Fitosteroli, fitostanoli&Co
Pubblicato: 2009/05/29 Archiviato in: Aromi, L'angolo chimico, La borsa della spesa 19 commentiL’ultimo check up del consorte segnala innalzamento dei livelli di colesterolo plasmatico, per ora il rapporto colesterolo totale/colesterolo-HDL non ha raggiunto valori preoccupanti, ma come si dice in questi casi? meglio prevenire e allora ieri sera discussione a cena su quali scelte alimentari fossero piu’ giuste senza compromettere troppo il gusto.
Inevitabile finire col parlare di fitosteroli vista la pubblicità martellante che propone drink anti-colesterolo. Ne ho parlato in passato.
-Sai al supermercato ho trovato delle bustine contenenti fitosteroli solubili in acqua.
-Davvero? e li hai presi?
-no, prima guarda un po’ cosa contengono.
Si tratta di Lecinova Intensive. Cosa c’è dentro?
Quindi ogni bustina contiene 1,6 g di fitosteroli , ma ci trovate insieme ben 14 g di zuccheri come indica l’etichetta nutrizionale. Oltre a tutto il resto, per carità, sono additivi consentiti, di alcuni abbiamo parlato tante altre volte. Forse manca all’appello l’antiagglomerante biossido di silicio. Lo trovate anche nei barattoli di lecitina di soia.
Torniamo ai fitosteroli solubili, una confezione da 6 bustine costa 8.50 euro. Se invece vi interessa sapere i livelli dei fitosteroli totali in alcuni alimenti date uno sguardo al Nutri-quiz dell’altra settimana.
Io credo che su questo tema si debba fare molta chiarezza. I fitosteroli di cui si conoscono gli effetti sull’assorbimento del colesterolo a livello intestinale, sono molecole sintetizzate nelle piante e ci sono quindi diverse fonti alimentari, come gli oli, frutta secca e ortaggi. Negli ultimi anni sono stati isolati i fitosteroli presenti in maggior quantità e sono state messe a punto le tecniche per quantificarli, si conoscono così i livelli di sitosterolo, stigmasterolo e campesterolo in vari alimenti. Si stima che una alimentazione ricca di verdure e di frutta, contribuisca ad un apporto di circa 400 mg di fistosteroli totali complessivamente.
Il business dei fitosteroli e alimenti arricchiti, è iniziato in Europa piu’ di dieci anni fa in Finlandia quando la Raisio riuscì a ricavare una forma liposolubile dei fitosteroli dai sottoprodotti di lavorazione del legno, e si mise a punto un processo per produrre la prima margarina arricchita in fitosteroli.
Poichè gli esteri dei fitosteroli e i loro derivati idrogenati (i fitostanoli) esercitano un ruolo inibitore dell’assorbimento del colesterolo, le diverse versioni di margarina arricchite in fitosteroli, e i prodotti immessi successivamente sul mercato, vengono proposte come un ausilio nella prevenzione dell’ipercolesterolemia con messaggi pubblicitari rassicuranti. In dieci anni il numero di prodotti alimentari contenenti fitosteroli e derivati è cresciuto notevolmente. Oltre alla margarina, si trovano drinks, barrette, yogurth, latte e formaggi.
Dalla Finlandia la produzione di margarina arricchita in fitosteroli si è spostata anche in altri stati e negli USA. Oltre alle multinazionali Unilever e la Johnson e Johnson, altre aziende e marchi coinvolti sono: la Raisio Plc con Benecol®, la Cognis con Vegapure®, la Archer Daniels Midland Co. e CardioAid TM, la Cargill Inc. con Corowise TM, la Pharmaconsult Oy e Ltd Multibene ®, la Teriaka Ltd. con Diminicol TM,la Forbes Medi-Tech Inc. con Reducol TM. I prodotti contenenti fitosteroli e fitostanoli sono in vendita in piu’ di venti paesi.
Da alcuni studi sull’uomo è emerso che solo una piccola percentuale di fitosteroli viene assorbita nell’intestino. I livelli plasmatici quindi sono notevolmente piu’ bassi rispetto al colesterolo.
Già da qualche anno -anche se se ne parla solo nelle riviste specializzate- si è iniziato a mettere in discussione la concreta efficacia dei fitosteroli in tema di prevenzione cardiovascolare. E questo perchè se è vero che contribuiscono a ridurre i livelli plasmatici di colesterolo associato alle LDL, non dobbiamo dimenticare che i livelli di colesterolo nel sangue sono solo uno dei fattori che partecipano alla formazione della placca aterosclerotica.
Nella prossima puntata: come si ottengono i fitosteroli e i fitostanoli? Ne riparliamo.
Intanto qualche articolo sul tema:
– From a science-driven to a consumer-driven ingredient
– Plant Stanol and Sterol Ester Markets Seek to Rebound with New Products
–Phytosterols, Phytostanols and their esters
–Controversial role of plant sterol esters in the managementof hypercholesterolemia. European Heart Journal 2009
– I rischi dei fitosteroli aggiunti (pdf)
Tag: fitosteroli sitosterolo fitostanoli colesterolo campesterolo LDL Unilever Diminicol TM, Teriaka Ltd. con Reducol TM. Benecol®, Johnson e Johnson,
La prima volta degli esteri della glicerina da resina di legno (E 445)
Pubblicato: 2009/05/15 Archiviato in: Additivi, Aromi, Coloranti, L'angolo chimico, La borsa della spesa 7 commentiIn una aranciata ti aspetti di trovare acqua e una certa percentuale di succo d’arancia. Poi, lo sappiamo, troviamo gli ubiquitari aromi, antiossidanti, coloranti..
Oggi in questo prodotto ho trovato tra gli addensanti anche gli esteri della glicerina della resina del legno. Questi ingredienti stabilizzanti indicati dalla sigla E445, sono permessi sia in bibite alcoliche che analcoliche.
Cosa sono gli esteri della glicerina della resina del legno? La nomenclatura ci viene in aiuto, sono una miscela complessa di esteri contenenti acidi ottenuti dalla resina, un materiale estratto con solventi dal legno di pino stagionato. Ovviamente la lavorazione è seguita da altre fasi di raffinazione con solventi.
Nella Direttiva 96/77/CE della Commissione europea (2 dicembre 1996, pdf) che stabilisce i requisiti di purezza specifici per gli additivi alimentari diversi dai coloranti e dagli edulcoranti, leggo che dalla miscela sono escluse le sostanze derivate dalla colofonia, l’essudato di pini vivi e le sostanze derivate dal tallolio, poiché questi composti possono dare origine a fenomeni allergici.
Il prodotto finale degli esteri glicerolici è composto per circa il 90% di molecole ottenute dalla resina di legno, tra cui acidi monocarbossilici come l’acido abietico.
Altri impieghi della resina di pino in campo alimentare? guardate qui, in Grecia, c’è un vino in cui viene aggiunta, si chiama La Retsina.
Negli USA sembra già piutttosto frequente in varie bibite.
P.S. Anche l’aranciata Jovial della SMA finisce nel set di Flickr dedicato al Rosso Allura.
Fonti:
Quelli che la cucina molecolare-reloaded
Pubblicato: 2009/04/22 Archiviato in: Additivi, Educazione e informazione alimentare, L'angolo chimico, Not Only Food 10 commentiIn tempi non sospetti, avevo scritto questo post “Quelli che la cucina molecolare” che voleva essere ironico, mi aveva colpito l’uso di certi ingredienti addensanti e emulsionanti nelle preparazioni di quello che veniva definito un grande chef Ferran Adrià. Erano gli stessi ingredienti che usa l’industria per scopi molto diversi e le cui caratteristiche strutturali e funzionali sono un continuo stimolo per i miei posts.
Di addensanti ho scritto tante volte. Ho parlato della gomma di guar, ho seguito la vicenda della sua contaminazione da diossina.
Ho trattato gli alginati e la carragenina, sorprendendo alcuni lettori sull’impiego che ne viene fatto nella produzione di certi insaccati.
Ho scritto delle maltodestrine che sono di tanti tipi, ho parlato a proposito della sua presenza in alcuni salumi, come questi che importiamo dalla Spagna. Leggete l’etichetta, è un uso fuorviante degli additivi addensanti oppure no?
E negli hamburger cosa ci stanno a fare le maltodestrine oltre al resto?
Maltodestrine le ho trovate anche in Alixir. I prodotti oggetto dei miei ET.chettibus® sono spesso chiari esempi di cosa si riesce ad ottenere con un uso massiccio di alcuni di questi composti.
Ho sempre cercato di spiegare con linguaggio semplice ma corretto da un punto di vista scientifico come si ottengono alcuni additivi e quali impieghi trovano nel settore alimentare.
Ringrazio Dario Bressanini per il link che contraccambio. Concordo con alcune delle sue affermazioni: alcuni si usano anche a casa. Chiediamoci comunque se quelli che incontriamo tra gli scaffali sono indispensabili. Se a volte l’industria ne fa un uso fuorviante per coprire la scarsa qualità delle materie prime impiegate, per migliorare un prodotto che altrimenti non sarebbe appetibile.
A distanza di tre anni vedo lo chef attaccato con un pressapochismo che fa spavento. Mi riferisco alle -non so come chiamarle- esibizioni di Striscia la notizia a cui non vorrei dare troppo peso.
Si parla di rapporti di collaborazione tra lo chef e suoi colleghi internazionali che praticano la cucina molecolare e il mondo della ricerca, l’industria. Ora ho poco tempo, sono di corsa, ma ci tornerò sopra.
Prima di parlare, bisognerebbe informarsi, rileggere le “Linee guida per la diffusione delle informazioni scientifiche sull’alimentazione”, non fa mai male.
Per esempio, tutti quelli che parlano di Ferran Adrià e del suo ruolo come ristoratore, conoscono la sua attività di ricerca all’interno di Alicia, una Fondazione che si occupa di scienze e gastronomia, effetti dell’alimentazione sulla salute in condizioni normali e patologiche?
Fatevi un giro nel sito di Alicia e ditemi se non sorprende anche voi la moltitudine di attività scientifiche e divulgative che svolge il centro in collaborazione con un elenco lunghissimo di partner. Sono certa che alla fine vi sarà venuta voglia di prenotarvi per una visita.
Post in progress..
Pot Noodles Doner Kebab
Pubblicato: 2009/04/18 Archiviato in: Aromi, Food design, L'angolo chimico 4 commentiE’ da ieri sera che mi chiedo quale misteriosa combinazione di molecole impartisce il nuovo gusto Doner Kebab ai Pot Noodles della Unilever. Se la linea Pot noodles è definita “the slag of all snacks’ ci sarà un motivo.
A voi il video con cui viene pubblicizzato, una parodia della Disney’s High School Musical.
Fonte: Guardian.
Tag: Doner Kebab flavour Unilever snack Pot noodles
Conserviamo i conservanti? E 320 (BHA),E321 (BHT)
Pubblicato: 2009/04/15 Archiviato in: Additivi, Conservanti, L'angolo chimico 13 commentiContinuo a parlare di conservanti. Oggi recupero un mio contributo dall’archivio del randomestrale Trashfood.
Cosa scrivevo nel 2003 dei due conservanti sintetici BHA (Butil-idrossi-anisolo) e BHT (butil-idrossi-toluene), identificati rispettivamente dalle sigle E320 e E321?
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Il TUO calcio
Pubblicato: 2009/03/07 Archiviato in: L'angolo chimico, La borsa della spesa, Messaggi fuorvianti, Senza categoria 11 commentiIn questi giorni mi è capitato di vedere lo spot del formaggino ricco di calcio, avete capito quale. Una mamma preoccupata per l’apporto di calcio del figlio si rivolge all’esperta della nota multinazionale, che guarda caso, gli consiglia proprio quel formaggino per un apporto adeguato.
Il fabbisogno giornaliero di calcio per i bambini da 0-1 anno è di 800 mg/die. Da 1-6 anni il fabbisogno è maggiore (1000 mg/die).
A tutte le mamme che invece passano da queste parti e si chiedono se ci sono altre fonti del minerale, oltre ai formaggi fusi, ecco qualche dato sui contenuti di calcio (mg/100g) in diversi alimenti. I formaggi sono una fonte importante e il calcio contenuto ha una elevata biodisponibilità. La minore biodisponibilità di calcio nei vegetali è dovuta alla presenza di numerose sostanze (fibre vegetali, acidi organici, fitati) che legano il calcio e ne limiano l’assorbimento.
Il Parmigiano contiene 1159 mg di calcio/100g; il Pecorino romano 900 mg; il Pecorino siciliano 1162; il Grana 1169 mg/100g.
Il Formaggino Nestlè contiene 330mg/100g, quindi un quantitativo inferiore anche se confrontato con il valore medio di alcuni formaggi freschi (circa 450mg/100 g)
Tralasciamo gli altri nutrienti dei formaggi citati, come le proteine e le vitamine liposolubili (tra cui la vitamina D che è importante per l’assorbimento), e su cui ci sarebbe tanto da dire, siamo ancora convinti dello spot?
Credo che la Nestlè, dovrà prima o poi correggere anche la scritta “Ricco di calcio”. Infatti in base alla nuova regolamentazione europea sulla etichettatura, si potrà definire un prodotto “Ad alto contenuto di un minerale” se il suo contenuto sarà almeno il doppio di una “fonte naturale del minerale“.
Tag: Calcio, Nestlè, formaggi, biodisponibilità.
Carpe diem con Kombucha
Pubblicato: 2009/02/16 Archiviato in: L'angolo chimico, Messaggi fuorvianti 15 commentiEcco un nuovo esempio di bibita che promette effetti sulla salute, benessere, regolazione del metabolismo e aumento delle difese immunitarie. E’ Kombucha della Carpe Diem, l’ho trovata in un supermercato a Lugano. Carpe Diem è un marchio di “Bevande funzionali” distribuite dalla Red Bull nel Regno Unito e in altri stati europei. Il termine Kombucha ha una lunga storia ed è una bevanda diffusa in Asia. Il prodotto dell’azienda austriaca è un infuso addolcito e fermentato.
Come viene prodotto Kombucha?
Ne troviamo testimonianza nel sito internet dell’azienda. Si parte da una miscela di erbe e/o tè, si aggiungono fruttosio e poi le colture che alimenteranno la fermentazione tra cui le colture di Kombucha e lattobacilli.
Gli ingredienti sono: acqua addizionata di anidride carbonica, fruttosio, tea blend, colture Kombucha e lattobacilli.
Leggo sulla confezione di Carpe Diem: Kombucha est dèlicieux,vivifiant er rafraichisant. Consommès regulierement,les composants de Kombucha peuvent contribuer au bien-etre. Kombucha est èlaborè par fermentation à l’aide de lactobacilles ed de cultures de leuvres.
Quali fondamenta scientifiche hanno i messaggi?
Cercando in rete ho trovato le perplessità del curatore del blog Science Punk che si interroga come me sugli studi alla base dei messaggi riportati sulla confezione. Seguendo alcuni riferimenti dell’autore ho così trovato l’articolo che nel 2006 era allegato al sito della Carpe Diem. “Kombucha. Natural strength from the treasury of oriental experience” pubblicato da Stefan Becker nella rivista “The Swiss Journal of Integrative Medicine” (pdf).
La rivista non è indexata da PubMed e inoltre –cosa assai curiosa- ‘the Swiss Journal of Holistic Medicine’ è pubblicato proprio dal “Dr Stefan Becker, Media Consulting”.
Alle diverse richieste di chiarimenti sulla biodisponibilità dei vari nutrienti della bevanda e sulla reale efficacia del prodotto, sembra che non sia mai seguita risposta da parte dell’azienda produttrice del Carpe Diem Kombucha.
Ma cos’è precisamente la coltura Kombucha? si tratta di una colonia simbiotica di batteri e lieviti. Formano la simbiosi i batteri della specie Acetobacter e i lieviti sono Brettanomyces bruxellensis, Candida stellata, Schizosaccharomyces pombe, Torulaspora delbrueckii e Zygosaccharomyces bailii.
La coltura Kombucha ha numerosisimi fan. Sono stati pubblicati libri per insegnare a preparare i prodotti fermentati ed è diffusa anche la preparazione domestica, ecco come si presenta la coltura Kombucha.
Il succo del vicino è sempre piu' verde
Pubblicato: 2009/02/06 Archiviato in: Additivi, Aromi, Coloranti, Conservanti, L'angolo chimico 28 commentiDopo il rosso, il blue, il nero, il giallo, è arrivato il momento di parlare dei coloranti che impartiscono il colore verde. Come si ottiene? Quali coloranti o combinazioni si usano se si vuole rafforzare il colore verde di un succo di frutta o di una bibita?
La clorofilla è il pigmento fotosintetico (clorofilla a, clorofilla b) che da il colore verde alle foglie, è contenuto nei cloroplasti, quindi troviamo la clorofilla in numerosi ortaggi verdi (spinaci, broccoli, bietole, ecc..). La clorofilla ha un anello di porfirina come il gruppo eme dell’emoglobina, ma al centro troviamo il magnesio al posto del ferro. All’anello è legata la catena del fitolo, che rende la molecola non solubile nell’acqua.
Gli spinaci contengono circa 80 mg/100g di clorofilla.
La sigla E 140 indica il colorante verde dovuto alla clorofilla che si ottiene dagli spinaci e dall’ortica. Anche alcune microalghe possono essere utilizzate.
La clorofilla è un pigmento liposolubile, quindi non si scioglie nell’acqua. La clorofilla inoltre si altera facilmente alla luce e al calore. Ecco il motivo delle modifiche alla sua struttura per rendere la molecola idrosolubile, adatta a essere usata in mezzi acquosi.
I complessi rameici – nei quali il magnesio della molecola è sostituito dal rame – sono più stabili e le molecole sono solubili in acqua. I derivati però durante il trattamento perdono la catena del fitolo. Il nome del derivato semi-sintetico sodio/rame della clorofilla è clorofillina usata come colorante alimentare con il numero E141
Vediamo qualche prodotto insieme.
Santal TOP, mela con eucalipto, Ingredienti: acqua, succo di purea di mela (20%), zucchero, acidificante acido citrico, addensante pectina, antiossidante acido ascorbico,aromi, estratto di eucalipto 0,015%, colorante E141
Santal Verde, Ingredienti: Acqua, succo e purea di kiwi (15%),succo di mela (12%),succo di uva bianca (10%), saccarosio, succo di lime (3%), lattato di magnesio, addensante: pectina. Antiossidante: acido citrico, Vitamina C, colorante:Clorofilla rameica; aromi, luteina (0,0005%),acido folico.
Green Apple Pfanner, Ingredienti: Acqua, succo di purea di mela (20%), succo di mela concentrato (17%), zucchero, succo di limone concentrato, acidificante:acido citrico, stabilizzante pectina, antiossidante: acido ascorbico, coloranti:Beta carotene, E133, aroma. .Pastorizzato.
Alla Parmalat hanno pensato di usare l’E141, la Clorofilla rameica. Alla Pfanner hanno invece fatto una scelta diversa, il verde è ottenuto mescolando beta carotene e un colorante artificiale, l’E133 Blue brillante FCF, come mostra l’etichetta.
L’aspetto non è molto invitante vero?
Altre aziende hanno fatta una scelta diversa. Il colore verde nel gusto Kiwi-mela Zuegg, di cui avevo parlato tempo fa, derivava dalla combinazione tra l’E133 e il colorante E104 (giallo di chinolina o Yellow N° 10).
Fonti: Trashfood; Encognitive.com
Tag: Santal, Parmalat, succhi di frutta, clorofilla, E133 clorofillina Pfanner, Parmalat
Questa settimana su Trashfood
Pubblicato: 2008/12/21 Archiviato in: Additivi, C' è posta per TRASHFOOD, Coloranti, L'angolo chimico, La borsa della spesa, Messaggi fuorvianti 2 commenti–Hai messo lo zafferano negli arancini? Sequestro e citazione sul bollettino Rapid Alert System Food and Feed (RASF) di qualche giorno fa. Gli arancini siciliani e lo zafferano. Anzi, no, sono conditi con i coloranti E102 (tartrazina) e colorante E110 Sunset Yellow FCF.
–Come (non) metabolizzare l’alcool etilico. La proposta di abbassare i limiti di alcool consentiti per mettersi alla guida da 0,5g/L a 0,2g/L ha suscitato numerose perplessità. Ehi,fra pubblicità ingannevole e messaggi fuorvianti, cosa hanno inventato? I drinks anti-alcool.
– 70 prodotti, una piramide alimentare Il mirtillo nero della Montagna Pistoiese, le ciliegie di Lari, la finocchiona, spinaci della Val di Cornia, la pesca cotogna toscana e la pesca regina di Londa. Sono alcuni dei prodotti tipici della PAT. Alla Regione Toscana sono così orgogliosi della PAT (piramide alimentare toscana), che ne hanno registrato perfino il marchio.
– Latte bovino e peptidi-bioattivi: crudo, pastorizzato o UHT? Il latte bovino contiene fattori che facilitano l’assorbimento del calcio, o esercitano di benefici sulle difese immunitarie? E le intolleranze al lattosio? Breve sintesi delle proteine contenute nel latte e quali ruoli fisiologici esercitano.
–E 1200,il polidestrosio Il polidestrosio compare nelle etichette alimentari, ma in una nuova veste. Lo troveremo non piu’ unicamente come additivo alimentare (E1200) stabilizzante, addensante e umettante. Da alcuni anni il polidestrosio ha ottenuto infatti il riconoscimento come fibra alimentare ai fini della dichiarazione in etichetta di prodotti alimentari.
Come (non) metabolizzare l'alcool etilico.
Pubblicato: 2008/12/20 Archiviato in: L'angolo chimico, Messaggi fuorvianti 9 commentiLa proposta di abbassare i limiti di alcool consentiti per mettersi alla guida (dovrebbero passare da 0,5g/L a 0,2g/L), ha suscitato numerose perplessità e preoccupazioni di addetti ai lavori, ristoratori, sommelier. Mi sono tornate anche in mente le pubblicità di quei drinks dai nomi tipo: Sobrietol, Soberguard, Security Feel Better. C’era anche Outox qualche anno fa prima della pronuncia di pubblicità ingannevole.
Di cosa si tratta? sono bibite che dovrebbero contribuire -si legge nei vari siti delle aziende- a far metabolizzare l’alcool etilico piu’ velocemente. Quindi sono state definite anche bibite anti-sbornia.
Cosa c’è dentro?
Security Feel Better. è una bevanda è fatta con una «ricetta segreta» basata sugli estratti di diverse piante ed è raccomandata per chi ha bevuto troppo dopo un lungo pranzo o una «cena pesante».
Soberguard contiene vitamina C, fruttosio, 15 erbe naturali, propolis e Aloe vera
Sobrietol è una combinazione di fruttosio, enzimi epatici e altri ingredienti.
E Outox? L’Autorità antitrust ha comminato alcuni anni fa una multa di 47.500 euro all’azienda sulla base delle informazioni fornite dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) e dall’INRAN, che non confermavano le proprietà del prodotto. Non occorrono competenze biochimiche particolari per capire che si trattava di messaggi fuorvianti vista la composizione della bibita a base di: fruttosio, acido ascorbico (E300), acido citrico (E330) e acido di mela (E296). Non molto diversa da tante altre bibite analcoliche.
Ricette segrete? erbe naturali? Aloe vera? siamo davvero sicuri che siano utili a ridurre i livelli di alcool nel sangue?
Qui su Slideshare una mia presentazione sulla classificazione delle bevande alcoliche ed effetto dell’alcool etilico sul metabolismo.
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