Junk food marketing: multigrain P r i n g l e s

Leggi delle Multigrain Pringles e pensi subito alla deriva salutista dell’azienda.

Gusti Truly Original Nutrition, Creamy Ranch Nutrition e Cheesy Cheddar Nutrition.

Poi leggi gli ingredienti e scopri che le Multigrain sono solo un ottimo esempio di Junk food marketing

Truly Original Nutrition
INGREDIENTS: RICE FLOUR, VEGETABLE OIL (CONTAINS ONE OR MORE OF THE FOLLOWING: CORN OIL, COTTONSEED OIL, SOYBEAN OIL, AND/OR SUNFLOWER OIL), DRIED POTATOES, CORN FLOUR, MALTODEXTRIN, WHEAT STARCH, MODIFIED RICE STARCH, SUGAR, AND TRIGLYCEROL MONO-OLEATE. CONTAINS 2% OR LESS OF: MALTED BARLEY FLOUR, WHEAT BRAN, DRIED BLACK BEANS, SALT, AND CITRIC ACID. CONTAINS WHEAT INGREDIENTS.

Creamy Ranch Nutrition
INGREDIENTS: RICE FLOUR, VEGETABLE OIL (CONTAINS ONE OR MORE OF THE FOLLOWING: CORN OIL, COTTONSEED OIL, SOYBEAN OIL, AND/OR SUNFLOWER OIL), DRIED POTATOES, CORN FLOUR, MALTODEXTRIN, WHEAT STARCH, MODIFIED RICE STARCH, SUGAR AND TRIGLYCEROL MONO-OLEATE. CONTAINS 2% OR LESS OF: MALTED BARLEY FLOUR, WHEAT BRAN, SALT, DRIED BLACK BEANS, WHEY, BUTTERMILK, MONOSODIUM GLUTAMATE, GARLIC POWDER, COCONUT OIL, NATURAL AND ARTIFICIAL FLAVORS, ONION POWDER, DEXTROSE, SOUR CREAM (CREAM, NONFAT MILK, CULTURES), CULTURED NONFAT MILK, CITRIC ACID, SPICES, CREAM (NONFAT MILK, CREAM, LACTIC ACID, CULTURE), MALIC ACID, LACTIC ACID, APPLE CIDER VINEGAR, NONFAT MILK, VINEGAR, DISODIUM INOSINATE, DISODIUM GUANYLATE, SODIUM CASEINATE, MODIFIED FOOD STARCH, AND SOY PROTEIN. CONTAINS WHEAT, MILK, AND SOYBEAN INGREDIENTS.

Cheesy Cheddar Nutrition
INGREDIENTS: RICE FLOUR, VEGETABLE OIL (CONTAINS ONE OR MORE OF THE FOLLOWING: CORN OIL, COTTONSEED OIL, SOYBEAN OIL, AND/OR SUNFLOWER OIL), DRIED POTATOES, CORN FLOUR, MALTODEXTRIN, WHEAT STARCH, MODIFIED RICE STARCH AND SUGAR. CONTAINS 2% OR LESS OF: MALTED BARLEY FLOUR, WHEAT BRAN, SALT, BLACK BEANS, WHEY, CHEDDAR CHEESE (PASTEURIZED MILK, CHEESE CULTURES, SALT, ENZYMES), MONOSODIUM GLUTAMATE, COCONUT OIL, BUTTERMILK POWDER, ONION POWDER, CITRIC ACID, LACTIC ACID, NATURAL FLAVORS, AUTOLYZED YEAST EXTRACT, GARLIC POWDER, YELLOW 6 LAKE, YELLOW 5 LAKE, SODIUM CASEINATE, DISODIUM INOSINATE, DISODIUM GUANYLATE, YELLOW 5 AND YELLOW 6. CONTAINS WHEAT, MILK, AND SOY INGREDIENTS.

Le recensioni di chi le ha già provate non sono entusiasmanti

Via


La colazione dei campioni

Continua la perlustrazione delle aziende che hanno puntato sulla Word cup per promuovere i loro prodotti. Oggi guardiamo le proposte della Kellog’s.

La multinazionale che negli USA per ben due volte è stata costretta a cessare le campagne promozionali dopo intervento della Federal Trade Commission (FTC) per pubblicità fuorvianti riportate sulle confezioni dei Kellog’s Rice Krispies e Frosted Mini-Wheats, per il campionato che si sta svolgendo in Sud Africa ha attivato una promozione che riguarda i giocatori della nazionale inglese che sono stati omaggiati di una fornitura per la colazione durante la missione africana.
Per l’occasione si è pensato addirittura ad una nuova versione dei cereali e a confezioni personalizzate per ognuno dei 23 giocatori che compongono il team.

Qualche esempio: Wayne Rooney è immortalato nelle scatole dei Kai Kai Pops, Frank Lampard sui ‘Lamp Flakes’, Steven Gerrard sui Frosties.

La Kellog’s non è nuova a packaging in cui sono raffigurati come testimonial i giocatori di calcio. Abbiamo un esempio anche a casa nostra. Ve lo ricordate?

Fonti

Kellogg tightens policies on marketing to children

Kellogg reveals major shift in marketing practices to kids

World Cup Football Fever https://trashfood.com/2008/06/la-colazione-dei-campioni.html

England team will be cereal thrillers in South Africa


Una tazza di caffè connettivo

Ma veramente c’è qualcuno al quartier generale della nota multinazionale svizzera che pensa che ci sia chi crede che il collagene inserito nel caffè istantaneo può avere un ruolo positivo per il benessere della pelle?

Il Collagen coffee è disponibile per il mercato asiatico, per ora. Ma non è un caso isolato, si trovano anche altri prodotti a cui è stato aggiunto il collagene come la Collagen water e i marshmallow.

Intanto mi interrogo sulla filiera che permette di arrivare ad una forma solubile del collagene. Sappiamo infatti che il collagene è una proteina strutturale che è presente nei tessuti connettivi di ossa, tendini, cartilagini e cute dell’uomo e di numerose specie animali (bovini,suini,ecc…).
Queste materie prime (ossa, cartilagini, cute) sono usate per ottenere il collagene e il suo derivato: la gelatina. Quest’ultima è conosciuta anche come colla di pesce. Quante volte l’abbiamo usata per preparare budini o altri dolci? Qui avevo ricostruito un po’ la storia di questo ingrediente.

Il collagene che entra nella composizione dei prodotti in vendita in Giappone,Malesia, Thailandia e in numerosi altri stati deriva da sottoprodotti di lavorazione del pesce (fish collagen) e viene chiamato collagene marino.

Si utilizzano le scaglie del pesce e mediante trattamenti con acidi e alcoli, deodorizzazione e enzimi proteolitici si ottengono i polipeptidi del collagene.

I prodotti in polvere che si ricavano possono poi essere usati per preparare drink, supplementi, vari prodotti alimentari e cosmetici. Ho provato a rappresentare una ipotetica filiera molto in sintesi.

In particolare Collagen coffee, collagen water e collagen marshmallow sono esempi di Nutracosmetici.

Cosa vi fa venire in mente il termine nutracosmetico? A me per quanto riguarda l’Italia e altri stati europei viene in mente il prodotto Essensis della Danone. Fu un flop e si decise di non proseguirne la produzione.

Fonti:
Japanese-eat-collagen-in-attempt-to-stay-young.

Una gelatina speciale

Essensis di Danone ha fatto flop


Resvida ®, Resveradox®, insomma il Resveratrolo dappertutto.

money-resveratrol-supplement-trial-offers-200X200

Dichiaro il 2010 l’anno del resveratrolo, credo proprio che sarà l’anno in cui vedremo sul mercato molti prodotti nuovi che lo contengono. Il resveratrolo è il polifenolo che piu’ di tutti gli altri presenti nel vino rosso è stato studiato e analizzato. Quando pensiamo al concetto di nutrizionismo” ecco che il resveratrolo è un esempio che potremmo citare.

La molecola di cui esistono i due isomeri trans-resveratrolo e cis-resveratrolo, ha un ruolo nella fisiologia vegetale, viene definito una fitoalexina ed è prodotta da numerose piante quando sono esposte a stress di vario genere, microorganismi patogeni o fattori ambientali.
Protagonista assoluto di tanti articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali,del resveartrolo sono stati studiati i livelli in alcuni tipi di vini, i fattori che ne influenzano la sintesi nell’uva e soprattutto i suoi effetti fisiologici a livello cellulare.

Antiossidante, antiiinfiammatorio, antiaggregante, alcune delle proprietà che gli sono state attribuite, ma non dimentichiamo che si tratta prevalentemente di studi condotti in vitro in cui si impiegano concentrazioni piu’ elevate di quelle che si ottengono con un consumo moderato di vino.
Visto il grande interesse suscitato dai suoi effetti fisiologici e i numerosi articoli pubblicati, è proposto da diversi anni in vendita come supplemento. Il resveratrolo contenuto è ottenuto dall’uva? No, è derivato prevalentemente da una pianta chiamata Japanese knotweed. Infatti nonostante il resveratrolo sia sempre stato associato all’uva e al vino rosso, in realtà è una molecola sintetizzata anche in altre piante. Lo troviamo appunto nelle arachidi, nei mirtilli e in altri frutti. Se dico Polygonum cuspidatum forse non la conoscete ma è proprio dalle radici di questa pianta che si estrae il resveratrolo usato in molti supplementi.

Avete visto quanti ce ne sono di siti web che vendono il resveratrolo in compresse? E avete letto i prezzi? Non mancano polemiche sui siti internet che vendono questi prodotti, accusati anche di messaggi fuorvianti e di sfruttare a sua insaputa l’immagine del ricercatore David Sinclair per convincere dell’acquisto. Sinclair è tra gli autori della ricerca che ha attribuito al resveratrolo un effetto anti-invecchiamento se somministrato a modelli animali in quantità decisamente alte, quantità che non si raggiungono né bevendo il vino rosso né ingurgitando supplementi particolarmente concentrati.

Ci dobbiamo aspettare anche dei flavoured drinks al resveratrolo? Certo, anche se il resveratrolo non è solubile in acqua, sono state già presentate forme idrosolubili ottenute mediante l’uso della ß-cyclodextrina. Il prodotto si chiama Resveradox ®

Vediamo qualche prodotti nella cui formulazione è stato aggiunto il resveratrolo. Ecco un Resveratrol Juice.

ResveratrolJuice

E Cardio Water Ogni bottiglia da 12oz contiene i livelli di resveratrolo contenuti in 100 bicchieri di vino rosso. Cosa c’è dentro? : Purified Water, Organic Evaporated Sugar Cane Juice, Erythritol, Natural Flavor, Vegetable and Fruit Juice (for color), Citric Acid, Malic Acid, Resveratrol, Stevia Extract, and Pomegranate Extract.

Altro drink contenente resveratrolo è l’ Anti-ageing -Nutraresveratrol Water. https://i0.wp.com/www.foodbev.com/writeable/uploads/images/resized/286w_123_pomegranate.jpg

Ora che la DSM ha immesso sul mercato un prodotto che contiene al 90% resveratrolo,dobbiamo attenderci comunque l’arrivo di altri prodotti alimentari che lo contengono. LA DSM ci tiene a sottolineare che il resveratrolo in vendita negli altri siti è ottenuto dalla Giant Knotwee coltivata in Cina e che il suo impiego non offre garanzie di sicurezza per la salute umana. Della serie siamo piu’ bravi noi.

L’azienda DSM per il nuovo prodotto che ha chiamato Resvida®, ha privilegiato la via di sintesi da lieviti ma offre sul mercato anche un prodotto ottenuto per estrazione dall’uva. Resvida è stato già usato come ingrediente di WineTime,una barretta che contiene resveratrolo in quantità pari a 50 bicchieri di vino rosso.

E non vogliamo ricordare le gomme anti-aging al resveratrolo?

anti-ageing-mint-

Fonti:

Il resveratrolo

Are Anti-Aging Products Containing Resveratrol Scamming Innocent People?

Does Resveratrol Really Work?


I probiotici fanno bene alla salute. Anzi no

Se dico Lactobacillus johnsonii, Lactobacillus plantarum, Lactobacillus rhamnosus,
Lactobacillus casei F19,
Bifidobacterium longum cosa vi vengono in mente?

Microrganismi, esatto…sono alcuni esempi di nomi di probiotici, batteri selezionati dai centri di ricerca delle aziende del settore e aggiunti a vari prodotti. Qualche nome dei probiotici e le aziende che li hanno immessi sul mercato.

Lactobacillus casei Shirota (Yakult, Giappone);
L. casei DN114 001 (Danone, Francia)
Lactobacillus rhamnosus GG (Valio, Finlandia);
L. rhamnosus HN001 (Danisco, Danimarca);
L. rhamnosus 19070-2 and Lactobacillus reuteri DSM 12246 (Chr. Hansen, Danimarca)
L. reuteri ATCC 55730 (BioGaia, Svezia)
Lactobacillus plantarum 299V (Probi, Svezia)
Lactobacillus acidophilus La5 (Chr. Hansen, Denmark)
L. acidophilus L1 (Campina Melkunie, Olanda)
Lactobacillus johnsonii La1 (Nestle, Svizzera)
Lactobacillus gasseri OLL 2716 (Meiji Milk Products, Giappone).
Saccharomyces cerevisiae boulardii lyo (Biocodex, Francia)
B. animalis/lactis DN-173 010 (Danone, Francia)
Bifidobacterium longum BL1 (Morinaga, Giappone)
Bifobacterium infantis 35624 (Ardeypharm,Germania)

Ne ho parlato diverse volte in passato, l’aggiunta dei probiotici è considerato un valore aggiunto da alcune aziende. Dopo i drinks, sono arrivati formaggi, snacks, cioccolato e perfino gomme da masticare con probiotici incorporati.

Ma sono così indispensabili per il benessere intestinale e per rinforzare le difese immunitarie? E’ quello che abbiamo sentito per anni negli spot della pubblicità.

Dopo tanti proclami,l’Efsa, per la precisione il panel che si occupa di prodotti dietetici, alimentazione e allergie, chiamata a pronunciarsi sui numerosi claims, ha risposto con una sonora bocciatura. 180, dico 180 richieste di autorizzazione dei claims sono state respinte al mittente.

A leggere i reports dell’Efsa viene da chiedersi come possa accadere che alcune aziende abbiano sottoposto documenti scientifici così carenti o addirittura privi di dati riferiti ai propri prodotti.

Stento a crederlo, eppure possiamo leggere tutti i vari documenti pubblicati.

I due principali protagonisti del settore Danone (Actimel) e Yakult, non sono stati inclusi nello studio perché le due aziende -si legge in alcuni quotidiani stranieri- hanno ritirato le loro pratiche prima che potessero essere valutati. Essi hanno ripresentato solo piu’ di recente le loro richieste. I risultati, saranno disponibili il prossimo anno.

E adesso un interrogativo, come mai non troviamo traccia di questi dati sui quotidiani?

ho dato uno sguardo anche a Blogbabel e Liquida, solo questi due blog Il futuro dei consumi e Mala cibus currunt ne hanno parlato. Anche questo è un dato su cui riflettere.


Fluida, disoleata, sprayzzata, acetilata o idrossilata? E322, un additivo multifunzionale

mosaico lecitina

-E’ uno dei fosfolipidi principali delle membrane biologiche che ne contengono circa il 75%.

-E’ un additivo emulsionante e non solo. Indicato con la sigla E322, è ampiamente usato dall’industria alimentare. La troviamo nel cioccolato, biscotti, nella maionese.

– E’ venduta come ipocolesterolemizzante.

– Perfino come anticellulite (!).

– E’ uno degli ingredienti impiegati nella cucina molecolare e proprio il suo impiego nella cucina di alcuni chef l’hanno resa famosa.

Di cosa si tratta? Bravi, la lecitina, scoperta nel 1846 dal chimico francese Maurice Gobley che la estrasse per primo dal tuorlo d’uovo e la chiamò col nome greco del tuorlo d’uovo (lekithos).

Ricordo che una delle mie prime esperienze in laboratorio, durante la preparazione della mia tesi, fu l’uso della lecitina (o fosfatidilcolina) in polvere o dissolta in solventi per preparare liposomi da impiegare come modelli sperimentali di membrane cellulari. Ho usato per un po’ di tempo la lecitina d’uovo. Poi sono passata ad altre fosfatidilcoline purificate in relazione ai vari esperimenti in laboratorio. In congelatore in laboratorio ne ho trovate diverse fiale.

fosfatidilcoline

Veniamo all’uso della lecitina come agente ipocolesterolemizzante?. Ok. La lecitina la danno per abbassare il colesterolo!” ha dichiarato di recente lo chef Bottura in difesa dell’uso che fa della lecitina di soia in cucina.

Chiariamo. Il ruolo ipocolesterolemizzante proposto da parecchi anni ha portato all’arrivo sul mercato di diversi prodotti. Sulle confezioni c’è scritto lecitina ma troviamo anche altri ingredienti in relazione alla formulazione. Oggi la lecitina la trovate in tavolette, in polvere, in capsule e in granuli.

Cosa c’è dentro ad uno dei marchi piu’conosciuti?
Ingredienti: Lecitina di soia, acetato di DL-alfa-tocoferile (vitamina E), cloridrato di piridossina (vitamina B6), antiagglomeranti: biossido di silicio

E quando la lecitina è in tavolette?
Ingredienti: Lecitina di soia 48,4% (Glycine max semi), latte scremato in polvere, saccarosio, lattosio, fibra di nocciola in polvere, antiagglomeranti: talco, biossido di silicio, magnesio stearato vegetale; destrosio anidro da mais, aromi, acetato di DL-alfa-tocoferile al 50% (vitamina E), cloridrato di piridossina (vitamina B6).

Per la verità l’efficacia della lecitina di soia sui livelli di colesterolo plasmatico non convince tutti. Anche se un po’ datato vi suggerisco la lettura di questo articolo Lecithin intake and serum cholesterol in cui gli autori hanno analizzato i vari studi condotti in passato sulla lecitina e i suoi effetti sul metabolismo dei lipidi del sangue. Poichè il disegno sperimentale della maggior parte degli studi non è stato pianificato correttamente, non appare cosi convincente l’effetto ipocolesterolemizzante.

Come si ricava la lecitina? Insomma, veniamo al vero obiettivo del post, se ne è parlato tanto della lecitina, a qualcuno è venuta la curiosità di sapere come si ottiene? Ho provato a schematizzare.

lecitina

La lecitina come dicevamo, è un fosfolipide. Negli alimenti è un componente minore dei grassi e in larga scala si ottiene prevalentemente dalla lavorazione dell’olio di semi di soia o da altre materie prime (es. girasole). Possiamo considerare la lecitina di soia un sottoprodotto dell’estrazione dell’ olio derivato dalla leguminosa. In una fase della lavorazione (degumming) infatti la lecitina viene separata dal materiale che viene destinato alle fasi successive.

Partiamo dall’inizio, in sintesi:

-I semi di soia vengono dapprima lavati e frantumati e trasformato in fiocchi in modo da aumentarne la superficie e facilitare la successiva estrazione che viene generalmente eseguita con solventi organici (esano o eptano). Il solvente estrae l’olio dal seme e insieme all’olio viene estratta anche la lecitina e con lei altri fosfolipidi. Il solvente viene poi fatto evaporare innalzando la temperatura fino a 150°C, i semi vengono separati e il solvente lasciato ricondensare per una successiva estrazione.

-Segue la fase detta di degommaggio. L’olio deve essere raffinato per renderlo commestibile e il primo passaggio di raffinazione, chiamato degommaggio, prevede proprio la separazione della lecitina, gomme, carboidrati complessi, e altri fosfolipidi dall’olio non ancora raffinato. E’ in questa fase che i fosfolipidi possono essere isolati dal resto.

-Gli oli non raffinati contengono circa lo 0.6% di lecitina. Per separare la lecitina dalle altre molecole, l’olio viene portato a temperature di circa 70–90 °C e mescolato con una certa percentuale di acqua. Questo provoca cambiamenti chimico-fisici e la lecitina e altri fosfolipidi precipitano in una massa gelatinosa che viene rimossa mediante centrifugazione e successivamente si elimina l’acqua con un processo di evaporazione.

– Di lecitina di soia, se ne è parlato al singolare, ma la preparazione che si ricava contiene anche altri fosfolipidi (es.fosfatidilserina) quindi in alcuni casi si procede ad ulteriori tappe per ottenere frazioni che contengano un maggior livello di fosfatidilcolina (PC). Non è ancora finita.

-I composti usati come additivi possono diversi tra loro, abbiamo lecitine di soia idrolizzate dopo essere state sottoposte all’azione di enzimi (fosfolipasi), lecitine disoleate, raffinate, sprayzzate, acetilate e idrossilate. I trattamenti sono effettuati allo scopo di modificare le proprietà funzionali delle molecole.

-Non solo emulsionante, la lecitina di soia viene impiegata in una eterogenea famiglia di prodotti alimentari (prodotti da forno, biscotti secchi, estrusi e preparati in polvere, cioccolato e coperture, margarine,salse, farine per dolci, grassi emulsionati) dove assolve anche ad altri ruoli. Le ultime due derivazioni (lecitina acetilata o idrossilata) mi risulta che non siano ammesse in Europa.

Quanti sono i produttori di lecitina di soia? Difficile fare un elenco tra i numerosi sparsi nei vari continenti, Cargill, per citarne uno. Un tema di attualità da affrontare è la richiesta soprattutto nel mercato europeo, di lecitina di soia OGM-free e la conseguente nascita di filiere per ricavare la Lecitina da piante non geneticamente modificate. Nel frattempo c’è chi propone emulsionanti alternativi, i Soy lecithin replacer.

Links:

Food Navigator.com;

Lecitina.it

I lipidi. Struttura e funzione.

Lecithin intake and serum cholesterol


Questa settimana su Trashfood

Abbasso il colesterolo. I messaggi fuorvianti della Danone e di Unilever Chiedete in giro. Chi è a conoscenza della sentenza dell’Autorità garante per la Pubblicità che ha dichiarato ingannevoli le campagne pubblicitarie dei due prodotti Danacol (Danone) e di Pro Activ (Unilever)? Qualcuno se ne è accorto?

Professione gastro-photoreporter. Sandwich ad alta quota Stavolta è Nicola che mi scrive e mi racconta la sua esperienza gastronomica mentre era in viaggio su un vettore della compagnia di bandiera elvetica.

Do you Kogy? yes, I twitter
“Kogi”, un fast food ambulante,è diventato case hystory per il particolare modo di fare pubblicità sullo snack. Se dico 140 caratteri al massimo, cosa vi viene in mente? Bravi, proprio Twitter.

La caffeina nel chewingum Quanta caffeina è contenuta nelle gomme in vendita? e cosa succede se si masticano troppe gomme in poco tempo? Se ne occupa Lancet.


Abbasso il colesterolo: i messaggi fuorvianti della Danone e di Unilever

Pro Activ

La notizia non è piu’ una novità, l’Autorità garante per la Pubblicità ha dichiarato ingannevoli le campagne pubblicitarie dei due prodotti Danacol (Danone) e di Pro Activ (Unilever). Cosa si contesta alla Danone e alla Unilever come riassunto nel blog “Il futuro dei consumi”?

Si contesta il fatto che la pubblicità non ci dice che:

-una dieta corretta può ugualmente contribuire a ridurre il livelli del colesterolo del 5%.

– che se si interrompe l’assunzione di Danacol i valori di colesterolo-LDL tornano a quelli precedenti.

La sentenza è molto grave perchè Danone (e anche Unilever) hanno condotto una campagna basata su informazioni scorrette e ingannevoli che hanno convinto le persone all’acquisto dei loro prodotti.

Già in precedenza una pubblicità di Danacol era stata censurata dall’Istituto di autodiciplina pubblicitaria. Se guardiamo sentenze emesse in passato, ci accorgiamo che la pubblicità di diversi prodotti Danone sia in Italia che in altri stati sono stati considerati ingannevoli. Ad esempio lo spot televisivo di “Actimel“. Anche l’acqua minerale Vitasnella della Danone è stata censurata perchè vantava una leggerezza inesistente. Negli USA simile destino hanno avuto gli gli yogurths Activia e DanActive prodotti dalla Dannon (Danone USA).

E la Unilever? negli USA è impegnata proprio in questo periodo in una class action. Nel mirino i messaggi pubblicitari considerati fuorvianti dei drinks SuperShots

Purtroppo le sentenze che riguardano Danone e altre aziende, anche se verranno riprese dai media, temo che non faranno cambiare idea ai consumatori abituati al messaggio-tormentone veicolato dagli spot delle due multinazionali.

P.S. Il sito dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato con tutto l’archivio delle precedenti sentenze è questo.


Grassi idrogenati cercasi

panna vegetale

Stop al colesterolo? prodotto light? meno grassi? messaggi fuorvianti al cubo, semmai. Quelli che si leggono nel preparato per la panna vegetale riportata nela foto. Infatti cosa trovo nell’etichetta?

fiocco di neve

Da quanto tempo non parlavo di grassi idrogenati! Mi sorprendo sempre di come si riesca ancora a scrivere queste diciture su un prodotto.

Si continua così a propagare il luogo comune “i grassi vegetali sono piu’ salutari dei grassi animali” nonostante si conoscano da numerosi anni gli effetti dei grassi vegetali idrogenati sui livelli di colesterolo del sangue.


Questa settimana su Trashfood

Trashfood su-il-salvagente. Le mie riflessioni su Security feel better sull’ultimo numero del settimanale “Il Salvagente”.

-L’EFSA dice no alla maggior parte di claims salutistici proposti dalle aziende alimentari. Di questo tema si parlerà a fine mese a Modena in occasione di Sicura. Convention sulla sicurezza alimentare e la nutrizione

Grasso che cola al fast food. Le storie di Chris Coleson, Doug Lagelais, Merab Morgan. Colazione, pranzo e cena al McDonald’s.

-Segnalazione: Fooducate, un blog da seguire.

Professione gastro-photoreporter Cosa combina il prof.Bressanini con la macchina digitale appresso?