Dacci oggi il nostro Acido docosaesaenoico (DHA) quotidiano

Stavo cercando immagini e dati per una lezione per gli studenti della Facoltà di Medicina. Argomento: Gli acidi grassi essenziali: acido linoleico (C18:2, precursore della famiglia di acidi grassi omega 6) e acido alfa-linolenico (ALA, C18:3, capostipite della famiglia omega 3) e loro derivati, mi ero ripromessa anche di fare una ricognizione su nuovi alimenti funzionali e fortificati a cui è stato aggiunto l’acido docosaesaenoico (C 22:6,DHA), uno degli acidi grassi poliinsaturi (della serie omega 3) piu’ studiati per i suoi ruoli fisiologici.

Visto il materiale raccolto, ecco una sintesi e qualche riflessione.

Avevo scritto a proposito di latte arricchito in DHA tre anni fa. L’interesse rivolto al DHA come “ingredient funzionale” è aumentato supportato dalle conoscenze biochimiche sui suoi ruoli fisio-patologici. Sappiamo che è uno dei principali acidi grassi a livello del sistema nervoso centrale, entra nella composizione della mielina, della retina e svolge un ruolo nella prevenzione di processi neurodegenerativi. Ci sono centinia di articoli scientifici sull’importanza di un suo apporto adeguato nella maturazione del sistema nervoso durante il periodo fetale e neonatale. Altro settore attivo è lo studio dell’effetto degli acidi grassi omega 3 sui livelli di lipidi plasmatici e sulla prevenzione delle dislipidemie.

Come mostra la tabella, le principali fonti alimentari di DHA sono i prodotti ittici: tonno, salmone, aringhe, alici, e in percentuali maggiori l’olio che si ricava da essi.

A partire dai primi supplementi a base di fish oil comparsi parecchi anni fa, centinaia di nuovi prodotti alimentari arricchiti in DHA sono stati immessi sul mercato.

Non è un elenco completo, oltre al latte, tra gli scaffali c’è la margarina, ci sono le uova ottenute da galline alimentate con mangimi contenenti DHA o Omega 3.

Attenzione! il significato è diverso, la famiglia degli acidi grassi omega 3 è numerosa e senza indicazioni specifiche si potrebbe trattare di altri acidi grassi, pur della stessa serie, come l’acido alfa-linolenico (C18:3).

Non in vendita in Italia, ma già distribuito in vari stati anche l’olio d’oliva e altri oli vegetali con omega 3.

In Germania è stato sfornato il il pane Wonder + con 15 mg di DHA ogni due fette di pane.

Sono arrivati anche i succhi di frutta fortificati e gomme da masticare per i piu’ piccoli.

Stupore e meraviglia, ci sono anche i fagioli in scatola.

In Cina un cooking oil contenente 450 mg di omega 3 in 100g.
Avranno pensato a cosa succede durante la cottura? gli acidi grassi poliinsaturi sono i piu’ sensibili all’ossidazione.

Da dove deriva il DHA impiegato per fortificare questi prodotti? Inizialmente si ricavavano dagli oli di pesce (fish oil). Negli ultimi anni, si è osservata una crescita della domanda di fish oil soprattutto nel settore dell’acquacoltura, nell’ industria farmaceutica e alimentare.

Ed ecco affermarsi il ruolo delle biotecnologie. Per evitare il rischio di contaminazioni da metalli pesanti, negli ultimi anni, grazie a biotecnologie adeguate, è stato possibile ottenere la sintesi dell’acido docoesaenoico (DHA) da alcune micro-alghe come la Crypthecodinium cohnii e Schizochytrium s. Il DHA ottenuto dall’alga Schizochytrium s. è stato autorizzato come novel food in Europa e in altri stati.

Trovo che la possibilità di ottenere il DHA dalle micro-alghe sia un risultato molto importante, unottimo esempio di quali traguardi si possono raggiungere grazie alle tecnologie applicate al settore agro-alimentare. Poi mi sono imbattuta nel video pubblicitario delle Purple Champs DHA-Fortified gum (40 mg di DHA) che vedete sotto e mi chiedo fino a dove il marketing nutrizionale si può spingere.

Che voto diamo al papà? 🙂

Del parere favorevole formulato dall’EFSA sul DHA nei latti artificiali e neonati parlerò in un prossimo post.

Fonti:

I lipidi: struttura e funzione

Oli di pesce e acidi grassi omega 3

Acidi grassi essenziali omega 3


11 commenti on “Dacci oggi il nostro Acido docosaesaenoico (DHA) quotidiano”

  1. Erick ha detto:

    Salve, ormai seguo il suo blog da diversi mesi tramite rss. La ringrazio per i vari articoli che reputo molto interessanti.

    Le volevo chiedere se secondo lei, il primo integratore di DHA consigliato nel seguente articolo http://www.vegpyramid.info/raccomandazioni/acidi_omega.html (quello prodotto in Italia) è valido oppure è un mero prodotto commerciale?

    La ringrazio per l’eventuale risposta.

  2. Mauro Ronci ha detto:

    La domanda che mi pongo è questa Gianna: è davvero il DHA, come del resto tutta l’allegra brigata degli omega 3, l’elisir di lunga vita? Poiché il marketing lo vende come tale….e so che il marketing dice anche tante bugie!

  3. Gifh ha detto:

    Ciao, scusa l’impertinenza, ma non si dice acido docosaesaenoico? http://t.co/AR112I4

  4. Gianna Ferretti ha detto:

    @Erick, non conosco questi prodotti, mi informo e poi ne parliamo

    @Mauro,il DHA come ho scritto è uno degli acidi grassi omega 3, la sua sintesi avviene a partire dal suo precursore (l’acido alfa linolenico, ALA, C18:3). I ruoli fisiologici degli omega 3 sono moltissimi, dobbiamo ragionare sugli apporti con l’alimentazione e in particolare sul rapporto omega 6/omega 3 che negli ultimi decenni, in relazione al modificarsi delle abitudini alimentari è nettamente a favore degli omega 6, questo emerge dalla letteratura scientifica. Gli omega 6 sono precursori di molecole pro-infiammatorie e proaggreganti, da queste evidenze scientifiche deriva la raccomandazione di non eccedere con i loro apporti e di favorire le fonti alimentari di omega 3 che al contrario sono i precursori di molecole anti-infiammtorie e antiaggreganti. Quindi ci sono basi scientifiche che sostengono i loro ruoli nutrizionali. Mi è venuto in mente che sarebbe utile fare un post sulle fonti alimentari del capostipite degli omega 3, lo troviamo in diversi alimenti vegetali, il tempo di fare una ricognizione e ne scriverò..

    @Gifh.. imperdonabile, corretto, (sa) sono rimasti nella tastiera, grazie!

  5. Erick ha detto:

    “non conosco questi prodotti, mi informo e poi ne parliamo”

    La ringrazio per la disponibilità.

  6. Mauro Ronci ha detto:

    Grazie e cmq…attendo i risultati della tua ricognizione :).

  7. Wyk72 ha detto:

    E gli sgombri *_* ?? Dimentichiamo i miei adorati sgombri?

    Purtroppo i filetti di sgombro, che adoro, hanno rimossa la pelle, e siccome i preziosi grassi omega-3 sono proprio.. lì sotto, ne risulta che il loro contenuto in omega-3 è bassino (nelle confezioni in scatola, al naturale ovviamente).

    Il salmone invece ha ha parecchio grasso intramuscolare, indi nelle scatolette (quelle riomare per es) rimane più grasso (compare sotto forma di goccioline rosa – consiglio – non buttate l’acqua delle scatolette di salmome al naturale! Usatela per condire l’insalata..è piena di omega3!).

  8. Gianna Ferretti ha detto:

    @ Wyk 72 sul sito dell’INRAN trovi anche altre fonti alimentari, compreso il tuo adorato sgombro 🙂

    @gli altri lettori è un periodo denso di scadenze, sono scusata
    per le mie risposte al rallentatore? 🙂

  9. Erick ha detto:

    @Gianna Ferretti

    Nessun problema per quanto mi riguarda.

  10. Stefania ha detto:

    Il salmone ha parecchio grasso, e’ vero – ma quello d’allevamento non ha le giuste proporzioni di Omega 3, e quindi si finisce per assimilare anche grassi meno sani (perche’ in quantita’ maggiori). Proprio il processo di trasformazione, inoltre, da’ un ulteriore impatto ai contenuti nutrizionali. Fra l’altro si sconsiglia di congelare tutto il pesce azzurro proprio per la questione del cattivo mantenimento dell’omega3.

  11. gabriele bellussi ha detto:

    Sono un padre che lavora e a casa cucina, anche per il prorpio figlio di 2 anni, al quale cerco di non far mangiare nemmeno gli omogeneizzati. Per evitare di consumare e far consumare cibi preconfezionati e industriali, è sufficiente dotarsi di buone pentole (io uso pentole in acciaio inox adatte anche per i piani cottura ad induzione) dove l’elemento fondamentale è lo spessore del fondo e il coperchio che faccia una tenuta perfetta per evitare la fuoriuscita del vapore di cottura. Nel giro di mezz’ora riesco a cucinare.

    P.S.: a quel padre darei un bello scappellotto.

    Saluti


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