Cartoline marinare: T come Tonni
Pubblicato: 2008/08/28 Archiviato in: La borsa della spesa, La foto del giorno 6 commentiSeconda puntata di Cartoline marinare. Le vedete quelle due navi all’orizzonte? mi hanno raccontato che sono addette alla manutenzione dei “vivai” e al vitto dei tonni allevati nelle strutture che si trovano a circa cinque miglia dalla costa, davanti a Marina di Camerota (SA). Ogni giorno centinaia di kg di pesce azzurro vengono versati nei recinti dove vengono allevati i pesci per diversi mesi.
Tun-nacchiòlu, Tunnu, Tunnariellu, Tunnu, Pompilo, Tonn, sono alcuni dei nomi dialettali con cui è conosciuto il tonno, pescato, conservato e commercializzato fin dall’antichità. Testimonianze di autori Greci e Romani e la sua effigie su mosaici, vasi e monete antiche ne testimoniano l’importanza nell’alimentazione umana fin dall’antichità. Gli americani lo chiamano sea chicken a indicare la rilevanza economica di questo pesce della famiglia dei Tunnidi (ordine dei Perciformi).
Lungo le coste europee e nei mari limitrofi vivono 9 specie di Tonnidi. Il Thunnus thynnus, o tonno rosso, ha il corpo lungo fino a 3 m e può raggiungere un peso fino a 600 kg. Questa varietà per la qualità delle sue carni è ricercatissimo in Giappone, dove è alla base dei piatti di pesce crudo come sushi e sashimi.
Il tonno è stato tra le ultime specie ittiche ad essere riprodotta in allevamento. Ciò a causa della grande difficoltà dell’allevamento delle uova. Il punto di partenza e’ la pesca in mare: dopo la cattura gli animali vengono selezionati e quelli di taglia superiore ai 100 kg vengono allevati negli impianti nazionali, distribuiti in Sicilia, in Calabria, in Campania.
Queste sono immagini di alcuni allevamenti, chiamati anche “Tuna Farming”.
Altri paesi che ospitano gli allevamenti sono la Spagna, Turchia, Malta, Cipro, Croazia, Tunisia, Libia. La Francia non ne possiede ma è coinvolta nella cattura. L’allevamento dei tonni si sta espandendo rapidamente anche fuori dal Mediterraneo, come in Australia, Messico, USA e Giappone.
I tonni sono costretti a vivere per alcuni mesi nei recinti profondi circa 30 m, raggiunta la taglia commerciale, c’è la mattanza. A novembre arrivano in zona i giapponesi e se li portano a casa loro.
Il mercato giapponese, secondo il Cirspe, il Centro Italiano Ricerche e Studi per la Pesca, assorbe il 90% dei tonni allevati e il 50% di quello di cattura, i cui prezzi pagati all’ingrosso oscillano per la carne fresca intorno ai 40 euro/kg, con il 25% di scarto, mentre per la congelata attorno ai 10-12 euro/kg. Per quelli alla produzione, invece, il prezzo oscilla tra i 3 e i 4 euro/kg per gli esemplari di taglia superiore ai 100 chili e tra i 2-3 euro per quelli inferiori.
Un esemplare di alta qualita’ puo’ arrivare a costare anche 7 milioni di Yen, circa 50 mila euro.
Tag Tonno Acquacoltura Tuna Farming Marina di Camerota Giappone sushi e sashimi.
Non mi torna una cosa: ma se sono presi dal mare, non é un allevamento! Cioé non aumenta il numero dei pesci ma semplicemente li si fa crescere meglio. O sbaglio? Dico questo perché il tonno non era un pesce a rischio perché troppo cacciato?
Io adoro il tonno 🙂
In effetti non si tratta di una vera e propria acquacoltura, anche se viene considerata tale.Il tonno non viene riprodotto e fatto crescere in cattività (come avviene negli allevamenti di spigole, orate, etc.),ma soltanto ingrassato per un periodo relativamente breve in grandi gabbie e reti galleggianti, al fine di aumentarne il contenuto di grasso sino a raggiungere gli standard desiderati dal mercato giapponese.
In questo documento si legge che il WWF critica la Comunità Europea per l’espansione e la modernizzazione delle sciabiche – le uniche imbarcazioni da pesca usate per catturare vivo il tonno rosso – attraverso la FIFG (Strumento Finanziario di Guida alla Pesca). Secondo il WWF, quasi tutti i tonni vengono catturati su larga scala con modernissime sciabiche e trasferiti in gabbie galleggianti.
http://lists.peacelink.it/ecologia/msg03122.html
anche io adoro il tonno… non e’ da mangiare tutti i giorni pero’ – qui con la moda del sushi e del carpaccio i consumi sono aumentati moltissimo, a dismisura – c’e’ gente che lo mangia cosi’ tutti i giorni o quasi, piuttosto che variare. Ci sono comunque anche altre specie in forte pericolo, tipo il pescespada e il merluzzo di profondita’ (Chilean seabass). Tornando al tonno, invece qui tipicamente viene importato dall’oceano indiano. Volevo segnalare anche per chi riuscisse a prendere Sky – lo chef Bourdain ha fatto una serie di documentari, in uno visita il mercato del pesce a Tokyo: ne ha scritto anche nel suo libro, Kitchen Confidential… 😉
Sí ho visto un documentario sul mercato del pesce di Tokyo. Anche io vado püazzo per il sushi ma, poiché i soldi languano parecchio, é circa un anno che non lo mangio. Ne sushi, ne tonno scottato… solo quello in scatola.
😦
si questo poi e’ scioccante, quanta differenza ci sia nel costo (almeno qui) del tonno rispetto ad altro pesce azzurro – piu’ del doppio rispetto ad es. alle sardine che qui arrivano freschissime, sono generalmente pescate localmente . E’ una roba assurda …
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