Super pomodoro e licopene: foto-gallery

Cosa dire dei titoli e dei contenuti con cui giornali e blog hanno accolto la notizia dell’arrivo della passata di pomodoro Pomì L+? Il nome è dovuto al fatto che la passata è ricavata da una varietà di pomodoro con un contenuto piu’ elevato in licopene rispetto ad altre varietà presenti nel mercato. Il licopene è uno dei carotenoidi piu’ studiati. Ne ho scritto tempo fa in Rosso licopene.
Negli ultimi giorni imprecisioni e copia-incolla hanno invaso i social network. E’ rimbalzato su Twitter il supermodoro.

Che ci siano frutta e ortaggi che differiscono in contenuto di polifenoli, vitamine, e altri fitonutrienti non è una novità e si conosce quanto siano importanti i fattori genetici e ambientali che influenzano la loro sintesi.

Non può che essere accolta positivamente la notizia che si sia deciso di investire nella produzione del pomodoro dal valore aggiunto e che si possa trovare oltre che fresco come trasformato nella passata.

Sorprende però leggere che il prodotto è accolto come una novità in assoluto, fa sorridere inoltre il modo con cui viene descritto.

Spiazza che nessuno fatta eccezione de Il fatto alimentare abbia letto con occhio critico i messaggi salutistici che gli sono stati attribuiti, proprietà interamente attribuite al licopene. La redazione ha giustamente puntualizzato che non si possono scrivere affermazioni salutistiche in assenza di studi condotti in vivo, anche alla luce della recente presa di posizione dell’EFSA che ha espresso parere negativo su health claims riferiti al licopene veicolato come supplemento sia da fonti alimentari.

La passata di pomodoro che si è guadagnata notorietà negli ultimi giorni sarà ottenuta da una varietà di pomodoro ad elevato contenuto di licopene (50% in più rispetto agli altri pomodori? ) adatta alla coltivazione nei terreni tra Parma, Piacenza, Mantova e Cremona. Il prodotto raccolto dal campo verrà inviato presso lo stabilimento del Consorzio Casalasco del Pomodoro in Rivarolo del Re per la trasformazione industriale.

Goffaggini scientifiche lette sul licopene: Il licopene è maggiormente disponibile nel pomodoro cotto, perché la sua molecola, per attivarsi e combattere i radicali liberi, ha bisogno di essere spezzata e questo avviene durante la cottura.

Oltre ad aiutare il nostro organismo a prevenire i tumori e le patologie cardiovascolari, e’ un alleato per la nostra bellezza, perche’ protegge le nostre cellule dall’invecchiamento, regalandoci una pelle piu’ vellutata”. Il valore antiossidante del licopene, ha affermato un noto nutrizionista e’ maggiore con la cottura, perche’ il calore permette di spezzare la molecola e di attivarsi”.

Molecole di licopene spezzate durante la cottura? Sulla base di studi condotti sull’effetto della temperatura e del bleaching sulla struttura del licopene durante la lavorazione dei pomodori, sappiamo che avvengono modificazioni, da trans-licopene si passa a cis-licopene, ma non avvengono rotture di legami come è stato scritto. La forma cis del licopene è piu’ biodisponibile della forma trans.

Quindi cosa si può dire? che l’agricoltura guarda con interesse a prodotti che si differenziano per la loro composizione nutrizionale dalle piu’ comuni varietà, ma la comunicazione deve essere corretta da un punto di vista scientifico.

Cercando in rete con spirito critico, se non ci fermiamo ai comunicati recenti della Coldiretti, scopriamo che già negli anni precedenti sono stati presentati pomodori dal valore aggiunto con contenuti maggiori in licopene e altri antiossidanti.

Da dove iniziamo?

Partiamo dal 2006. La catena Tesco mise in vendita Healthy Living Tomato cresciuto nel West Sussex, un pomodoro che – si legge nei comunicati stampa – conteneva un livello di licopene maggiore del 36% rispetto alla varietà Elegance con cui era stato confrontato.

Qualche anno dopo sempre sugli scaffali Tesco arrivò il frutto di un team spagnolo. Si chiamava The Moruno, aveva un livello doppio in licopene.

Negli USA per prima fu la Heinz, grande produttrice di ketchup, a finanziare diverse linee di ricerca sul licopene e a supportare il sito internet: Lycopene.org in cui si trovano dati e studi scientifici che dimostrano un ruolo del licopene come antiossidante. Per diversi anni la Heinz propose la pubblicità in cui la salsa di pomodoro veniva esaltata “tomato-rich diet may lower the risk of prostate cancer.” La Heinz propose il ketchup come alimento funzionale: un claim salutista che suscitò un acceso dibattito.

In Italia nel 2009 è stato presentato Sun Black, concepito nell’ambito del progetto interuniversitario “Tom – Anto”, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica.

Sempre nel 2009 il CNR di Napoli ci ha fatto conoscere il frutto delle sue ricerche. Definito anche in quella occasione come un “superpomodoro”, era nato da una ricerca del Cnr, in stretta collaborazione con la Provincia di Napoli e la Coldiretti.

Nel 2010 si è guadagnato spazio nei media Maxantia anche lui ribattezzato come “un superpomodoro per combattere i tumori” per il suo livello piu’ elevato in antiossidanti e antociani rispetto ad altri pomodori.

La ricerca ovviamente non è esclusiva europea. Anche in Canada dal 2009 si lavora per ottenere passata e ketchup dal valore aggiunto. Per la precisione all’Università di Guelph si lavora in questa direzione.

Una ricerca in rete e scopro che ci sono già siti internet dedicati a prodotti trasformati peculiari. Si tratta di passate di pomodoro in cui si mette in risalto il maggior contenuto in licopene, il tutto è frutto di iniziative di imprenditori campani. Da verificare se queste vetrine web hanno avuto una risposta da parte dei consumatori. Una delle passate era venduta su Amazon a $3.49 a bottiglia.

Per concludere. Che cosa è mancata? chiarezza, rigore scientifico. Leggere triplo antiossidante non significa nulla se non si presentano dati di laboratorio, attribuire proprietà anti-invecchiamento non è corretto se non si affiancano le affermazioni a ricerche mirate.

Possibile poi che si sia così sbadati e non ci si ricordi che i claims sulla salute devono essere supportati da studi? studi che richiedono investimenti, tempo e rigore scientifico.

A voi la foto gallery sui “superpomodori“, frutto di qualche ora di ricerca nel web.

Fonti:

Il parere dell’EFSA sul licopene

Ecco il “pomodoro nero” che combatte i radicali liberi

Rosso licopene.

Il fatto alimentare

Cancer-fighting tomato’ on sale

Hamburger al licopene/

Super Tomatoes: The More Lycopene the Better?

Superfood al supermercato

Fa davvero bene il licopene? E si trova nei derivati del pomodoro e del superpomodoro?


11 commenti on “Super pomodoro e licopene: foto-gallery”

  1. cecco ha detto:

    Evidentemente Dottoressa sembra non sia più un requisito importante reclamizzare i prodotti citando solo veritiere caratteristiche . E’stata legalizzata la menzogna al consumatore. Stessa cosa come sicuramente si ricorderà dello yogurth che prometteva effetti non mantenuti. Ma credo che la cosa più iquietante sia l’esasperata ricerca del prodotto “dopato”, “mutato” e tra un pò “mutante”. Non bastavano i pomodori così come ce li ha fortiti la natura? Per sconfiggere il cancro bisogna sconfiggere l’inquinamento e le cattive abitudini, non , mantenendo entrambi, trovare nel licopene un salvacondotto alla vita lasciva. La propaganda di prodotti modificati abitua i consumatori allo spalancare graduale delle porte all’ogm. Tra qualche anno a febbraio ci sarà la febbre “del pomodoro”. La mia domanda è :”Quale effetto ha una coltura di questo tipo su di un terreno a differenza della tipologia originaria?”

  2. luca ha detto:

    Bellissimo post, impreziosito di link a flop del passato.

    Purtroppo l’anima del commercio si intriga in tutto e fa presa sull’ignoranza della gente, la quale crede che, un super ortaggio, possa mettere rimedio a tutti i mali del nostro scorretto modo di vivere ed alimentarci.

    Con tutte le varietà di pomodori che esistono è veramente assurdo che si debbano inventare i superpomodori! Queste ricerche mirate a creare ortaggi falsamente miracolosi purtroppo a mio modo di vedere non fanno altro che ammazzare ancor più la biodiversità.

    I pomodori neri ad esempio esistono già da prima che nascesse il “sun black” ad esempio: Nero di crimea, black cherry tanto per citarne due..

    Non credete che la soluzione stia nel variare la dieta, assumere molte verdure e magari con colorazioni differenti?

    Perchè nessuno parla di quanti trattamenti ricevono i pomodori da industria?
    è più importante spacciare pomodori anticancro.

    mah, beato chi ha un orto!

  3. vincenzo ha detto:

    Brava Gianna,
    certo che il “noto nutrizionista” è veramente incredibile…
    Anche la pelle vellutata è meravigliosa!
    Hai notato il numero di fessrie/inesattezze/baggianate che riesce ad infilare in ogni frase? Mica è facile!
    Vedrai che presto lo faranno presidente di qualcosa 🙂

  4. cecco ha detto:

    @ vincenzo, cita il nome , coraggioso .

    @ Dottoressa G.F. , la mia domanda avrei dovuto porla ad un agrotecnico ?

  5. gianna ferretti ha detto:

    @cecco Non credo che la coltivazione di questi ortaggi abbia ripercussioni particolari, alcune delle varietà di pomodoro citati, sono frutto di incroci, ad esempio l’ortaggio messo a punto presso l’Istituto di Chimica Biomolecolare CNR di Napoli nasceva dall’incrocio del San Marzano con il Black Tomato.

    ho trovato questi dettagli sul sistema di coltivazione, possiamo comunque cercare altre fonti.


    Pomì L+, infine, è un prodotto non solo naturale, ma anche ecosostenibile. Il pomodoro cresce secondo metodi di coltivazione integrata. I processi produttivi sono rispettosi dell’ambiente e valorizzano i metodi conservativi delle risorse naturali (acqua, suolo, energia): sono quindi ecologicamente, economicamente e socialmente sostenibili.

    @luca, hai ragione, la natura si è sbizzarrita già di suo, anche nel nostro dipartimento abbiamo caratterizzato da un punto di vista nutrizionale pomodori di diverse varietà, dai bianchi, ai gialli, arancione, rossi in diverse sfumature.

    @vincenzo, grazie!

  6. cecco ha detto:

    Si ma la stessa recensione cita:
    “Il prodotto raccolto dal campo viene inviato presso lo stabilimento del Consorzio Casalasco del Pomodoro in Rivarolo del Re per la trasformazione industriale, che consente di esaltare le proprietà del licopene. Il licopene infatti — secondo studi scientifici — è maggiormente disponibile nel pomodoro cotto, perché la sua molecola, per attivarsi e combattere i radicali liberi, ha bisogno di essere spezzata e questo avviene durante la cottura.”
    Ma come Lei cita con qualche dubbio la “molecola spezzata”, anche in questa recensione ci riprovano a riproporne il concetto .
    Siccome Lei giustamente confuta la rottura di legami in cottura sono portato al credere sia , quest’ultima recensione da lei citata , propagandistica di un prodotto coltivato nel Casalasco .
    Per carità , meglio il loro che i prodotti della Monsanto , ma non sono soddisfatto sulle informazioni fornite dall’articolista.
    Per il Pomi + , il fatto che siano ecologicamente sostenibili ci mancherebbe altro. Economicamente sostenibili può voler dire di tutto. “Socialmente sostenibili” di questa me ne devono spiegare il senso 🙂 .
    La mia domanda era infatti capire lo stato del terreno a seguito della raccolta , quali sostanze ed in quale quantità il terreno ha ceduto alla pianta per farla crescere e quanta acqua. Il calcolo di questi dati a seguito di raccolta di un prodotto più vicino a quello che la natura ci ha donato e gli stessi esami a seguito della raccolta di una varietà di Pomodoro-Frankestein .

  7. cecco ha detto:

    Ho posto la domanda ad un agrotecnico, il quale mi ha risposto che il problema si risolve con due passaggi di stallatico all’anno 😀 😀 .
    Rinnovo l’appello a chiunque sappia sciogliere i miei dubbi rispondendo al mio quesito.
    Buona pomeriggio a tutti .

  8. Manuel ha detto:

    Capisco le osservazioni critiche, la goffagine e l’inesattezza. Ma quello che si dice qui non si riferisce a studi in vivo? http://www.cardiofasano.it/pagine/PARLIAMO%20DI/POMODORI.htm
    Grazie per una risposta. La seguo con piacere e stima.

  9. Gianna Ferretti ha detto:

    @Cecco, dobbiamo attenderci queste iniziative sempre piu’ frequenti da parte delle aziende. Lo chiamano Green washing.

  10. cecco ha detto:

    Thanks Doc 🙂 .


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