Io leggo l’etichetta

Gastrophotoreporter che si moltiplicano?. Da un’idea di Raffaele Brogna, è nato Io leggo l’etichetta, e gli obiettivi non sono riflettere principalmente sulla composizione, ingredienti e additivi dei prodotti, ma confrontare prodotti private label con quelli di marchi piu’ noti. In particolare l’attenzione è puntata sull’indirizzo dello stabilimento di produzione di un determinato prodotto. Ecco un esempio a proposito di wurstel

Secondo l’ideatore del sito leggendo con attenzione le etichette si potrebbe risparmiare sulle spese alimentari infatti i prodotti private label sono fabbricati a volte nello stesso stabilimento di aziende piu’ conosciute ma sono in vendita a prezzi inferiori. Leggendo le etichette già archiviate, scopriamo che i prodotti non sono identici. Anche se l’etichetta coincidesse i due prodotti potrebbero differire anche in termini di materia prima utilizzata. Forse questo potrebbe spiegare anche le differenze dei prezzi? Io leggo l’etichetta è anche su Twitter e su facebook ha già migliaia di fans. Non manca il forum in cui segnalare nuove scoperte.

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7 commenti on “Io leggo l’etichetta”

  1. Grazie per la segnalazione!
    Davvero un’iniziativa interessante 🙂
    Ora la seguo ovunque

  2. eli ha detto:

    molto interessante, metterò il link sul mio blog!

  3. unpodimondo ha detto:

    Apprezzo il sito “io leggo l’etichetta” soprattutto per il fatto che fa una comparazione dei vari ingredienti in etichetta anche se, sinceramente, molti dei prodotti elencati non li compro (se posso evito i cibi industriali).

    Colgo l’occasione per fare i complimenti a Gianna per l’intervento nell’articolo de “Il salvagente” sugli additivi nelle creme di caffé e nei topper per i gelati.

    • Mrkvs ha detto:

      ti stimo. è interessante il sito. ma si sofferma solo sul risparmio assoluto e non sulla qualità dei prodotti. marchio e qualità non per forza viaggiano insieme.

      • Giorgio ha detto:

        Volovo solo portare un esempio:
        ad Angri esiste una delle indstrie più grandi per la lavorazione del pomodoro da cui esce la passata Mutti, Esselunga e qualche altra famosa marca.
        di qualità diversa ma sempre pomodoro e stessa azienda, quindi non sempre il binomio azienda = qualità è valido a priori.
        Per curiosità:
        http://agricolturaonweb.imagelinenetwork.com/dall-italia-e-dal-mondo/salerno-sequestrati-quintali-di-passata-di-pomodoro-cinese-11978.cfm.

      • Mrkvs ha detto:

        grazie per la segnalazione. non ne avevo mai sentito parlare. in italia servirebbe un sito che raccoglie e segnala a noi ignari consumatori queste cose. i giornali non lo faranno mai apertamente per il semplice discorso pubblicitario. più che indurci al risparmio assoluto consigliandoci prodotti da primo prezzo serve un sito che ci apra gli occhi. forse cosi le grandi industrie alimentari la smetteranno di prenderci in giro spacciando cacca per cioccolata.

    • Gianna Ferretti ha detto:

      Grazie!


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