E 476. A cosa serve il poliricinoleato di poliglicerolo?
Pubblicato: 2010/10/19 Archiviato in: Additivi, E.T.chettibus, Filiere, Food design, L'angolo chimico, La borsa della spesa, Messaggi fuorvianti 14 commentiOggi in uno snack “Cereali e cacao” della Nestlè, tra gli ingredienti ho trovato il poliricinoleato di poliglicerolo come emulsionante. L’acronimo con cui è noto tra gli addetti ai lavori è PGPR.
Il nome dell’emulsionante è eloquente, almeno per chi ha già masticato un po’ di biochimica e ha già sentito parlare di grassi e di trigliceridi (esteri del glicerolo). Il nome ci dice insomma che nella composizione del poliricinoleato di poliglicerolo entra l’acido ricinoleico., un idrossiacido che è estratto dal ricino (Ricinus Communis), una pianta originaria dell’Asia tropicale appartenente alla famiglia delle Euforbiacee.
Il poliricinoleato di poliglicerolo viene ottenuto da una reazione di esterificazione a partire da poliglicerolo + acido ricinoleico. Per descrivere la storia del poliricinoleato di poliglicerolo occorre partire quindi dai due componenti.
L’acido ricinoleico è il componente principale dell’olio di ricino. Negli ultimi anni la coltivazione del ricino è aumentata e anche l’olio ha acquistato valore per i suoi numerosi utilizzi. L’olio di ricino (o castor oil) trova impiego oltre nell’industria alimentare anche nell’industria farmaceutica, tessile, cosmetica. E’ utilizzato anche come lubrificante per motori e automobili. Ecco un utile link in cui sono elencati i numerosi suoi derivati.
I paesi produttori dell’olio di ricino sono: India, Cina, Brasile, Paraguay, Etiopia, Filippine, Russia, Tailandia. La produzione Indiana copre circa il 65% del mercato, seguita dalla Cina e dal Brasile.
L’estrazione dell’olio dai semi segue diverse tappe simili a quelle impiegate per estrarre altri oli vegetali, si fa uso di solventi (esano o eptano) a cui seguono diverse tappe di raffinazione. L’olio di ricino che si ottiene si usa come tale o dopo essere stato idrogenato.
Come si ottiene l’olio di ricino (castor oil)
Per quanto riguarda il poliglicerolo ( o poliglicerina) è un polimero del glicerolo. Sappiamo che il glicerolo è contenuto in tutti i trigliceridi presenti nei grassi sia animali che vegetali. Per la sintesi del polimero, vengono fatte reagire insieme diverse molecole di glicerolo, ne deriva che il polimero finale presenta numerosi gruppi –OH che saranno i gruppi funzionali per la sintesi degli esteri come l’emulsionante da cui siamo partiti. Il poliglicerolo nella cui composizione -come schematizzato nell’immagine -possono entrare fino a 20 unità di glicerolo, ha diverse proprietà funzionali.
Struttura del poliglicerolo
Torniamo al poliricinoleato di poliglicerolo, che funzione ha questo liquido viscoso insolubile in acqua e solubile nei grassi e oli, nella produzione del wafer al cioccolato? E’ usato come agente modulatore della viscosità. In rete si trovano comunque altre possibili giustificazioni al’ingresso dell’emulsionante nelle filiere produttive, esso verrebbe usato per sostituire la fase grassa e ridurre la quantità di burro di cacao. Dal 2006 quindi le multinazionali tra cui Nestlè e Hershey hanno iniziato ad utilizzarlo per ridurre i costi produttivi e ne deduciamo che la sua presenza o la presenza di altri poliesteri può essere considerata un buon indicatore della qualità non eccelsa del prodotto.
Fonti:
– Product Information Polyglycerol Polymer
– Kind of Emulsifiers
Ti seguo da un po’ anche se non ho mai commentato i tuoi post. Trovo davvero interessante ciò che scrivi! Grazie!
Ho letto con grande interesse il tuo post sul PGPR, ma vedo scarsi commenti, forse dovuto al fatto che sia più materia da addetti ai lavori, comunque ti posso assicurare che nel mondo del cioccolato (o meglio creme a base di cioccolato) questo ingrediente è più presente di quello che in realtà si può vedere leggendo le varie etichette, in quanto nessuno mai scriverà PGPR, raramente E476 e difficilmente poliricinoleato di poliglicerolo, in quanto tutte queste diciture tendono a disturbare l’utente finale, un “bravo” tecnologo saprà sempre indicare il modo di camuffare questi elementi di disturbo e mettere delle diciture meno allarmanti. Questo solo per ribadire che non sappiamo mai cosa in realtà andiamo a consumare con precisione, la produzione alimentare, vista dal di dentro è qualcosa di terribile, il risultato finale che si presenta al consumatore, avrà anche un bell’aspetto, sarà ammiccante, di buon gusto, sapore colore, profumo, …….. ma gli ingredinti presi singolarmente uno per uno, credetemi sulla parola, farebbero passare la voglia di mangiare. Anche un semplice budino se ne scomponessimo i pochi e scarni ingredienti che lo compongono e potessimo vederne la filiera con il sistema con cui somo stati ottenuti, probabilmente non mangeremo più budini.
P.S. il PGPR comunque serve principalmente (nel mondo del cioccolato) come emulsionante e solitamente è usato in percentuali basse a una cifra per rendere più morbidi e amalgamabili i vari ingredineti della ricetta, concordo sul fatto del burro di cacao, si tende a metterne il meno possibile per una questione di costi sostituendolo con miscele di oli e grassi di dubbia provenienza e comunque hai ragione a dire che è indice di prodotti di bassa per non dire bassisima qualità, anche se a volte venduti come prodotti con valore aggiunto e a un prezzo maggiore, anche da marchi blasonati. Ciao
ciao Gianna
secondo me una funzione più o meno occulta potrebbe riguardare la maggiore appetibilità del prodotto. oppure una funzione simile all’olestra.
cosa pensi? pensi che tale funzione sia deltutto fuorviante?
complimenti per gli articoli, sempre interessantissimi
Davide
Oggi mi sono comprato un gelato algida e ho letto questo lubrificante per motori,gia il nome è tutto un programma,sull’alimentazione non possono esserci compromessi e scarsa qualità.BOIGOTTIAMO QUESTE MULTINAZIONALI.
anch’io sono concorde con massimiliano sul boicottaggio delle multiazionali che ci avvelenano! ma se si riuscisse a rendere illegale l’utilizzo della chimica negli alimenti…sarà anche un dicorso utopistico,però mi piacerebbe tanto non “avvelenarmi” più quando mi offrono un dolce al cioccolato, di cui non ne posso conoscere gli ingredienti o,farei meglio a dire :”i veleni1!”…
[…] inseriti nell’elenco degli emulsionanti/stabilizzanti. E così dopo la lecitina, dopo il poliricinoleato-di-poliglicerolo e dopo gli esteri glicerolici da resina di legno (E445i) ,ci occupiamo degli esteri del saccarosio […]
Beh se servisse per abbassare la percentuale di burro di cacao -che è la parte ‘ignobile’ della massa di cacao e non fa bene- tanto meglio direi
Cocco ma non hai capito che questa sostanza e’ una merda, molto di piu’ del burro di cacao????
Segui su Facebook il gruppo NO ALL’OLIO DI RICINO NEL CIOCCOLATO
[…] ecc. Inoltre, utilizzando poliglicerina è possibile ottenere esteri del poliglicerolo tra cui il Poliglicerol Poliricinoleato di cui avevo scritto […]
Certo con la mia domanda ho messo il dito nella piaga, non è una novità la Nestlè e Comapani da sempre nell’occhio del ciclone non solo per abbassare i costi per aumentare i fatturati annui e di conseguenza avvelenare l’ignaro consumatore. L’articolo di base non fa riferimento, quindi trascura l’aspetto fondamentale della domanda in se questo Poliricinoleato, poliglicerolo è cancerogeno e/o altamente cancerogeno………e allora off/limit
al cioccolato, sopratutto fondente. Vorrei conoscere di piu’.- Bye..Bye Irnerio Forni
[…] Seguono tappe di deodorazione e purificazione. I Monogliceridi possono essere ulteriormente purificati mediante distillazione. I prodotti che si ottengono possono essere liquidi, solidi o semi-solidi. Ogni azienda ha poi dato dei nomi di fantasia alle varie miscele in relazione ai tipi di olio impiegati. Esempi? Myverol®, Myvacet®, Myvaplex®. Si stima che il 50% degli emulsionanti usati nelle varie filiere produttive sia costitutito dai mono-e digliceridi degli acidi grassi. Da essi derivano poi altri emulsionanti ( della serie E472) che si ottengono facendo reagire acidi organici e monogliceridi distillati. Tra i derivati ci sono monogliceridi acetilati, esteri dell’acido citrico, esteri dell’acido lattico ecc. Inoltre, utilizzando poliglicerolo è possibile ottenere esteri del poliglicerolo tra cui il Poliricinoleato di Poliglicerolo (E476) […]
Ciao a tutti… posso dirvi solamente che mi vengono i brividi? Anche io ho appena mangiato un dolce che lo conteneva e immagino quanto mi stia facendo bene…
Ciao e grazie tutto molto molto interessante
Evitiamo il burro, l’olio di oliva, lo strutto dalla ricetta della nonna e ci mangiamo gli scarti che usano per ammortizzare i costi! Ma che cambiassero mestiere se non c’è la fanno a sostenere le spese. Non è certo carino pubblicizzare come genuino qualcosa di pessima qualità? Ne vale della salute altrui, piccoli inclusi! È uno schifo… Dove e a cosa conduce l’egoismo, l’amore per il profitto! Ma i N.A.S.?