Cup noodles health revolution

Museo del Ramen

Dopo i vari post dedicati ai Cup noodles è arrivato il momento di cercare informazioni sulla loro storia.

Sono passati piu’ di cinquant’anni da quando il giapponese Momofuku Ando creo’ i noodles istantanei progettati per sfamare i giapponesi dopo la fine della guerra. Sempre sua l’idea di veicolarli nel contenitore che ne ha decretato il successo. All’età di 96 anni Momofuku Ando se ne è andato alcuni anni fa.

Oggi suo figlio Koki Ando, raccolta l’eredità paterna, continua nel business dei cup noodles affermando che le cose comunque sono cambiate e ci sono alcune priorità da considerare. Intervenuto nel corso del vertice World Instant Noodles tenutosi a Kuala Lumpur l’aprile scorso, Koki Ando ha affermato che è tempo per i produttori di modificare gli ingredienti e passare da prodotti con un elevato contenuto calorico e ricchi di sale e glutammato a qualcosa di diverso, piu’ nutriente per tutti quei consumatori più attenti alla propria salute. Al Summit a cui hanno partecipato 47 produttori di instant noodle da 18 paesi per un totale di 300 partecipanti, si è perfino proposto di lavorare al fine di decretare gli instant noodles a Earth Food.

Koki Ando è amministratore delegato della Nissin Food Holdings, la società creata dal padre. Nel 2009, ha venduto circa 92 miliardi di porzioni dei suoi prodotti in tutto il mondo, e spera ovviamente di poter superare presto i 100 miliardi di porzioni.

Ando si è già fatto conoscere per alcune sue abili mosse. La Nissin ha lavorato infatti per creare un prodotto sottovuoto che è stato presa a bordo della missione Shuttle 2005 come vitto di un astronauta giapponese. Tornando sulla terra, le vendite di “Space Ramen” sono salite vertiginosamente.
Ma con numeri crescenti di consumatori sempre più consapevoli dell’importanza di una dieta sana ed equilibrata, Nissin ha immesso sul mercato nuovi prodotti che soddisfano le loro esigenze, pur rimanendo poco costosi e veloci da preparare.
Ed ecco l’idea dei ‘Cup Noodles Light’ già in vendita in Giappone, con un apporto inferiore in calorie, 198 Kcal per porzione, rispetto alle precedenti 364 Kcal di una comune Cup Noodle.
Un’altra alternativa sarà il Psyllium Noodle, per un prodotto con un contenuto maggiore in fibre.

Ho anche un altra motivazione per la virata salutista di Ando. Deve aver fiutato l’atteggiamento ostile verso certi snacks e prodotti di scarsa qualità nutrizionale sebbene economici e veloci. Per dire guardate a cosa sta pensando la Korean Food and Drug Administration (KFDA)

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13 commenti on “Cup noodles health revolution”

  1. […] This post was mentioned on Twitter by giannaBio. giannaBio said: Cup noodles health revolution https://trashfood.com/2010/05/cup-noodles-health-revolution.html […]

  2. Mauro Ronci ha detto:

    Ho la sensazione che tutte le aziende, anche quelle che per anni ci hanno fatto ingurgitare le schifezze siano completamente cambiate ora e virino tutte, o la maggior parte, verso il salutismo della serie “ehi prima imbottivo i miei prodotti con fiumi di grassi idrogenati, ma ora se vuoi mangiarti qualcosa senza grassi idrogenati devi comprarmi!!!”. Lo stesso per questi pasti pronti al glutammato monosodico e l’improvvisa filosofia che il singor ANDO ha fatto sua manco fosse un’illuminazione divina. Nient’altro che marketing.

  3. Grissino ha detto:

    Si sará marketing ma indotto dalle esigenze del consumatore il che non é male. Prima noi compravamo adattandoci, ora l’azienda si adatta per farci comprare. Direi che é piú positivo. E se contenessero meno shifezze, perché non tenerne qualcuno di scorta in casa? O vogliamo fare gli italiani come al solito impreparati verso qualsiasi emergenza?

  4. Wyk72 ha detto:

    Beh, come dire, se ci mettono meno ingredienti dannosi per l salute (ossia schifezze, diamine, ben venga! Il marketing oramai è parte integrante di qualsiasi prodotto “consumer”…nel 2010 bisogna aspettarselo. In questo caso la bottiglia preferisco vederla mezza piena.

    P.S.

    credo che l’unico rimedio per il marketing…markettaro sia un corso di “resistenza psicologica al marketing”, da farsi da soli leggendosi e imparando ad interpretare le etichette degli ingredienti del cibo da supermercato.

  5. Wyk72 ha detto:

    Ah il “cuppo ramen” è un “gadget” che si vede spessissimo nei cartoni animati giapponesi, da ex-appassionato posso dire che l’avrò visto consumato dai personaggi di questa o quella storia almeno…una ventina (o più) di volte. Penso sia oramai parte integrante della cultura giapponese postbellica. Oppure marketing occulto???

  6. meristemi ha detto:

    Alcune varianti “salutistiche” dei noodles giapponesi esistono già nella tradizione culinaria. I soba, preparati con farina di grano saraceno (anche se raramente al 100% perchè altrimenti si disfano in cottura), fanno parte della cucina popolare (e commerciale) del sol levante da tempo immemore.

  7. rosi ha detto:

    ho seguito l’ultimo link. vi si legge (non trovo i valori per gli altri colori):

    Snacks exceeding 9 grams of total fat, 4 grams of saturated fat and 17 grams of sugar per serving portion will be graded red, meaning “bad.” 


    ho per le mani una kinder paradiso: 6.5 g grassi, (3,7 saturi), 11,17 g zuccheri.

  8. Marco ha detto:

    Concordo con Wyk72 che il marketing del Ramen (almeno dalle nostre parti) è stato spinto più da manga e anime che da altri fattori (gastronomici, salutistici, culturali etc…). Se i nostri figli cercano i cup noodles forse, uno dei maggiori “colpevoli” di questa situazione, secondo me è un certo Naruto…

  9. Mauro Ronci ha detto:

    GRISSINO: in parte hai ragione. Ma sono “constrette” a farlo altrimenti perderebbero notevoli quote di mercato, almeno io ho questa netta sensazione. Da premiare chi, invece, fin dagli antipodi ha scelto di fare un prodotto sano rinunciando ad una bella fetta di profitto in più fatta sulla non-informazione delle persone.

  10. Stefania ha detto:

    i soba, pero’, Meristemi, non si trovano MAI gia’ pronti come questi di cui parla il post. Troppo difficile, non tengono anche perche’ l’assenza di glutine non li fa aumentare, quindi a parita’ di peso con gli altri, la porzione di soba sara’ sempre piu’ piccola e quindi poco commerciabile. E appunto come dicevi, anche i soba al 100% sono difficili da cucinare, anche se non tutti sanno che basta aggiungere un bicchiere di acqua fredda per 3 volte ogni volta che il bollore sale, come per traboccare.

  11. francesco galletti ha detto:

    Salve,

    sono il responsabile italiano di Fantastic Foods, l’azienda produttrice del Fantastic Cup Noodles, oggi apprezzato da migliaia di ragazzi italiani proprio perchè lo abbiamo concepito per soddisfare le nostre esigenze organolettiche.
    La Fantastic è un’azienda australiana, leader in molti mercati mondiali. In Australia sapete che c’è da sempre un’elevata attenzione alla qualità del cibo, infatti il Cup Noodles 99% fat free è stato introdotto nel mercato circa 7 anni fa.
    Riguardo all’ingredientistica c’è da stare molto attenti quando si acquistano prodotti di questo genere, infatti leggendo per esempio la lista degli ingredienti del Cup Noodles “etnico” che avete acquistato presso il negozietto etnico, ho notato la presenza dell’additivo E551 VIETATO DALLA COMUNITA’ EUROPEA!
    Per quanto riguarda il glutammato, la nostra posizione è che sia necessario in generale ridurlo ad un livello minimo ma non eliminato del tutto perchè si necessiterebbe di un’aggiunta maggiore di sodio, in alcuni soggetti molto più dannoso. Si è detto molto sul glutammato ma una sua dannosità sembra non essere dimostrata, mentre il suo uso, con lo scopo di mantenere i livelli del sodio più bassi, è consigliato addirittura da alcuni importanti chef.
    Spesso però il glutammato in eccesso viene usato per mascherare la scarsa qualità del cibo e quindi ciò che fa male non è tanto il glutammato ma il cibo stesso.
    Già che scrivo, la dico tutta…
    I nostri Cup Noodles rappresentano una versione italianizzata e stanno avendo un successo incredibile tra i giovani amanti del genere. Pensate che in occasione della Fiera del Fumetto di Lucca, ne abbiamo VENDUTE circa 50000 confezioni.
    Vi invito a prendere visione del prodotto sul nostro sito http://www.fantasticnoodles.it

    Saluti

  12. Stefania ha detto:

    Vorrei chiedere al sig. Galletti cosa intende esattamente con la sua affermazione ‘l’Australia sapete che c’è da sempre un’elevata attenzione alla qualità del cibo’ perche’ temo di doverlo smentire. Da sempre l’economia del paese si basa sulle commodities (incluse quelle agroalimentari oltre che gemme preziose e minerali); inoltre l’Australia ha battuto l’UK nell’indice di obesita’ della popolazione. Parliamo di circa il 60% della popolazione se non erro – secondo i dati della WHO. Personalmente, sono stata in Australia diverse volte e in vendita si vedono sopratutto alimenti ‘sbagliati’,spesso semi-lavorati, mentre i menu’ dei ristoranti sono molto simili a quelli in US e in Spagna (le verdure sono praticamente sparite dal menu’ e vengono usate come guarnizione al piatto). Aggiungo che perfino i grandi eventi sportivi come il Tennis Open a Melbourne sono sponsorizzati dalle note marche di fast food. Come d’altronde lo saranno le prossime Olimpiadi a Londra. I superfat che staranno ad ammirare le prestazioni sportive dei superfit.

  13. Gianna Ferretti ha detto:

    Ciao Francesco, una domanda. Dici che “i vostri Cup Noodles rappresentano una versione italianizzata e stanno avendo un successo incredibile tra i giovani amanti del genere”. Sono certa del successo ma ci spiegheresti cosa avete cambiato nella composizione per soddisfare i gusti dei giovani italiani?


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