Questa settimana su Trashfood
Pubblicato: 2008/02/03 Archiviato in: C' è posta per TRASHFOOD, Not Only Food Lascia un commento–Not only Made in Italy Continua il viaggio nel Made in Italy come lo pensano all’estero dai piatti pronti Heinz al Ragutello fino ai sughi made in Mammarella Foods by Francis Ford Coppola.
–Hai visto le patate blue? Patate blue ottenute dopo dieci anni da un agronomo svizzero? dove sta la novità? Esistevano già da piu’ di cent’anni.
-Stefania ci parla di In defence of Food, il nuovo libro di Michael Pollan, giornalista e autore anche di The Omnivore’s dilemma.
–Le 5 C di cacciucco Le zuppe di pesce tra tradizione e piatti pronti.
–La sconfitta di Kokopelli Il nome Kokopelli è sinonimo di tutela della biodiversità per tutti i seed savers. In Francia non la pensano così, multata l’associazione che da molti anni conserva e vende vecchie varietà di semi.
Hai visto le patate blue?
Pubblicato: 2008/01/30 Archiviato in: C' è posta per TRASHFOOD, Prodotti ortofrutticoli 14 commenti
Sul Corriere della Sera -grazie Grissino! -si parla della novità delle patate blue ottenute dal Sign. Christoph Gämperli un ingegnere agronomo svizzero. I tuberi dal colore insolito sono stati cresciuti incrociando patate della specie “Idaho Blue” con quelle più chiare “Parli”, caratteristiche della regione Prättigau nei Grigioni. Ma i nuovi snacks che saranno preparati con le “blue potatoes” non sono una novità. Le Terra Blues® Potato Chips sono servite per esempio ai passeggeri della JetBlue flights Airways da diversi anni. Il colore è di certo dovuto alla presenza di antocianine, sostanze ampiamente presenti nel mondo vegetale. Le stesse molecole impartiscono il colore blue-viola a melanzane, mirtilli e altri prodotti. Leggi il seguito di questo post »
Il pane tra industria e artigianato
Pubblicato: 2007/12/12 Archiviato in: C' è posta per TRASHFOOD, Io lo leggerei, La borsa della spesa 13 commentiIl bello della rete, gli incontri, gli scambi di commenti e un giorno è arrivata sul blog Stefania, che vive all’estero da tanto tempo. Stefania da qualche anno ha iniziato a focalizzare i propri interessi personali nel settore alimentare tra corsi di cucina e un programma di MSci nella City University sulle politiche alimentari (food policy). Il cibo e’ dunque una sua grande passione ma soprattutto la interessa tutta la cultura che c’e’ dietro certe abitudini alimentari. Oggi sono lieta di ospitare un post di Stefania sul pane, sulla sua produzione e sulle ricadute economiche delle nostre scelte alimentari. L’immagine che ho scelto è la copertina di un libro che ho nella mia biblioteca: Atlante dei prodotti tipici. Il pane di Claudio Barberis, ci permette di fare un viaggio tra le regioni italiane e i vari tipi tradizionali e rituali di pane. Pane barbaria, michetta, grisia monferrina, giaco, gavasot, pan nociato, tigella, pane cafone, cuccidati di carrozza, brazzadela,puccia, pizziangulu...
Adesso le parole a Stefania. Leggi il seguito di questo post »
Studenti gastro-photoreporter
Pubblicato: 2007/11/30 Archiviato in: C' è posta per TRASHFOOD, La foto del giorno 10 commentiStudenti universitari fiorentini in versione gastro-photoreporter, sono alcuni di loro che mi hanno inviato questa foto, immortalata presso la loro mensa universitaria. Per tutti coloro che pensavano che di grassi e di oli raffinati se ne facesse uso solamente nelle friggitorie e nei fast food ecco la prova che non è così e di olio di palma bifrazionato si fa largo impiego. Sto cercando dati sulla sua composizione, punto di fumo e diffusione nella ristorazione non solo collettiva. Avete mai letto la composizione di certi oli che ci vengono proposti come adatti per friggere?
C'è posta per Trashfood
Pubblicato: 2007/11/14 Archiviato in: C' è posta per TRASHFOOD 1 CommentoSono al galoppo in questi giorni e mi scuso con tutti quelli che mi scrivono e a cui non ho trovato ancora il tempo di rispondere. Riporto un paio di mails anche di studenti con la promessa di occuparmi presto di loro.
Salve….sto preparando una relazione sul consumo dei cibi pronti in Italia (livello masters di politiche alimentari all’universita’ di Londra City University) e mi chiedevo se avesse qualche link o ricerca accademica che spiegasse le scelte socio-culturali alimentari degli italiani. Ho trovato una relazione del dipartimento del tesoro italiano e diversi articoli della stampa qua e la’ ma niente altro.
..e poi dal Messico: -Which chemistry method is the best to extract or obtain inuline from the roots of the chicory plant? Which are the steps of that chemistry method to obtain inuline from the roots of the chicory?
I’m in college. I study Engineer of biochemistry, in México. I’m very interested in the inuline…. Please send me all the information you have about it. Thankyou!
Se chi passa da queste parti ha documenti o fonti utili da condividere, si faccia avanti!
Alimenti Funzionali sul Corriere
Pubblicato: 2007/09/29 Archiviato in: C' è posta per TRASHFOOD, Io lo leggerei 1 CommentoSul Corriere della Sera in edicola domani,come ogni domenica ci saranno le pagine interne dell’inserto Salute. Ci sarà un articolo sugli alimenti funzionali alla cui stesura ho contribuito con piacere, coinvolta da Carla Favaro, la biologa Specialista in Scienze dell’Alimentazione che da numerosi anni collabora con il quotidiano. Di nuovi prodotti immessi sul mercato ne ho parlato in diverse occasioni. Margarine, formaggi e minidrinks con fitosteroli (1,2), prebiotici e probiotici (1,2),yogurth con polifenoli e fattori proposti come sazianti. Una mail tira l’altra e nel mese di agosto Carla ed io abbiamo confezionato insieme anche una tabella che riassume le varie tipologie di prodotti in vendita in Italia fino ad oggi. Adesso sono curiosa di vedere come la redazione assemblerà il tutto. A domani in edicola.
Edit:una parte dell’articolo
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Fonte vignetta hospitalityguild.com
Te lo do io l'alert: la gomma di guar
Pubblicato: 2007/09/05 Archiviato in: C' è posta per TRASHFOOD, Io lo leggerei, L'angolo chimico 19 commentiImmagino che a Zurigo, dove ha sede la Unipektin, produttrice e distributrice europea di alcuni ingredienti alimentari, in questi ultimi due mesi, non se la passino troppo bene e molti saranno in fibrillazione per la vicenda della gomma di guar contaminata. Ho iniziato a seguire la cosa alcuni giorni fa dopo aver letto l’articolo apparso su “Il Salvagente“.
La gomma di guar deriva da una pianta, la Cyamopsis tetragonoloba coltivata in prevalenza in India, Pakistan e in percentuale minore negli USA. Trova largo impiego come additivo addensante e la sua presenza è segnalata sull’etichetta con la sigla E412. La gomma di guar si usa in prodotti dell’industria dolciaria come gelati, budini,dessert,bevande al cioccolato, salse, conserve di pesce. Ci sono anche degli integratori a base di gomma di guar (gluco-mannani). La troviamo anche in biscotti e dolci per celiaci.
Voglio credere alle rassicurazioni lette in vari siti, anche se fosse presente in alcuni prodotti, la contaminazione da pentaclorofenolo e diossina sarebbe a concentrazioni molto molto basse,entro i limiti consentiti. Quindi calma. Anche se non ne avevamo bisogno, ecco una nuova dimostrazione della fragilità di alcune filiere produttive lunghe e complesse dove nella composizione entrano decine di ingredienti.
Vorrei comunque ripercorrere la vicenda, come si sono mossi i vari stati membri della UE e come è stata trattata la notizia sui media.
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La campagna di Which?
Pubblicato: 2007/08/05 Archiviato in: C' è posta per TRASHFOOD 1 CommentoCarlo mi ha segnalato questa iniziativa dell’associazione di consumatori inglesi Which, chiamiamolo Il muro del Pianto, anche se è estate e molti sono in vacanza si chiede ai consumatori di inviare immagini di pubblicità di prodotti alimentari considerati non salutari. L’iniziativa è focalizzata in particolare sui prodotti per bambini. Si possono segnalare pubblicità di prodotti e contribuire al gruppo su Flickr Kids’ Food Photo Pool. Ho avuto uno scambio di mail con Caroline Jones, membro dell’associazione e mi ha informato che la campagna è solo per il mercato inglese e quindi si può contribuire con segnalazioni di prodotti in vendita solo nel Regno Unito.
Ho chiesto a quali standard nutrizionali fanno riferimento per catalogare i prodotti e Caroline mi ha segnalato il Nutrient Profiling Model’ stilato da un gruppo di esperti dell’università di Oxford in collaborazione con la UK Food Standards Agency.
A pensarci bene, l’idea non è nuova,due anni fa era stata pianificata questa iniziativa informativa sul Food & Marketing for kids.
Mi sono detta comunque che si potrebbe portare avanti anche da noi una iniziativa simile. Quindi la sottoscritta, intanto si prende l’impegno di tradurre la scheda nutrizionale e di tenere d’occhio i prodotti che trova tra gli scaffali. Il contributo dei lettori è ovviamente benvenuto.
links. Food Commission, Which?
La tesi sugli energy drinks
Pubblicato: 2007/07/26 Archiviato in: C' è posta per TRASHFOOD 1 Commento
Mi ha scritto Enrico, uno studente dell’ Università degli studi di Salerno, Enrico sta preparando una tesi sugli energy drinks. La sua mail contiene termini a me non del tutto noti, come brand identity, brand knowledge, prospettiva CBBE (Consumer – Based Brand Equity), Spreading Activation Theory of Memory di Anderson. Insomma si tratta di una tesi del Corso di Laurea in Maketing e Comunicazione. Enrico inserirà una intervista alla sottoscritta sul tema energy drinks, etichettatura, aspetti nutrizionali.
Grazie Enrico!! poi ci farai leggere vero il tuo lavoro?
Oli vegetali da riciclare
Pubblicato: 2007/06/26 Archiviato in: C' è posta per TRASHFOOD 2 commenti
Matteo, un giornalista di una TV specializzata su temi energetici mi ha scritto perchè sta raccogliendo materiale video, case-studies e storie riguardanti i progetti di raccolta di olii vegetali esausti. Avete una esperienza da raccontare o del materiale? scrivete un commento o una mail, grazie da parte mia e di Matteo!Chissà se Marco avrà finito la sua tesi?
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