troppo contento perchè i grassi saturi presenti saranno elevati.
-C’è dell’altro, ho letto che nel testo si propone la distinzione tra grassi trans naturali e artificiali. Credo che questa precisazione -che non so quanto sia fattibile concretamente- serva a fare chiarezza sulle fonti di grassi usati (burro, margarine, oli raffinati). Sappiamo infatti che in piccola quantità alcuni grassi trans ( acido vaccenico, acido linoleico coniugato) si possono formare durante la digestione nei ruminanti e le molecole che si formano vengono assorbite e passano nel latte e nei prodotti derivati.
Un livello maggiore di acidi grassi trans si forma durante il processo di idrogenazione e raffinazione a cui sono sottoposti gli oli vegetali. Questo è un tema che merita di essere approffondito e mi prendo l’impegno di farlo a breve. Pensate che è stato perfino finanziato uno studio per indagare se i grassi trans di origine naturale o artificiale hanno effetti diversi sul metabolismo dei lipidi nei soggetti umani.
– Tutte le informazioni nutrizionali dovranno essere indicate su 100 g o ml e, per assicurarne la leggibilità, dovranno avere caratteri di dimensione e stile precisi.
-Ci sarà anche l’obbligo di menzionare in etichetta la presenza di ingredienti prodotti con le nanotecnologie.
-Obbligatorio anche indicare la presenza di sostanze che aumentano l’appetito. Non vi viene la curiosità di sapere quali siano?
Tranquillizzatevi, nessun prodotto sarà fuorilegge, si continuerà a fare pubblicità ma le affermazioni salutistiche e i benefici promessi dovranno essere provati scientificamente.
A tutti coloro che si sono affrettati a dire che “non si può fare una selezione tra alimenti buoni e cattivi” aggiungo che si deve pur spiegare che ci sono differenze tra prodotti. Ma vogliamo cominciare a dire che le creme alla nocciola non sono tutte uguali? Che le diciture “ a base di grassi vegetali” o “solo grassi vegetali” non sono trasparenti bensì fuorvianti?
A me non sembrano così deplorevoli le proposte avanzate.
Che strano questo modo di procedere. Chiediamo piu’ trasparenza, piu’ informazioni, poi appena si propongono cose nuove e si cerca di fare chiarezza, commenti confusi e superficiali dilagano.
Fonti:
– Food industry wins battle-traffic light labels
– Laid bare, the lobbying campaign that won the food labelling battle
Totalmente, ma proprio totalmente d’accordo!
http://www.gianlucaaiello.it/2010/06/la-nutella-non-la-difendo.html
Io mi chiedo perché la gente non legge gli ingredienti della Nutella (e non solo). Ci sono creme che costano 5-10 volte tanto e usano “grassi vegetali”. Ma possibile? vergognatevi! Almeno la Nutella costa poco! Io sto facendo un pó di test per farmela da me in casa con olio di mais, cioccolato fondente, nocciole, zucchero…
Olio di mais, non si semi! Il primo commento é da cancellare.
Non si arriverebbe a ciò se la gente avesse più cultura su quello che mangia. Invece molti sono ignoranti : prima mangiano, poi si lamentano poi (forse) leggono l’etichetta di quello che hanno mangiato.
Sottoscrivo. Ci sono creme spalmabili superiori alla Nutella in commercio. Ma noi, orgogliosamente Italian-chic, solo la ” colazione dei campioni del mondo ” !
Gianna ,
mi sa che il link dello studio non funge )-:
mi interesserebbe molto il tuo approfondimento su grassi trans di origine naturale o artificiale.
Come alias nutella c’e’ la dea nocciola http://www.deanocciola.com/ da agricoltura bio , l’ ho assaggiata ed e’ strepitosa !
a proposito ,
il post sul biossido di titanio e’ superato , adesso il trend e’ la mozzarella blu , come il latte fresco blu ! 🙂
http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201006190959-cro-rt10014-truffe_alimentari_a_torino_maxisequestro_di_mozzarelle_blu
@Biola, non riesci a leggere l’abstract?
@Biola, ecco il riassunto del lavoro che ti interessa.
Am J Clin Nutr. 2008 Mar;87(3):558-66.
Do trans fatty acids from industrially produced sources and from natural sources have the same effect on cardiovascular disease risk factors in healthy subjects? Results of the trans Fatty Acids Collaboration (TRANSFACT) study.
Chardigny JM, Destaillats F, Malpuech-Brugère C, Moulin J, Bauman DE, Lock AL, Barbano DM, Mensink RP, Bezelgues JB, Chaumont P, Combe N, Cristiani I, Joffre F, German JB, Dionisi F, Boirie Y, Sébédio JL.
Institut National de Recherche Agronomique and Food Science, UMR1019, Clermont-Ferrand, France.
BACKGROUND: The consumption of monounsaturated trans fatty acids (TFAs) increases the risk of cardiovascular disease (CVD). Putative differences between the effects of TFAs from industrially produced and natural sources on CVD risk markers were not previously investigated in healthy subjects. OBJECTIVE: We aimed to compare the effects of TFAs from industrially produced and natural sources on HDL and LDL cholesterol, lipoprotein particle size and distribution, apolipoproteins, and other lipids in healthy subjects. DESIGN: In a randomized, double-blind, controlled, crossover design, 46 healthy subjects (22 men and 24 women) consumed food items containing TFAs (11-12 g/d, representing approximately 5% of daily energy) from the 2 sources. RESULTS: Forty subjects (19 men and 21 women) completed the study. Compared with TFAs from industrially produced sources, TFAs from natural sources significantly (P = 0.012) increased HDL cholesterol in women but not in men. Significant (P = 0.001) increases in LDL-cholesterol concentrations were observed in women, but not in men, after the consumption of TFAs from natural sources. Apolipoprotein (apo)B and apoA1 concentrations confirmed the changes observed in LDL and HDL cholesterol. Analysis of lipoprotein subclass showed that only large HDL and LDL concentrations were modified by TFAs from natural sources but not by those from industrially produced sources. CONCLUSIONS: This study shows that TFAs from industrially produced and from natural sources have different effects on CVD risk factors in women. The HDL cholesterol-lowering property of TFAs seems to be specific to industrial sources. However, it is difficult in the present study to draw a conclusion about the effect of TFAs from either source on absolute CVD risk in these normolipidemic subjects. The mechanism underlying the observed sex- and isomer-specific effects warrants further investigation.
@Biola, Impressionante! http://www.youreporter.it/video_Mozzarelle_blu_maxi_sequestro_a_Torino_video_1
In effetti le news non riportavano notizie così interessanti. Trovo eccezionale l’idea di evidenziare in etichetta la quantità di grassi trans e addirittura la loro natura. Passi da gigante, non c’è che dire.
Eppure sembrava che che l’italia, opponendosi, aveva salvato moltissimi prodotti, come la pizza, il parmigiano reggiano (almeno così recitavano le agenzie) e che, tra le tante cose, Ferrero si fosse leggermente alterata. E poi guarda un po’?!?!? Non trovo malvagia neanche l’idea a semaforo: permette al consumatore di distinguere meglio un buon prodotto da un pessimo prodotto ed è giusto che si metta in condizione, chi acquista, di farlo nel modo più semplice ed intuitivo possibile.